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Cronaca

Decorrenza termini: libera moglie Buccarella

LECCE - Troppo lunghi i tempi della giustizia, tra stralci, rinvii e impedimenti: accade quindi che se una sentenza non giunge entro sei mesi dall’ammissione al rito abbreviato (nel caso particolare) decorrono i termini di custodia cautelare.

LECCE - Troppo lunghi i tempi della giustizia, tra stralci, rinvii e impedimenti: accade quindi che se una sentenza non giunge entro sei mesi dall’ammissione al rito abbreviato (nel caso particolare) decorrono i termini di custodia cautelare. Succede sul serio, ed ecco il caso concreto: è infatti tornata in libertà oggi Antonia Caliandro, 57 anni, moglie del boss della Sacra corona unita, Salvatore Buccarella, 54 anni, recluso a Secondigliano.

Il gup di Lecce, Vincenzo Brancato, ha accolto la richiesta di scarcerazione formulata dal suo avvocato, Giuseppe Lanzalone, che, calcolatrice alla mano, ha rilevato che il 16 luglio scorso v’era stato l’ok al rito alternativo, mentre solo ieri si è celebrata l’udienza nel corso della quale il pm della Dda, Alberto Santacatterina, ha formulato le richieste di pena.

Antonia Caliandro non risponde di 416 bis, a differenza di altri per cui il termine è di nove mesi. Il processo, rinviato al 31 gennaio, data in cui presumibilmente non vi sarà ancora sentenza, e coinvolge 10 persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni e associazione armata: secondo quanto fu appurato nel corso delle indagini era stata ricostituita nel Brindisino una cellula della Sacra corona unita che chiedeva il pizzo agli imprenditori che stavano investendo nella realizzazione di impianti fotovoltaici.

Al termine della requisitoria il pm aveva chiesto ieri la condanna a una pena di 12 anni di reclusione per Salvatore Buccarella, 54 anni, di Tuturano, difeso dagli avvocati Vito Epifani e Ladislao Massari; 12 anni per Francesco Campana, 40 anni, di Mesagne, difeso da Cosimo Lodeserto e Francesca Conte; 14 anni per Cosimo Giardino Fai, 53 anni di Tuturano, difeso dall’avvocato Gianvito Lillo; 6 anni di reclusione per Angelo Buccarella, il figlio 35enne di Salvatore, difeso da Ladislao Massari; 8 anni per Antonia Caliandro, 57 anni, di Tuturano, la moglie di Salvatore Buccarella, difesa dall’avvocato Giuseppe Lanzalone; 4 anni per Angelo Dimitri, 39 anni di San Pietro Vernotico.

A seguire, 6 anni per Gabriele Giannone, 39 anni di Tuturano, difeso da Daniela D’Amuri, 12 anni per Raffaele Renna (detto Puffo) di San Pietro Vernotico, difeso dall’avvocato Francesco Cascione; otto anni per Ronzino De Nitto, 38 anni di Mesagne, difeso dall’avvocato Pasquale Annicchiarico, 8 anni e sei mesi per Vincenza Trenta, 58 anni di Brindisi, difesa dall’avvocato Domenico Valletta, compagna di “Nino Balla”, al secolo Giovanni Buccarella, 86enne di Tuturano, padre di Salvatore, che non è più capace di stare a processo e la cui posizione è stata quindi stralciata.

Secondo l’accusa, l’organizzazione criminale facente capo alla famiglia Buccarella, la nuova Sacra corona unita, si arricchiva essendo quindi in grado di mantenere i detenuti e le rispettive famiglie, oltre che di garantire il lavoro alle imprese di fiducia e occupazione ai giovani “vicini” al sodalizio: Salvatore Buccarella continuava a impartire gli ordini dal carcere, nonostante sia recluso dalla notte dei tempi.

 

 

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