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Cronaca

Il sindacalista non diffamò il dirigente della Provincia: arriva l'assoluzione

Ordinaria attività sindacale o frasi diffamatorie nei riguardi del dirigente? Per il giudice di pace di Brindisi quanto riportato in una missiva da un sindacalista non avrebbe potuto ledere la reputazione dell'allora dirigente del Servizio amministrazione generale della Provincia.

BRINDISI - Ordinaria attività sindacale o frasi diffamatorie nei riguardi del dirigente? Per il giudice di pace di Brindisi quanto riportato in una missiva da un sindacalista non avrebbe potuto ledere la reputazione dell’allora dirigente del Servizio amministrazione generale della Provincia. E’ stato assolto dal giudice di pace Francesco De Vitis il coordinatore sindacale Domenico Calcagno, difeso dall’avvocato Fabio Di Bello.

Gli veniva contestato di “aver offeso la reputazione di Gianfreda” che lo aveva denunciato, “comunicando con più persone e attribuendogli un fatto determinato”.

Tutto per una missiva diretta a numerosi organi politici e amministrativi dello Stato e della Provincia di Brindisi, nel settembre 2009, oltre che alla procura generale e alla procura regionale della Corte dei Conti perché venissero esaminati atti amministrativi allegati per la verifica della loro conformità alla legge e alle prescrizioni ministeriali.

Una serie di “perplessità critiche” secondo l’accusa che avevano secondo il dirigente gettato discredito sul suo conto in particolare nella parte in cui si affermava: “Attesa la legittimità dei fatti esposti, in quanto determinati in assoluto e consapevole spregio dei rilievi e delle censure sollevate dal ministero dell’Economia e delle Finanze in occasione dei recenti accertamenti ispettivi eseguiti presso questa amministrazione, nonché la loro lesività poiché arrecavano danno alle posizioni soggettive dei lavoratori summenzionati all’erario pubblico”.

La querela fu depositata nel novembre del 2009. Trattandosi di diffamazione non aggravata il processo si è svolto dinanzi al giudice di pace di Brindisi che ieri ha pronunciato la sua sentenza. Nessun illecito da parte del sindacalista, nulla di quello che aveva riportato era offensivo nei confronti del dirigente. L’attività sindacale consente anche censure piuttosto “pesanti”, senza che si sconfini nel personale. Specie se e quando le doglianze vengono riportate alle autorità competenti. 

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