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Cronaca

"Industrie sicure", l'imprenditore ai domiciliari: "Non ho mai ricettato nulla"

Riceviamo e pubblichiamo una nota inviata dall'imprenditore Tiziano Martina, una delle persone indagate in regime di domiciliari nell'ambito dell'operazione "Industrie sicure" sui furti nella zona industriale e ai danni degli impianti fotovoltaici, tramite il suo avvocato Orazio Vesco.

BRINDISI - Riceviamo e pubblichiamo una nota inviata dall'imprenditore Tiziano Martina, una delle persone indagate in regime di domiciliari nell'ambito dell'operazione "Industrie sicure" sui furti nella zona industriale e ai danni degli impianti fotovoltaici, tramite il suo avvocato Orazio Vesco.

Sono un commerciante ed un imprenditore brindisino e da molti anni mi occupo  relazioni commerciali della ditta Cannone Antonio & c. S.n.c., ditta che  da 50 anni si occupa di autodemolizioni .
Ho letto con attenzione gli articoli, purtroppo dedicati a me, e credo siano  doverose da parte mia alcune precisazioni, non perché intendo difendermi "fuori" dal tribunale, ma solo per amore delle persone che mi sono vicine e che rappresentano la mia famiglia, aziende comprese.
Non ho mai ricettato alcun materiale rubato: con la Tecnogal abbiamo rapporti  di amicizia e commerciali quotidiani e, sia detto, solo per inciso, molti dei conferimenti di metalli che Tecnogal ci fornisce sono a titolo gratuito e ciò  rende inverosimile che io abbia potuto acquistare, pagandone un prezzo, merce rubata alla Tecnogal. Offrirò nelle sedi opportune la relativa documentazione.
Ho subìto nel corso degli anni svariate indagine - tanto io quanto le mie  aziende, infatti, sono state oggetto di numerose perquisizioni e verifiche, sia  personali che aziendali- senza che mai gli investigatori, pure attenti e capillari, abbiano rinvenuto alcuna merce di sospetta provenienza e men che  meno materiali rubati nella mia disponibilità o in quella delle mie aziende.
Di fatto, come ho avuto modo di leggere dalle cronache degli ultimi giorni,  in particolare in un articolo del 14/02/2015, ma come del resto ho avuto altresì modo di leggere dagli atti processuali, altri, e non noi, avrebbero  svolto il ruolo di ricettatori che, invece, mi si attribuisce.
Per esempio, il camion con gru fermato dalla polizia all'interno dello stabilimento Scandiuzzi di Brindisi appartiene non al sottoscritto bensì ad una rinomata ditta di Francavilla Fontana.
Se poi occorre di precisare il mio ruolo rispetto ad un furgone sequestrato  nel corso delle indagini, unico mezzo di mia proprietà "ma solo dal punto di vista dell'intestazione PRA", è bene che si sappia che il mezzo in questione era stato da me venduto mesi prima del fatto in contestazione con relativo atto di vendita e che è stato sottratto dal piazzale della ditta Cannone ove si  trovava, regolarmente caricato sui registri, per la demolizione.
In fine, se mi è consentita un'ultima precisazione: La denunzia di furto del mezzo in questione è stata sporta da mio suocero  solo perchè il mezzo era in deposito presso lo stabilimento dell'azienda della quale è amministratore unico.
Le circostanze concrete esposte nella denunzia sono state rappresentate da mio suocero Cannone Antonio ai Funzionari di Polizia solo sulla base delle poche informazioni frettolose da me  a lui fornite.
Vi ringrazio per l'ospitalità di questa mia nota sulla Vs. testata, tesa esclusivamente a precisare il reale accadimento dei fatti ed a scongiurare il pericolo che, con me, vengano condannati, anticipatamente, anche i miei  famigliari e le mie aziende. 
Sentitamente ringrazio. Tiziano Martina.

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