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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca San Michele Salentino

Morì nel crollo del capannone: il pm chiede il rinvio a giudizio per quattro persone

Tra gli imputati per omicidio colposo c'è anche l'imprenditore e nominato commissario per i Giochi del Mediterraneo Massimo Ferrarese. Franco Mastrovito perse la vita nel gennaio 2021

BRINDISI - Il 26 gennaio 2021 il 49enne Franco Mastrovito morì in seguito al crollo di un capannone a San Michele Salentino. Ieri, giovedì 18 maggio 2023, il pm titolare dell'inchiesta, Alfredo Manca della Procura di Brindisi, ha chiesto in aula il rinvio a giudizio di quattro persone più una società. L'ipotesi di reato è omicidio colposo, oltre a quello di lesioni personali colpose. Infatti l'incidente coinvolse anche degli operai. Tra i quattro imputati compare anche l'imprenditore, ex politico e nominato dal governo commissario straordinario per i Giochi del Mediterraneo di Taranto Massimo Ferrarese, 61enne di Francavilla Fontana. Gli altri imputati sono: Domenico Padula (50enne di Francavilla Fontana), Stefano Barletta (58enne di San Michele Salentino) e Giuseppe Mazzotta (60enne di Novoli, nel Leccese). Chiesto il processo anche per la Padula Service srl, società con sede a Grottaglie (provincia di Taranto), per un illecito amministrativo. La famiglia di Mastrovito, assistita dall'avvocato Donato Musa, ha chiesto di costituirsi parte civile. Il gup, Stefania De Angelis del Tribunale di Brindisi, ha accolto la richiesta.

I fatti

E' il 26 gennaio 2021. In contrada Ajeni, nell'agro di San Michele Salentino, alcune persone sono al lavoro in un capannone. Era in corso d'opera l'ampliamento di una concessionaria. In cinque stanno lavorando, sono alle prese con il getto di calcestruzzo per mezzo di una autopompa, c'è da formare la "caldana armata". Tra costoro, c'è anche Franco Mastrovito, addetto al comando della pompa autocarrata mediante un radiocomando joystick. A un certo punto, crolla il quarto impalcato, sul terzo impalcato, per un'area pari a 112 metri quadri. Viene investito il primo impalcato, che rovina, a causa dei detriti caduti, al piano terra, proprio dove si trovano i lavoratori. In cinque rimangono sepolti, riportando tutti gravi lesioni. Sul posto si recano immediatamente i sanitari del 118 e i vigili del fuoco. La situazione appare subito grave. Franco Mastrovito muore sul colpo, un operaio verrà ricoverato, prognosi riservata per lui. Intanto giungono sul posto anche lo Spesal dell'Asl di Brindisi e i carabinieri della stazione di San Michele Salentino e della compagnia di San Vito Dei Normanni.

Le indagini

Occorre fare luce sulla vicenda: un uomo, un padre di famiglia ha perso la vita mentre lavorava. Com'è possibile che il solaio sia crollato? Il pm Alfredo Manca prova a dare risposte. Viene disposta l'autopsia sul corpo della vittima e viene sequestrato il capannone teatro della tragedia (che verrà successivamente dissequestrato). Sigilli anche a un autocarro Iveco Custer, di proprietà di Mastrovito, titolare della ditta che stava eseguendo una parte dei lavori. Le ipotesi di reato sono quelle di omicidio colposo e di lesioni personali colpose. Alcuni nomi vengono iscritti nel registro degli indagati: se ne conteranno undici. Scorrendo quanto contestato a Domenico Padula (amministratore unico della Padula Service), non è stato realizzato il "collarino" "di collegamento tra il pilastro posto in angolo sul prospetto est, in adiacenza al corpo di fabbrica già esistente e operante della ditta 'Autopro' (la concessionaria, ndr), e il plinto sottostante, così come previsto in maniera specifica e chiara nei grafici progettuali, rendendo di fatto il pilastro scollegato dalla fondazione e appoggiato solo per gravità sulla stessa, quindi totalmente instabile". Inoltre, non erano state adottate, "durante la costruzione di opere sporgenti dai muri e nella specie delle caldane armate di completamento dei solai in tegoli prefabbricati, le precauzioni necessarie a impedirne la caduta". Infine: non sono state realizzate "le armature provvisorie per la esecuzione delle 'caldane armate' di completamento dei solai in tegoli prefabbricati, in modo tale da assicurare, in ogni fase lavorativa, la necessaria solidità con modalità tali da consentire, a getto di calcestruzzo ultimato, la successiva opera di disarmo".

In Tribunale

Undici indagati, dunque. Ma la posizione di molti viene stralciata: in questo procedimento risultano indagati in quattro, più una società (poi diverranno imputati). Massimo Ferrarese è amministratore unico della Prefabbricati Pugliesi srl. Per il pm non avrebbe accertato l'idoneità delle opere eseguite dal committente o da terzi, in particolare la mancata realizzazione del "collarino" di cui si è detto sopra. Giuseppe Mazzotta (calcolatore e direttore dei lavori strutturali), per l'accusa avrebbe omesso la "doverosa vigilanza" durante l'esecuzione delle opere da parte della Padula Service. In poche parole, avrebbe dovuto rilevare la mancata presenza del "collarino" e sospendere immediatamente i lavori. Stefano Barletta (coordinatore della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori) non avrebbe predisposto il "piano di sicurezza e coordinamento" e non avrebbe organizzato tra i datori di lavoro delle varie imprese, comprese le imprese individuali, la cooperazione e il coordinamento delle varie attività lavorative. Per quanto riguarda, infine, la Padula Service, a tale azienda viene contestato un illecito amministrativo: cioè il non aver adottato un modello di organizzazione tale da prevenire reati della stessa specie di quelli contestati ai quattro imputati in questo procedimento. Per questi motivi il pm Manca ha chiesto che le quattro persone accusate e la società vengano rinviate a giudizio. La prossima udienza presso il Tribunale di Brindisi (è la fase preliminare) è stata fissata per il 19 ottobre 2023. Gli imputati in questo procedimento sono assistiti dagli avvocati Vito Epifani, Vittoriano Bruno, Alberto Magli, Roberto Palmisano, Luca Perrone, Francesco Centonze.

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