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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Ostuni

Pensione pignorata a un disabile per la retta del centro non pagata: le suore rinunciano

Le religiose ostunesi che erano giunte fino a pignorare le indennità di accompagnamento di un giovane autistico che era stato ospite di una loro struttura riabilitativa hanno rinunciato ad ogni contenzioso e quindi anche al “prelievo coatto” di denaro dalla pensione.

OSTUNI - Che sia merito del clamore che ha suscitato la vicenda o che vi sia stato uno spontaneo ravvedimento delle suore, la novella è quella che ogni buon cristiano probabilmente si attendeva: le religiose ostunesi che erano giunte fino a pignorare le indennità di accompagnamento di un giovane autistico che era stato ospite di una loro struttura riabilitativa hanno rinunciato ad ogni contenzioso e quindi anche al “prelievo coatto” di denaro dalla pensione.

Dal canto suo la famiglia del ragazzo, assistita dall’avvocato Giovanni Zaccaria, si è impegnata a versare mensilmente all’istituto 100 euro al mese per giungere a saldare il debito maturato. Sono tornate sui propri passi quindi le suore oblate benedettine di Santa Scolastica che erano assurte agli onori delle cronache il 12 luglio scorso per una azione giudiziaria fatta nei confronti di un invalido al 100 per cento.

La famiglia del ragazzo non aveva potuto pagare la quota spettante al centro diurno che offre assistenza ai disabili. Aveva maturato un debito di 6.876 euro e 11 centesimi, inclusi gli interessi. Le suore si erano rivolte a un avvocato, Isabella Cavallo. Vi era stato dapprima un decreto ingiuntivo, nel febbraio 2014 con cui le religiose chiedevano alla madre del disabile di pagare in qualità di tutrice 5.920 euro e 29 centesimi oltre interessi di mora, nonché spese e competenze (500 euro) per i compensi dell’avvocato e altre spese per 130 euro. Nel maggio 2014 il Tribunale Civile aveva dichiarato esecutivo il decreto ingiuntivo. Successivamente era stato notificato un atto di precetto con cui si intimava il pagamento di una somma a quel punto parzialmente rimodulata in eccesso.

La congregazione quindi “per il recupero del credito” fino al raggiungimento della somma prevista aveva proceduto al pignoramento dell’indennità di accompagnamento. Avevano citato l’Inps di Ostuni e la madre del ragazzo autistico a comparire dinanzi al Tribunale civile il 22 settembre. Era parso strano perfino al legale della madre del disabile che non avessero proceduto al pignoramento di un quinto della pensione ma dell’intera somma. Prima di arrivare dinanzi al giudice è stato trovato l’accordo. Non sarà necessario giungere alla sottrazione forzata delle somme, tregua nella battaglia a suon di carte bollate: la prima ‘rata’ è già stata corrisposta il 15 settembre, le altre dovranno essere versate entro il 15 dei mesi successivi. Equivoco chiarito, pensione salvata insieme al buon nome della congregazione. 

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