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Cronaca

Processati per aver acquistato rame rubato: imprenditori assolti da accusa ricettazione

Erano accusati di aver acquistato da persone non identificate rame rubato dalla rete ferroviaria di Trenitalia, sono stati assolti perché il fatto non sussiste

BRINDISI - Erano accusati di aver acquistato da persone non identificate rame rubato dalla rete ferroviaria di Trenitalia, sono stati assolti perché il fatto non sussiste: si tratta dell’imprenditore Cosimo Scialpi, 71 anni e della figlia Vanessa, 34 anni, il primo difeso dall’avvocato Fabio Di Bello, l'altra da Silvia Franciosa, per i quali il processo, con l’accusa di ricettazione, era iniziato nel settembre 2012 dinanzi al giudice monocratico.

I fatti risalgono al 2007. L’imprenditore, titolare della società Rottamazioni industriali Scialpi Cosimo Srl, era accusato in concorso con la figlia di aver acquistato o comunque ricevuto corde di rame inguainato in spezzoni vari da 30 metri circa a svariati metri, per un peso complessivo pari a 750 chilogrammi, una matassa di rame sguainato e uno spezzone di trefolo in alluminio con anima di acciaio, tutti proventi di furto commesso ai danni della società Ferrovie dello Stato Spa.

Insomma frutto di un lavoro certosino fatto da ladri di rame che secondo le contestazioni erano riusciti a rifilarlo all’azienda brindisina che non era poi stata in grado di dichiararne la provenienza.

Scialpi, imprenditore che nel 2012 fu vittima di una rapina dai contorni agghiaccianti, nel corso della quale fu ferito con colpi di pistola e malmenato insieme alla moglie da un gruppo di persone, due delle quali sono state poi arrestate (i cugini Nicola Chirico, uno di San Michele Salentino e l’altro di Brindisi) e condannate in primo grado a pene pesantissime, ha affrontato un giudizio durato due anni conclusosi con un verdetto a lui favorevole: non vi fu alcuna ricettazione. Le motivazioni saranno note tra qualche settimana. 

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