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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Antenne: “Perché esenti da Ici?”

BRINDISI – Ignote al catasto, esenti da Ici. Sulle antenne telefoniche monta la polemica: “Non comprendiamo cosa possa aver impedito al comune di Brindisi di sollecitare formalmente le società telefoniche, affinché provvedano alla iscrizione in catasto, nella categoria D, le tante antenne di telefonia di propria proprietà, presenti nel nostro territorio. Una perplessità che consideriamo legittima. Va da se, infatti, che da tempo le antenne telefoniche sono state ritenute vere e proprie unità immobiliari e, come tali, soggette al pagamento dell’Ici”.

BRINDISI – Ignote al catasto, esenti da Ici. Sulle antenne telefoniche monta la polemica: “Non comprendiamo cosa possa aver impedito  al comune di Brindisi di sollecitare  formalmente le società telefoniche,  affinché provvedano alla iscrizione in catasto, nella categoria D,  le tante antenne di telefonia di propria proprietà,  presenti nel nostro territorio. Una perplessità  che consideriamo legittima. Va da se, infatti, che da tempo  le antenne telefoniche sono state ritenute vere e proprie unità immobiliari e, come tali,  soggette al pagamento dell’Ici”. E’ quanto affermano i consiglieri comunali uscenti Pd Vincenzo albano e Antonio Monetti, che a sostegno della loro presa di posizione citano la sentenza  del 3 novembre 2010 della Commissione Tributaria Regionale  della  Puglia, sezione staccata di Foggia,  con la quale erano  state riconosciute le ragioni di un piccolo comune di quella  provincia, che aveva provveduto a notificare l’avviso  di accertamento Ici, contestando ad una società telefonica il mancato versamento del tributo relativo ad un’antenna di telefonia mobile installata nel proprio territorio comunale.

“Una sentenza – sottolineano i due consiglieri comunali uscenti - che sembra non aver prodotto alcuna conseguenza nel nostro comune, nel senso che non si ha notizia alcuna di accatastamento delle antenne in quella categoria, né del versamento della relativa imposta. Secondo la Commissione un’antenna di telefonia, con la sua struttura stabilmente infissa al suolo, realizzata su una piattaforma di calcestruzzo, poggiata su fondazione, corredata da un quadro elettrico e circondata da una recinzione metallica deve essere accatastata nella Categoria D, poiché si tratta di una unità immobiliare autonoma e idonea a produrre reddito”.

“In quella circostanza, non è stata riconosciuta fondata – aggiungono Albano e Monetti - l’eccezione sollevata dalla società di telefonia con la quale  si sosteneva di dover  accatastare l’antenna  in categoria E ( costruzioni e fabbricati per speciali esigenze pubbliche) in quanto la società telefonica non poteva essere considerata un ente con finalità pubblica, ma una società che persegue  uno scopo di lucro,  utilizzando le antenne  che, legittimamente,  possono essere considerate la fonte di quel profitto o reddito”.

“Sgombrando il campo da ogni dubbio, la  stessa commissione ha attribuito la soggettività passiva del pagamento del tributo  alla società telefonica, anche se non proprietaria del terreno, in quanto ha ritenuto che in tali casi si possa configurare  un diritto sostanziale di superficie, in capo alla società telefonica, in quanto proprietaria dell’impianto”.

Queste le ragioni che per Albano e Monetti dovrebbero spingere il Commissario prefettizio, Bruno Pezzuto, ad attivare le procedure previste dalla legge ,  sollecitando anche   gli uffici dell’agenzia del territorio affinché provvedano all’iscrizione in catasto, nella categoria D, le antenne di telefonia presenti nel territorio comunale,  comprese quelle alloggiate sui tetti dei palazzi, notificando quanto prima, le risultanze e la relativa rendita alle società proprietarie delle antenne ed al comune di Brindisi per l’applicazione dell’ICI, anche per gli anni precedenti.

“E’ evidente – concludono i due consiglieri uscenti - che l’ inerzia da parte del nostro comune in questi anni, non è stata affatto improduttiva di conseguenze, per effetto della eventuale prescrizione, che potrebbe aver fatto perdere somme rilevanti al nostro comune, con conseguente danno per le casse comunali e per la nostra popolazione. Non va sottaciuto infine, che nella difficile congiuntura attuale riesce complicato spiegare ai cittadini perché in alcuni casi è  faticoso assoggettare alcuni soggetti al pagamento dei tributi, mentre ad altri viene richiesto il pagamento di quanto è già stato pagato”.

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