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Cronaca

Lettera delle maestre ad alunni e genitori: "Ecco perchè scioperiamo"

Cari bimbi, in questa lettera avremmo voluto raccontarvi il passato glorioso del nostro meraviglioso Paese, parlandovi dei navigatori che hanno contribuito a cambiare la storia del mondo, in positivo." Così inizia la lettera che le maestre della scuola elementare Marinaio d'Italia hanno consegnato ai propri alunni per spiegare il disagio di uno sciopero ma anche l'amarezza vissuta

BRINDISI - "Cari bimbi, in questa lettera avremmo voluto raccontarvi il passato glorioso del nostro meraviglioso Paese, parlandovi dei navigatori che hanno contribuito a cambiare la storia del mondo, in positivo." Così inizia la lettera che le maestre della scuola elementare Marinaio d'Italia hanno consegnato ai propri alunni per spiegare il disagio di uno sciopero ma anche l'amarezza vissuta dalle stesse e dalla scuola italiana per un sistema che non riconosce il "valore" degli insegnanti, fulcro di una comunità,  di un popolo, di una civiltà.

 "Avremmo voluto anche raccontarvi di quelle persone comuni, poi diventate eroi, che hanno combattuto per la nostra libertà. Ad esempio di quel Garibaldi che “fu ferito, fu ferito ad una gamba…”, da voi nominato in una famosa filastrocca che fa da colonna sonora a tanti momenti di spensieratezza. Soprattutto avremmo voluto dirvi che la storia è maestra di vita e che insegna sempre qualcosa a chi nasce dopo. Ma vi mentiremmo. Oggi, purtroppo, dobbiamo raccontarvi un’altra storia”, scrivono le maestre nella lettera.

“La storia delle vostre maestre che hanno un compito delicatissimo: quello di insegnarvi, giorno dopo giorno, l’importanza del rispetto. Rispetto per la vita, per i compagni, per gli animali, per le piante, per le regole, per le emozioni altrui, per l’intelligenza, che non andrebbe mai offesa o calpestata. Rispetto verso tutto, insomma. E già questo sarebbe un compito per nulla semplice! Invece, in aggiunta, a noi insegnanti viene chiesto anche altro, come occuparci della vostra crescita, del vostro futuro”.

“Ebbene sì, bimbi! Tutte quelle sveglie all’alba, tutti quegli atti di coraggio nel lasciare il letto la mattina (che fate voi ma che facciamo anche noi) non sono vani. Servono a costruire il vostro futuro e, insieme, quello del Paese in cui viviamo. Il futuro di uno Stato – sottolineano le insegnanti della Marinaio d’Italia - passa sempre dalla scuola che, quindi, è importantissima! Pensate che in Giappone gli unici sudditi che non hanno l’obbligo di inchinarsi davanti all’imperatore in segno di rispetto sono proprio gli insegnanti. E sapete perché? Perché senza gli insegnanti non ci sarebbero imperatori.  Ma neanche benzinai, commesse, medici, scienziati, parrucchieri, vivaisti, carabinieri, gli stessi insegnanti”. E’ la sintesi dei principi costituzionali di eguaglianza, pari dignità, doveri e diritti dei cittadini.

La scuola Marinaio d'ItaliaE anche la scuola pubblica è un fondamento della Costituzione italiana. “La scuola è come la nostra colonna vertebrale: tiene in piedi un intero Stato. Eppure c’è chi sta cercando di spezzarla, questa spina dorsale. Come? Con una riforma che si chiama: ‘La buona scuola’. Per fortuna non è ancora legge ma poco manca che lo diventi e le leggi, una volta che sono tali, vanno rispettate. Noi tenteremo di non farla diventare definitiva, scioperando domattina. Lo sciopero ci costa caro, bimbi: sullo stipendio del mese successivo ci tolgono quasi 100 euro, che è più del doppio di quanto viene pagata la nostra giornata di lavoro. Quindi a noi mica converrebbe farlo! Ma…Sì, c’è un ma! Questa volta cercheremo noi di essere delle eroine che lottano per la libertà, la vostra e la nostra”.

“Libertà per voi di essere reputati tutti uguali e non considerati ‘bravibravissimiì perché avrete frequentato una scuola con prof ‘belli-buoni-sorridenti-attenti-preparati-accoglienti-comunicativi-tecnologici-innovativi’ (e che però non avranno studiato così tanto da meritare di occuparsi della vostra crescita) o, al contrario, guardati con sufficienza e indifferenza, perché avrete frequentato una scuola con insegnanti normali, come siamo noi, con un diploma o una laurea e un concorso superato. Insegnanti senza grandi titoli, insomma, ma di sicuro con tanto amore e tanta passione. Insegnanti per i quali ognuno di voi è importante, nel significato latino del termine che è ‘portato dentro’. Voi siete nel nostro cuore, come in quello dei vostri genitori, dei nonni, degli zii e di chiunque vi voglia bene e voglia sempre vedervi sorridenti e sereni. E trattati, nella vita, con giustizia ed uguaglianza”, spiega la lettera, che è soprattutto diretta alle famiglie, ai padri e alle madri degli allievi, ai quali è arrivata affidata agli zainetti e alle mani dei bambini.

“C’è però in gioco anche la libertà per noi maestre che vorremmo continuare a insegnare nel modo in cui a voi piace, facendo esperimenti, andando nei musei, partecipando a laboratori di storia o di arte, leggendo un libro nel cortile. Libertà di decidere quale progetto sia migliore per la classe, tipo scoprire come si realizza un gelato artigianale o conoscere la nostra storia andando in giro per la città. Se questa proposta diventa legge, avremo poco tempo per il gioco e meno ancora per scherzare perché saremo tutti costretti a fare la parte di quelli seri, impegnati, voi e noi, a riempire pagine e pagine di quaderni per dimostrare che siamo bravi, i più bravi!, e che perciò dobbiamo essere premiati. Forse… Perché con la ‘buona scuola’ non sempre verrà premiato davvero il più bravo!, ma, la maggior parte delle volte, chi avrà più amici. Ma mica quelli sinceri, affidabili e buoni come i vostri e i nostri! Nooooooooooooooooo!!! Saranno premiati quelli che avranno amici tipo..tipo Lucignolo, ecco! O il gatto e la volpe, per intenderci. Credete sarà una cosa giusta?”.

Lo sciopero di oggi, 5 maggio: “Domani, bimbi, lotteremo per i vostri diritti, per darvi il meglio che ognuna di noi possa offrirvi e per far sì che la scuola non diventi una ‘sola’ (che in romanesco significa “fregatura”). Cento euro nostri in cambio dei vostri diritti: diritto alla libertà e diritto allo studio, diritti che voi avete già per il solo fatto di essere nati in Italia e che nessuno deve osare togliervi. Lottiamo, senza violenza, ma solo con una penna in mano. Le penne, si sa, possono cambiare la storia…". Con tanto amore, le vostre maestre. (Giovina Ficco, Luigina Cagnazzo, Annalisa Giampietro, Rosalba Stasi, Giovanna Conversano, Chiara de Leonardis, Irene Mangos, Giusi Selleri, Moira Palmisano, Rosalba Catone, Maria Rosaria de Leonardis, Iole Casagrande, Katiuscia Romano, Marialetizia Palma, Annarita Lecci, Ida Manco, Elisa Semeraro, Paola Calvaruso), Antonella Pedio e Giovanna Ruggiero.

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