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Cronaca Fasano

Donna intrappolata dalle porte e finita sotto il treno, prosciolto il controllore

FASANO - Le chiamano porte killer, e secondo la Polfer di Bologna nel biennio fra il 2005 e il 2006 sono state la causa di 800 incidenti di cui quattro mortali. Potrebbero essere state le “sliding doors” killer a causare la morte di Giuseppina Tagliente, 77 anni, morta alla stazione di Fasano il 24 settembre 2008. La donna finì sotto le ruote dell’Eurocity Bolzano - Lecce, mentre scendeva dallo stesso treno. La causa della morte non è certo addebitabile al controllore, il 60enne A.T. di Bari, difeso dal legale Rosario Almiento.

FASANO - Le chiamano porte killer, e secondo la Polfer di Bologna nel biennio fra il 2005 e il 2006 sono state la causa di 800 incidenti di cui quattro mortali. Potrebbero essere state le “sliding doors” killer a causare la morte di Giuseppina Tagliente, 77 anni, morta alla stazione di Fasano il 24 settembre 2008. La donna finì sotto le ruote dell’Eurocity Bolzano - Lecce, mentre scendeva dallo stesso treno. La causa della morte non è certo addebitabile al controllore, il 60enne A.T. di Bari, difeso dal legale Rosario Almiento.

Nell’udienza preliminare che si è tenuta questa mattina il gup Eva Toscani ha respinto la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo formulata dal pm Silvia Nastasia, archiviando il fascicolo a carico del 60enne. Resta tutta intera invece, lo dice anche la perizia allegata agli atti della procura, l’incognita sulle responsabilità di Trenitalia, citata in giudizio in sede civile dal marito della donna, il 69enne Roberto Fiorin.

L’allarme sulle porte killer è stato lanciato da tempo, da più fronti e da un capo all’altro dell’Italia. Alle statistiche di morte della Polfer fecero eco i sindacati ferroviari, invocando la messa in sicurezza delle porte su Intercity, Eurostar City e i treni Espresso. Stessa tesi sostenuta dal perito incaricato dalla procura brindisina, per gli accertamenti del caso sulla morte dell’anziana signora. La donna viveva a Mathi, nel Torinese, con il marito. Erano scesi in Puglia per partecipare ai funerali della sorella di lei, morta il giorno prima a Martina Franca. L’incidente avvenne intorno alle 18 nella stazione di Fasano, la coppia viaggiava sull’ultimo vagone. Roberto Fiorin scese per primo e tese la mano alla sua signora per aiutarla a scendere. Non ne ebbe il tempo, il treno riprese la corsa risucchiandola.

L’Eurocity avrebbe arrestato la sua corsa solo alla stazione successiva, ad Ostuni. L’azienda ferroviaria si è difesa, fin dalle prime battute, ricostruendo in questi termini la dinamica dei fatti: “Il treno si era fermato regolarmente in stazione per far scendere i passeggeri. La coppia di anziani era nell'ultima carrozza: l'uomo è sceso per primo, la moglie qualche attimo dopo proprio mentre il macchinista rimetteva in marcia il treno, senza accorgersi di nulla. La donna è rimasta schiacciata tra la carrozza e il marciapiede della stazione. Sono stati alcuni passeggeri appena scesi a dare l'allarme, ma per l'anziana non c'era più nulla da fare”.

La responsabilità non fu del controllore, nessun dubbio per il gup Eva Toscani. Resta l’incognita sulla responsabilità civile di Trenitalia, a carico della quale il fascicolo resta tuttora aperto. Una tragedia per tanti versi simile si verificò il 19 marzo dello scorso anno in Salento. Anna Corallo, 69 anni, di Lizzanello, morì mentre scendeva dal Lecce-Torino delle 11,28. L’ingegnere Antonio Vernaleone, perito incaricato dalla famiglia della vittima ha bollato la pericolosità del particolare sistema di apertura delle porte con il treno in movimento.

Per azzerare ogni rischio sarebbe sufficiente l’adozione di un sistema che consenta al capotreno di chiudere tutte le porte con un pulsante o con un comando prima di avviare il treno, dice il perito. Quale ruolo abbiano avuto le fatali porte scorrevoli nella tragedia in cui perse la vita Giuseppina Tagliente, è incognita tutta ancora da chiarire.

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