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Cronaca

Conserve bulgare, etichetta italiana

BRINDISI – Ciliegie al maraschino in barattolo, tanto di etichetta con logo tricolore, ma una cosa è certa: le confetture sequestrate ieri al porto di Brindisi con l’Italia non hanno nulla a che fare, tranne che – forse – per il fatto che dovevano essere vendute nel nostro Paese attraverso canali che ora la Guardia di Finanza sta cercando di ricostruire, a partire dal destinatario del carico: hard-discount, bar, mense? Oppure dovevano proseguire per un un’altra nazione, le confetture trovate a bordo di un Tir sbarcato dalla motonave traghetto Sorrento, guidato da un camionista rumeno?

BRINDISI – Ciliegie al maraschino in barattolo, tanto di etichetta con logo tricolore, ma una cosa è certa: le confetture sequestrate ieri al porto di Brindisi con l’Italia non hanno nulla a che fare, tranne che – forse – per il fatto che dovevano essere vendute nel nostro Paese attraverso canali che ora la Guardia di Finanza sta cercando di ricostruire, a partire dal destinatario del carico: hard-discount, bar, mense? Oppure dovevano proseguire per un un’altra nazione, le confetture trovate a bordo di un Tir sbarcato dalla motonave traghetto Sorrento, guidato da un camionista rumeno?

Della qualità del prodotto si stanno interessando per competenza i carabinieri del Nas, mentre l’intercettazione del carico, composta da ben 1800 chili di prodotto, e le indagini collegate sono condotte dalla compagnia di Brindisi della Finanza e dallo Svad Dogane. Il camionista rumeno è stato denunciato a piede libero. Nel corso dei primi accertamenti è stato accertato che le ciliegie provenivano dalla Bulgaria, con indicazioni di produzione però falsificate in etichetta, dove le confetture risultavano prodotte in Italia. Finanzieri e doganieri ci hanno messo ben poco a scoprire il trucco, un consumatore forse ci sarebbe cascato.

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