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Cronaca

Picchiò la madre, revoca domiciliari

CEGLIE MESSAPICA – I carabinieri hanno notificato un ordine di carcerazione a Giuseppe Franco, 34 anni, di Ceglie Messapica che il 4 dicembre era stato arrestato mentre brutalizzava la madre. Franco era agli arresti domiciliari, quando si è reso protagonista dell’ennesimo episodio di maltrattamenti e percosse ai danni della genitrice, sottrattagli dai carabinieri per essere posi trasportata al pronto soccorso in stato ansioso e con numerose ecchimosi in varie parti del corpo. In quel momento, hanno constatato i militari della stazione di Ceglie Messapica, Giuseppe Franco era ubriaco.

CEGLIE MESSAPICA – I carabinieri hanno notificato un ordine di carcerazione a Giuseppe Franco, 34 anni, di Ceglie Messapica che il 4 dicembre era stato arrestato mentre brutalizzava la madre. Franco era agli arresti domiciliari, quando si è reso protagonista dell’ennesimo episodio di maltrattamenti e percosse ai danni della genitrice, sottrattagli dai carabinieri per essere posi trasportata al pronto soccorso in stato ansioso e con numerose ecchimosi in varie parti del corpo. In quel momento, hanno constatato i militari della stazione di Ceglie Messapica, Giuseppe Franco era ubriaco.

In virtù del nuovo provvedimento, che revoca il beneficio della custodia in casa perché l’interessato ne ha ripetutamente violato gli obblighi, il 34enne resterà in carcere. Franco sottoponeva da lungo tempo la madre di 57 anni a pesanti maltrattamenti, e la donna aveva informato del fatto i carabinieri. Nell’ultima circostanza, l’intervento era avvenuto su segnalazione al 113. Del resto, Franco non era nuovo a queste vicende. Nove anni, prima, l’1 dicembre del 2002, era stato arrestato per percosse, lesioni e maltrattamenti alla giovane convivente, che era stata costretta a trovare scampo dall’ultima aggressione proprio nella caserma dei carabinieri.

Allo stato attuale, sembra proprio che Giuseppe Franco non abbia comunque altro luogo dove proseguire eventualmente i domiciliari. Si è fatto terra bruciata intorno a causa dei suoi comportamenti violenti anche con le persone a lui più vicine. In casi simili neppure il carcere, senza la dovuta assistenza psicologica è una medicina. Ma il sistema oggi è questo.

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