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Cronaca

Appalti Enel, imprenditore ritira le denunce: "Troppe minacce e intimidazioni"

L'imprenditore di Monteroni che aveva svelato una serie di anomalie nella gestione degli appalti all'interno della Federico II fa dietro front, ma nulla cambia nell'ambito dell'inchiesta

BRINDISI – L’imprenditore di Monteroni che con i suoi verbali ha svelato un presunto sistema di appalti truccati all’interno della centrale Enel “Federico II” di Cerano ha ritirato le precedenti denunce. E’ stato lo stesso imprenditore, il 47enne Giuseppe Palma, anch’egli indagato nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Brindisi, ad annunciare il dietro front, attraverso una dichiarazione divulgata a mezzo stampa.

“Vedendomi in questa critica situazione (per la mia incolumità e per quella della mia famiglia), vedendo anche l’assenza di risposte e appoggio da parte delle istituzioni dopo le diverse vicende gravi che mi hanno coinvolto – afferma Palma - come l’ultima, successa la scorsa notte, ho preso la decisione di ritirare le denunce fatte ai vertici di Roma per porre fine a questi gesti e far tornare la pace e la tranquillità nella mia vita”.

Palma ha denunciato di aver subito varie minacce e intimidazioni negli ultimi mesi. L’episodio più grave è avvenuto lo scorso settembre, quando una raffica di colpi di arma da fuoco venne esplosa contro un’auto a bordo della quale si trovava Palma, nelle vie di San Pietro in Lama (Lecce). Una decina di giorni fa, allo stesso è stato recapitato un plico con un messaggio intimidatorio all’interno e due proiettili inesplosi.  Fra giugno e luglio, inoltre, l’imprenditore, mosso dalla disperazione per la situazione di estrema difficotà in cui versa la sua impresa, per tre volte si è introdotto all'interno della centrale di Cerano, minacciando di lanciarsi nel vuoto. 

L’Enel, contattata da BrindisiReport, non rilascia commenti sulla notizia del ritiro della querela. Nell’ambito dell’inchiesta, del resto, non cambia nulla, se si considera che le dichiarazioni rilasciate dall’imprenditore davanti al magistrato e poi anche di fronte al gip, ai difensori dei dirigenti e dei dipendenti indagati assieme a lui per le tangenti, pagate e promesse, dal 2012 sino all’estate 2016, restano agli atti. 

Sono complessivamente otto le persone coinvolte nell'inchiesta, cinque delle quali sono state arrestate il 5 maggio dai militari della Guardia di Finanza e poi rimesse in libertà il 10 giugno. Va ricordato che fu la stessa Enel a rivolgersi alla magistratura dopo aver appreso di una serie di anomalie nella gestione degli appalti, determinando, insieme alle denunce sporte da Palma, l’avvio delle indagini.

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