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Cronaca

L'immigrato dove lo metto: ira sindaco

BRINDISI - E alla fine sono rimasti in quattro: Comune, Nazioni unite, Vigili del Fuoco e Caritas. Dovranno gestire la complicata, e fitta di urgenze, faccenda del trasferimento dei 150 immigrati del dormitorio comunale di via Provincfiale San Vito in altra struttura provvisoria in attesa delle modifiche e della messa in sicurezza dello stesso dormitorio, e della costruzione di un nuovo centro di accoglienza a Tuturano. Gli altri, secondo il sindaco Mimmo Consales, sono spariti. Ora una ipotesi di soluzione c'è: il tensostatico offerto dalla base Onu può essere montato dai Vigili del Fuoco nel campetto di calcio della loro ex caserma, a duecento metri dall'ex dormitorio, ma servono brande, coperte, bagni chimici e altri materiali. Il sindaco perciò è arrabbiato.

BRINDISI - E alla fine sono rimasti in quattro: Comune, Nazioni unite, Vigili del Fuoco e Caritas. Dovranno gestire la complicata, e fitta di urgenze, faccenda del trasferimento dei 150 immigrati del dormitorio comunale di via Provincfiale San Vito in altra struttura provvisoria in attesa delle modifiche e della messa in sicurezza dello stesso dormitorio, e della costruzione di un nuovo centro di accoglienza a Tuturano. Gli altri, secondo il sindaco Mimmo Consales, sono spariti. Ora una ipotesi di soluzione c'è: il tensostatico offerto dalla base Onu può essere montato dai Vigili del Fuoco nel campetto di calcio della loro ex caserma, a duecento metri dall'ex dormitorio, ma servono brande, coperte, bagni chimici e altri materiali. Il sindaco perciò è arrabbiato.

“Per l’ennesima volta ho avuto conferma del fatto che tra il dire e il fare…..ce ne passa. Mi riferisco allo spinoso problema del Dormitorio per immigrati di via Provinciale San Vito. Come è noto sulla struttura grava una ordinanza di sgombero firmata dal Commissario Prefettizio prima di andar via ed ovviamente non eseguita. Per liberarmi da responsabilità di carattere personale avrei dovuto dar corso a tale ordinanza, sbattendo in mezzo alla strada tutti gli ospiti della struttura (dovrebbero essere non meno di 150). E’ chiaro che non me la sono sentita e quindi preferisco rischiare, consapevole della responsabilità che mi sono assunto. Contemporaneamente ho attivato i miei collaboratori per individuare una soluzione-tampone", dice Consales in un comunicato.

Il sindaco illustra la situazione: "Per la prima ipotesi abbiamo reperito, nell’asfittico bilancio del Comune, i fondi necessari ad effettuare interventi urgentissimi di manutenzione straordinaria all’interno del Dormitorio e quindi siamo pronti ad agire. Resta da risolvere il problema della sistemazione provvisoria per consentire (occorreranno almeno due mesi) l’esecuzione dei lavori. Pensavamo di poter contare sulla piena collaborazione di tutta la città ed invece ci siamo scontrati con un muro di indifferenza. Chi ha risposto positivamente al nostro appello lo ha fatto con uno slancio che merita di essere considerato. Mi riferisco alla base delle Nazioni Unite che ha messo a nostra disposizione una tensostruttura di notevoli dimensioni. I vigili del fuoco, invece, ci aiuteranno a montarla e, più in generale, ad allestire il campo che sorgerà probabilmente proprio nel campetto di calcio della loro ex caserma. La Caritas - prosegue Consales - (a cui è affidata la gestione del Dormitorio), ovviamente, con il solito slancio ha messo a disposizione i propri volontari per aiutarci in tutto questo percorso tortuoso.

Quindi arriva il capitolo delle critiche: "Per il resto, solo tante manifestazioni di buona volontà ma nessun aiuto concreto. Nel frattempo, i giorni passano ed il rischio che possa accadere qualcosa all’interno di una struttura inagibile aumenta. Ed a ciò si aggiunga che si avvicina il periodo invernale durante il quale non sarà agevole far vivere gli immigrati all’interno di una tendopoli. Che fine ha fatto la solidarietà umana manifestata in passato dalla popolazione e dagli enti del territorio? Possibile che la Regione Puglia non sia in grado di aiutarci in un momento così difficile per la nostra comunità? Per Brindisi, è inutile negarlo, questo problema rappresenta una autentica calamità perché proprio non me la sento di abbandonare al proprio destino gli ospiti di questa struttura", confessa il primo cittadino di Brindisi lasciato col cerino acceso in mano dagli altri enti.

"Certo, all’indomani della ristrutturazione dovremo limitare il numero degli accessi a non più di ottanta persone e faremo in modo da tutelare i più deboli e bisognosi. Ma adesso bisogna agire ed è per questo che rivolgo un appello alla Regione Puglia, alla Provincia, alla Camera di Commercio, all’Autorità Portuale, così come a club service ed agli imprenditori locali, affinché si possano trovare i mezzi (tende, bagni chimici, cucine da campo) e le risorse per risolvere questo problema. Ne va dell’immagine della nostra città - afferma Mimmo Consales - che in questa occasione potrà dimostrare di essere a tutti gli effetti una comunità sensibile ai problemi di carattere umanitario”.

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