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Cronaca

Fanghi sepolti, tre centrali coinvolte

VIBO VALENTIA – Non provenivano solo dalla centrale Enel di Cerano, a Brindisi, ma anche da quelle di Termini Imerese e Priolo Gargallo, rispettivamente in provincia di Palermo e di Siracusa, i fanghi industriali che invece di essere smaltiti in apposite discariche, finivano sotterrati all’interno del’azienda dismessa di San Calogero (Vibo Valentia) e in un vicino agrumeto.

VIBO VALENTIA – Non provenivano solo dalla centrale Enel di Cerano, a Brindisi, ma anche da quelle di Termini Imerese e Priolo Gargallo, rispettivamente in provincia di Palermo e di Siracusa, e da altre aziende, par di capire, i fanghi industriali che invece di essere smaltiti in apposite discariche, finivano sotterrati all’interno del’azienda dismessa di San Calogero (Vibo Valentia) e in un vicino agrumeto.

Fanghi, dicono le perizie dell'Operazione Poison scattata mercoledì, che contenevano nichel, selenio, vanadio, stagno, solfuri, fluoruri e cloruri, tanto che il prefetto di Vibo, Luisa Latella, il 21 luglio 2010 dispose la distruzione dei prodotti agricoli della zona, a tutela della salute pubblica. Le indagini della Guardia di Finanza di Vibo dirette dal procuratore cominciate nel novembre del 2009, erano già a buon punto. Si è stimato che l’operazione illecita abbia indotto un elevato risparmio per il conferitore dei rifiuti, pari almeno al danno apportato al territorio di San Calogero, stimato in 18 milioni di euro.

La prima falla nel giro dei fanghi interrati si aprì proprio nel 2009 con l’arresto del titolare della fornace, Giuseppe Romeo, poi l’accertamento del coinvolgimento delle tre centrali termoelettriche Enel e di un gruppo di autotrasportatori, oltre che ad alcuni funzionari della Provincia di Vibo Valentia. Le ipotesi di reato sono quelle di associazione per delinquere finalizzata al traffico e all’illecito smaltimento di oltre 135.000 tonnellate di rifiuti pericolosi, al disastro ambientale con conseguente pericolo per l’incolumità pubblica, avvelenamento di acque e di sostanze alimentar , falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, nonché attività di gestione dei rifiuti non autorizzata, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti.

Infine, gli indagati. Cinque tra dirigenti e dipendenti della centrale Enel “Federico II” di Brindisi (Calogero Sanfilippo, Luciano Pistillo, Carlo Aiello, Diego Baio e Giuseppe Incampo), il legale rappresentante della Fornace Tranquilla srl, Umberto Acquistapace, e i dipendenti Francesco Pontoriero, Angelo Vangeli, Giuseppe e Stefano Romeo, i legali rappresentanti delle imprese di autotrasporto (Vito Sabatelli, Antonio Roma, Angelo Ippolito, Giuseppe Marraffa, Vito Sacco, Rocco Aversa). Sul registro della Procura anche due funzionari dell’amministrazione provinciale di Vibo Valentia, Giuseppe De Seta e Teresa Vavelà, che con presunte false attestazioni avrebbero favorito lo stoccaggio ed il sotterramento degli scarti industriali.

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