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Cronaca Cellino San Marco

Maxi-evasione dietro la societá "no profit": sequestro milionario di beni

Per lo Stato era un ente "No profit" e versava al Fisco solo qualche migliaio di euro di imposte l'anno, invece aveva un giro d'affari milionario. E' questa la scoperta fatta dai finanzieri del Nucleo di polizia Tributaria di Brindisi nell'ambito di un'attività economico finanziaria che ha riguardato la nota società sportiva dilettantistica "Feel Good" di Cellino San Marco

CELLINO SAN MARCO – Per lo Stato era un ente “No profit” e versava al Fisco solo qualche migliaio di euro di imposte l’anno, invece aveva un giro d’affari milionario. E’ questa la scoperta fatta dai finanzieri del Nucleo di polizia Tributaria di Brindisi nell’ambito di un’attività economico finanziaria che ha riguardato la nota società sportiva dilettantistica “Feel Good” di Cellino San Marco. La presunta evasione fiscale accertata dalle fiamme gialle ammonta a circa 1.150.000 euro e ha portato al sequestro preventivo per equivalente di immobili e conti correnti e alla denuncia di 6 persone (tra amministratori di diritto, di fatto e professionisti consulenti) per reati tributari.

Le indagini, condotte dagli uomini del maggiore Giuseppe Maniglio, sono state avviate a inizio 2014 e si sono concluse quando è stata ricostruita minuziosamente la presunta evasione fiscale. A insospettire i finanzieri l’elevato tenore di vita dei proprietari e dei loro famigliari, di gran lunga superiore rispetto ai ricavi dichiarati. 

E' stato accertato che all’Erario venivano comunicati solo gli incassi del bar e di altre attività minori di cui tutta la documentazione fiscale era regolare. La reale attività contabile, invece, era custodita in una “pen drive” che i finanzieri hanno sequestrato ed esaminato minuziosamente. Lì sono stati trovati migliaia di messaggi di posta elettronica che hanno permesso di accertare che gli utili che per lo Stato erano “non distribuibili”, in realtà finivano, in parte nelle tasche dell’amministratore e dei suoi famigliari e in parte venivano trasferiti ad un’altra società della stessa famiglia utilizzando contratti e fatture false. Il periodo di riferimento di questi movimenti contabili e fiscali parte dal 2009. 

Il centro sportivo, composto da piscine palestre e centro wellness, che, si precisa, non è stato sequestrato ed è regolarmente aperto, impiegava 126 lavoratori, tutti ingaggiati con lettere di collaborazione sportiva che di conseguenza permettevano all’azienda di non pagare contributi e imposte. I collaboratori, in realtà, percepivano uno stipendio commisurato all’attività svolta nel centro sportivo, superiore a quello dichiarato all’Erario.

In totale il sequestro per equivalente ha riguardato: una villa di pregio, 25 immobili tra fabbricati e terreni, un’auto di lusso e sono stati bloccati fondi di investimento, conti correnti e quote societarie al fine del recupero effettivo delle somme evase. Parallelamente continuano i procedimenti amministrativi nei confronti delle due società “di famiglia” per l’accertamento di redditi imponibili pari a 4 milioni di euro, un’Iva dovuta per 700mila euro e mancati versamenti di contributi Inps ed Inail per circa 400mila euro. 

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