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Cronaca

Miracolo di Natale al porto: sospesa applicazione della legge per riaprire un bar

L'unico termine per giustificare ciò che è accaduto al porto di Brindisi in questi giorni che precedono il Natale è: incredibile. Una disapplicazione, sia pure temporale, della legge da cui il funzionario comunale competente prende formalmente le distanze

BRINDISI – L’unico termine per giustificare ciò che è accaduto al porto di Brindisi in questi giorni che precedono il Natale è: incredibile. Una disapplicazione, sia pure temporale, della legge da cui il funzionario comunale competente prende formalmente le distanze, mentre l’Autorità Portuale oggi con l’ennesimo comunicato sbandiera un atto che meriterebbe invece ben altre attenzioni da parte di chi deve vigilare sulla legittimità delle decisioni della pubblica amministrazione.

Cosa è accaduto? Che per mettere una pezza (come al solito) ad una situazione di irregolarità che persiste da anni e riguarda il prefabbricato adibito a terminal di proprietà dell’authority, esistente all’interno del varco doganale di Costa Morena-Punta delle Terrare, dichiarato inagibile due giorni fa dal Servizio annona del Comune, con notifica di inibizione alla prosecuzione dell’attività del bar che si trova all’interno, ora su disposizione del sindaco Mimmo Consales lo stesso Servizio annona sta emettendo (non è ancora notificato) un altro provvedimento che sospende l’inibizione e concede all’Autorità portuale tempo per produrre gli atti necessari al conseguimento dell’agibilità.

Il prefabbricato che fa da terminal pubblico a Costa MorenaLa notizia circolava già da ieri: la società concessionaria, inconsapevole ovviamente dalla situazione di non conformità alle leggi vigenti del prefabbricato (bisognerebbe sapere esattamente da quanto permane tale situazione e perciò se è legale che l’authority abbia rilasciato in concessione una struttura inagibile), rischiava una danno economico notevole perché il bar sarebbe rimasto chiuso proprio nel periodo di esodo natalizio dei cittadini albanesi diretti in patria. Il punto era e resta solo questo. Fatto ancora più grave, l’Autorità Portuale era perfettamente informata della contestazione da parte del Servizio annona del Comune, avendo ricevuto il 5 dicembre la notifica per provvedere all’esibizione degli atti ritenuti necessari a certificare l’agibilità del terminal prefabbricato. Ma nulla è accaduto.

Quando il concessionario, invece, si è presentato in Comune con carte fornitegli dall’Autorità Portuale, si è trovato di fronte al fatto che la documentazione non era assolutamente idonea. Quindi si è proceduto a norma di legge, con l’inibizione dell’attività del bar. A quel punto, sono scattati meccanismi che non sono noti, e che è bene ricordare, non sono stati applicati neppure nei giorni difficili del caso Larks, quando sono rimasti a terra a Brindisi e in Grecia migliaia di passeggeri oltre alla reputazione del porto (immagine che non dipende dai giornali, come i cittadini ben sanno). Invece per scongiurare la chiusura di un bar, il cui gestore avrebbe ogni ragione per recriminare, si badi bene, si giunge addirittura alla sospensione di un provvedimento dirigenziale, invocando motivi di ordine pubblico, che esistevano davvero nei giorni della Larks, ma non certo in questi perché esiste un alto bar sempre all’interno del varco doganale, e c’è anche un terminal privato appena fuori dallo stesso varco dotato di ogni servizio. E quando mai sono scoppiate sommosse per una merendina o un espresso?

Ma questo accade al porto di Brindisi. Cosa dice oggi l’Autorità Portuale? Ecco tutti i passaggi del comunicato: “Grazie alla sensibilità dimostrata da S.E. il prefetto di Brindisi, Nicola Prete, e dal sindaco, Mimmo Consales, si è riusciti a porre rimedio ad un provvedimento emanato dal dirigente del settore Annona del Comune il quale non ha tenuto conto del particolare periodo in cui il provvedimento sarebbe stato operante e degli evidenti e prevedibili disagi che sarebbero derivati ai passeggeri che si imbarcavano a Brindisi per raggiungere le proprie famiglie in Albania e Grecia, con possibili ricadute sull’ordine pubblico, nonché sicuro effetto negativo per l’immagine della nostra città”.

Ma non è tutto. Si offrono interpretazioni della legge che lasciano trasecolati: “L’Autorità portuale aveva infatti chiarito che, a suo parere, così come era avvenuto nel passato per la medesima concessione, si riteneva che il certificato di collaudo relativo alla struttura potesse essere considerato equivalente al certificato di agibilità che il dirigente all’Annona aveva richiesto. L’Ente aveva, altresì, confermato la sua totale disponibilità ad una interlocuzione che portasse ad una definitiva risoluzione della problematica, anche in adesione ad una richiesta di uno specifico certificato di agibilità. La particolare situazione e le dichiarazioni dell’Autorità portuale avrebbero potuto suggerire al dirigente all’Annona un atteggiamento meno intransigente, atteso che comunque la struttura opera nelle condizioni odierne da oltre un decennio. Questo evidentemente non tralasciando un’attenta e pedissequa osservanza delle disposizioni di legge alle quali i due Enti hanno informato ed informano costantemente le rispettive azioni”.

La sede dell'Autorità portuale di BrindisiBene. BrindisiReport.it questa mattina, prima che il comunicato fosse diramato ha chiesto spiegazioni sull’accaduto all’assessore comunale all’Annona, De Maria, il quale ha detto di non essere al corrente degli aspetti tecnici del caso. Direttamente chiamato in causa dall’Autorità Portuale, che a Brindisi può permettersi il lusso di fare operare senza agibilità per dieci anni una propria struttura, di non rispondere venti giorni prima alle richieste del Comune, e venti giorni dopo di bacchettare pubblicamente senza problemi un funzionario del Comune, ha risposto invece nel merito il dirigente interessato, Nicola Zizzi.

Scrive Zizzi: “Diventa vano e sterile ogni richiamo alle norme vigenti se contestualmente si definisce intransigente colui che unicamente opera nel rispetto di dette leggi. In ogni caso, l’Autorità portuale, nei tempi in cui poteva farlo, non ha inteso fornire, dietro richiesta, alcun cenno di risposta. La tesi dell’equivalenza del collaudo all’agibilità è una tesi di parte e stupisce che un ente pubblico la faccia propria. Ad ogni modo, visto l’atto di indirizzo impartito dal sindaco sul presupposto che l’Autorità portuale, rimediando a un sua evidente carenza, con una nota del 22 dicembre si è impegnata a conseguire l’agibilità in breve tempo, si è provveduto con provvedimento in corso di emanazione, su indirizzo del sindaco ripeto, e per senso di responsabilità verso esigenze richiamate, a fornire un termine di provvisoria apertura del suddetto esercizio”. 

Insomma. In questa vicenda ognuno si è quanto meno assunto esplicitamente o implicitamente le proprie responsabilità. Sappiamo tutti che l’agibilità quel prefabbricato non ce l’ha e che non è detto che riuscirà a riceverla: non bisogna dimenticare che in quell’area il Piano regolatore portuale non prevede strutture al servizio del traffico passeggeri, e che proprio su questo si è conclusa con 8 indagati una indagine della procura. Anche se siamo a Brindisi, non tutti i miracoli sono consentiti. Neppure alla vigilia di Natale.

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