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"Operai Nubile indagati: qui aumentano le denunce, non il lavoro"

Era un difesa del luogo e del posto di lavoro, e dei salari, la dimostrazione che a gennaio misero in atto i dipendenti della Nubile Srl, che presidiarono i cancelli degli impianti affidati alla società di Luca Screti. Lo dice il sindacato Cobas

BRINDISI – Era un difesa del luogo e del posto di lavoro, e dei salari, la dimostrazione che a gennaio misero in atto i dipendenti della Nubile Srl, che presidiarono i cancelli degli impianti affidati alla società di Luca Screti. Lo dice il sindacato Cobas, a proposito della chiusura delle indagini a carico di 14 lavoratori della stessa società. “Possiamo fare il sindaco nuovo , nel nostro caso sindaca a cui facciamo gli auguri di buon lavoro perché ne avrà tanto bisogno , ma le uniche cose che crescono in questa città sono la disoccupazione, le denunce per il lavoro , le condanne”.

Lo scrive il responsabile del  Cobas di Brindisi, Roberto Aprile, in un comunicato stampa. “Il 22 giugno inizia il processo di appello per le condanne subite da 29 persone per il ‘blocco della Monteco’ , avvenuto l’1 e 2 marzo del 2011. In quei giorni – ricorda Aprile citando un precedente caso - un centinaio di disoccupati brindisini svolse una protesta davanti i cancelli della Monteco, società che allora svolgeva la raccolta dei rifiuti urbani nella nostra città, chiedendo che le sostituzioni estive per ferie o per altri motivi dovevano riguardare disoccupati del luogo e non come stava avvenendo, lavoratori da fuori”.

“Nel mese di ottobre addirittura 19 su 29 imputati  finirono agli arresti domiciliari. Il processo di primo grado si è concluso il 30 settembre 2014 con condanne dai 5 ai 10 mesi. La lotta però fu vincente perché il sindaco di allora, Domenico Mennitti, cambiò delle norme nel capitolato d’appalto a favore dei disoccupati brindisini”, sottolinea il dirigente del Cobas.

“Ma ieri come oggi invece di considerare il lavoro un problema di ordine sociale e come tale affrontato seriamente diventa ancora una volta un problema di ordine pubblico. Il sindacato Cobas esprime solidarietà ai 14 lavoratori della ditta Nubile che hanno ricevuto l’avviso di fine indagine ed invitati a nominarsi un avvocato difensore per il reato di blocco di servizio pubblico riferito all’impianto di Cdr. Erano ormai diverse settimane che i lavoratori della ditta Nubile , dopo la rescissione del contratto da parte del Comune di Brindisi , erano impegnati come volontari alla salvaguardia degli impianti affinché non venissero depredati di tutto con gravi difficoltà a riprendere  eventuali attività”.

Secondo Roberto Aprile, “era quello che stava per succedere con l’affidamento da parte del Comune di Brindisi all’Amiu l’attività di rimozione  dei rifiuti rimasti nell’impianto di Cdr   che la ditta Nubile non aveva voluto smaltire  prima di lasciare. C’era stato infatti un incontro il 4 gennaio 2016 in sede Amiu a Bari dove si era parlato delle difficoltà per l’immediato passaggio dei lavoratori. In quella stessa riunione  era nato l’impegno che per la eventuale pulizia dai rifiuti rimasti da tempo nel Cdr qualcuno poteva essere già chiamato”.

“Invece  il 15 gennaio i lavoratori trovano la sorpresa che l’Amiu avvalendosi di una ditta sempre di Bari voleva pulire l’impianto. I lavoratori  avanzarono in quella occasione delle rimostranze (la  stessa amministrazione comunale censurò il grave atteggiamento dell’Amiu) che a poco servirono contro l’arroganza dell’azienda . Dove avviene  questa interruzione di pubblico servizio con un impianto fermo e lasciato al suo destino per mesi ancora lo dobbiamo capire”, dichiara Aprile. “La lotta continua  nelle aule dei tribunali per dire che non c’è vera giustizia in questa società per i più deboli e nelle piazze da parte dei lavoratori ex Nubile per riprendersi il proprio posto di lavoro”.

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