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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Morvillo, un telecomando difettoso

BRINDISI – Istanti, attimi, minuti che percorrono delle direttrici che formano un triangolo. Il pullman con i pendolari che arrivano da Mesagne (tutti) tra cui le sette studentesse colpite nell'esplosione del 19 maggio 2012 dinanzi l'Ipsss Francesca Morvillo Falcone, delle quali solo una è di Tuturano. Le ragazze di Mesagne scendono in viale Aldo Moro, nei pressi del giardinetto di fronte la scuola; Giovanni Vantaggiato che si trova dietro al chiosco di via Galanti, con un occhio avrebbe potuto guardare le ragazze e con l’altro occhio tenere sotto controllo il cassonetto blu contenente le bombole piene di nitrato d’ammonio.

BRINDISIIstanti, attimi, minuti che percorrono delle direttrici che formano un triangolo. Il pullman con i pendolari che arrivano da Mesagne (tutti) tra cui le sette studentesse colpite nell'esplosione del 19 maggio 2012 dinanzi l'Ipsss Francesca Morvillo Falcone, delle quali solo una è di Tuturano. Le ragazze di Mesagne scendono in viale Aldo Moro, nei pressi del giardinetto di fronte la scuola; Giovanni Vantaggiato che si trova dietro al chiosco di via Galanti, con un occhio avrebbe potuto guardare le ragazze e con l’altro occhio tenere sotto controllo il cassonetto blu contenente le bombole piene di nitrato d’ammonio.

Le linee collegano i punti critici della scena: se le facessimo partire dal posto in cui si trova l’attentatore, ne avremmo una che arriva agli ordigni (sulla sinistra di Vantaggiato), l’altra linea che parte dal bidone e conduce al gruppetto di ragazze (di fronte ad esso) e l’ultima che dalle studentesse si ricollega con il 68enne.

Se è vero che il commerciante di Copertino voleva colpire quelle ragazze, non avrebbe iniziato a premere il telecomando circa quattro minuti prima che il gruppetto dove c'erano Melissa, Veronica, Vanessa, Selena, Sabrina e Azzurra, si trovasse a poco più di un metro dal cassonetto blu, che era stato collocato nella notte sul marciapiede all'entrata dell'Ipsss "Morvillo Falcone" (Vantaggiato si è attribuito questa operazione durante gli interrogatori.

Stando ai filmati delle due telecamere sul chiosco, e che ripercorrono quei pochi minuti terribili, Giovanni Vantaggiato avrebbe provato a far brillare la bomba qualche minuto prima delle 7.42 (momento in cui, invece, il comando dato dal telecomando che era nella sua mano sinistra, ha raggiunto la lampadina, all'interno del bidone blu e quindi scatenando l'esplosione).

Alle 7.37 circa, il pullman, ripreso anche dalla telecamera che si trova dalla parte antistante al chiosco, oltrepassa il semaforo e si ferma per far scendere gli studenti. Pochi passi, le ragazze si raggruppano e si avviano verso la scuola. Attraversano il marciapiede che costeggia il piccolo giardinetto (di fronte l'istituto) e si accingono ad attraversare la strada. Vantaggiato, ripreso dalla seconda telecamera, posizionata dietro al chiosco, stava già premendo il telecomando, lo aveva già premuto, prima che le ragazze arrivassero ad attraversare via Galanti per raggiungere il cancello della scuola.

Quindi? Quindi "Vanni" non voleva colpire quelle ragazze in particolare. Ma sei di loro erano arrivate quasi a ridosso del contenitore blu, che conteneva l'ordigno, proprio quando, il comando azionato da Vantaggiato è riuscito a collegarsi con il piccolo circuito. L'ultima volta che Giovanni Vantaggiato ha premuto il telecomando, è stato circa 64 secondi prima dell'esplosione. Questo dato lo si può solo cogliere mettendo insieme i due filmati delle due telecamere posizionate sul chiosco.

Chi voleva colpire realmente il 68enne di Copertino? Anche gli investigatori hanno raccolto l’ipotesi che il bomber forse voleva coinvolgere la fidanzata di un figlio di Cosimo Parato, l’uomo di Torre S. Susanna che ha cercato di uccidere senza riuscirci a partire dall’attentato del 23 febbraio 2008 facendolo saltare in aria con una bici imbottita di esplosivo ad innesco comandato a distanza, e collocata sotto casa della vittima. La ragazza è di Mesagne come quelle investite dallo scoppio, ma quel giorno, il 19 maggio, era rimasta a casa.

Vantaggiato voleva forse colpire il preside (ora sospeso dal Miur dall’incarico al Morvillo e in attesa di decisioni dell’Ufficio scolastico regionale), il professor Angelo Rampino dalla porta blindata? Il preside, alle 7.40 di solito era già a scuola ma non quella mattina: arrivò in ritardo, dopo l’attentato. Rampino era solito entrare nel piazzale interno dell’istituto con l’auto, proprio dal cancello dove era stato collocato il cassonetto con la bomba, ma talvolta anche da in altro ingresso secondario.

"Quella mattina - racconta una delle ragazze ferite a BrindisiReport.it - il cancello era chiuso sicuramente perchè il preside non era ancora arrivato, altrimenti sarebbe stato già aperto come le altre mattine, e noi eravamo solite entrare proprio da lì, mentre quella mattina, ricordo benissimo di aver detto alla mia amica che ci toccava entrare da quello più piccolo, pedonale, ma non c'è stato il tempo di farlo. Parlando sempre con lei, dopo l’esplosione, lei mi ha detto che prima di essere investite dallo scoppio lei aveva guardato verso il chiosco". Quindi verso Giovanni Vantaggiato: lui, l'uomo "malato" per il proprio denaro, in quel momento il telecomando l'aveva già premuto.

Perchè comunque già dalle 7,20 erano cominciate ad arrivare le prime ragazze, quelle di Erchie, il cortile interno cominciava ad affollarsi e il bomber voleva lasciare un segno bruciante, terribile, preso dal suo insano piacere per gli ordigni e dai suoi propositi ancora oscuri, malgrado le diverse versioni sin qui rese dei fatti.

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