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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Brava l'avvocatessa, ma falsa

BRINDISI – Si spacciava per avvocato, anche con un discreto successo tra i clienti che si affidavano a lei, nella maggior parte dei casi per contenziosi civili, ma non aveva conseguito né una laurea in giurisprudenza, né un’abilitazione. “Le bugie hanno le gambe corte”, recita un proverbio, e quella della dipendente di uno studio legale, sedicente avvocatessa sono andate avanti per un paio d’anni prima di essere scoperte con la conseguenza che il giochetto rischia di costare molto caro alla sua organizzatrice. Paola P. è finita al centro di una inchiesta condotta dal pm Pierpaolo Montinaro che ha chiesto per la falsa avvocatessa il rinvio a giudizio.

BRINDISI – Si spacciava per avvocato, anche con un discreto successo tra i clienti che si affidavano a lei, nella maggior parte dei casi per contenziosi civili, ma non aveva conseguito né una laurea in giurisprudenza, né un’abilitazione. “Le bugie hanno le gambe corte”, recita un proverbio, e quella della dipendente di uno studio legale, sedicente avvocatessa sono andate avanti per un paio d’anni prima di essere scoperte con la conseguenza che il giochetto rischia di costare molto caro alla sua organizzatrice. Paola P. è finita al centro di una inchiesta condotta dal pm Pierpaolo Montinaro che ha chiesto per la falsa avvocatessa il rinvio a giudizio.

Esercizio abusivo, truffa e falso materiale le accuse per cui la finta legale è chiamata a rispondere dinanzi al giudice. Dovrà spiegare perché, pur non essendo abilitata, ha preso le parti di alcuni imputati o intentato causa contro importanti società per i suoi ignari assistiti sfruttando la sua abilità nel muoversi all’interno del tribunale tra atti giudiziari e carte bollate e in alcuni casi percepito compensi. Tutto sembrava filare alla meraviglia fino a quando non è sopraggiunto un incidente di percorso: un avvocato che chiama lo studio legale chiedendo al titolare notizie sulla sua presunta “collega” Paola P. e scoprendo che era tutt’altro che un legale.

E sono venute fuori le bugie, andate avanti per un paio d’anni – dal 2008 al 2010 pare – e gli atti falsi prodotti come nel caso di un documento prodotto ponendo al posto della firma in calce, un fotomontaggio. L’accusa di truffa è relativa al fatto di aver intascato una parcella da 280 euro da parte di una cliente, illegalmente dal momento che Paola P. non è mai stata avvocato. Tre i procedimenti in cui la sedicente legale è stata impegnata nel tribunale di Brindisi, ma gli inquirenti non escludono che la falsa avvocatessa possa essere stata impegnata anche in altri tribunali pugliesi.

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