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Cronaca

Puglia, pronto il piano di sei mesi da 30 milioni per ospitare 3500 immigrati

BARI – L’assessore regionale alla Protezione Civile, Fabiano Amati, annuncia che la Puglia può accogliere sino a 3500 immigrati utilizzando però una rete si strutture ed associazioni e non il metodo-tendopoli, grazie ad un piano da 30 milioni di euro a totale carico del governo nazionale, e per un periodo di sei mesi, distribuendo gli arrivi tra i comuni pugliesi con più di 12 mila abitanti in maniera tale da alleggerire l’impatto sociale ed organizzativo. Questi in sintesi i criteri di definizione del Piano di emergenza della Regione Puglia relativo all’accoglienza degli immigrati, che sarà presentato lunedì, alla luce della riunione della cabina di regia che si è svolta a Palazzo Chigi, e a seguito della quale è stato siglato l’accordo con le Regioni.

BARI – L’assessore regionale alla Protezione Civile, Fabiano Amati, annuncia che la Puglia può accogliere sino a 3500 immigrati utilizzando però una rete si strutture ed associazioni e non il metodo-tendopoli, grazie ad un piano da 30 milioni di euro a totale carico del governo nazionale, e per un periodo di sei mesi, distribuendo gli arrivi tra i comuni pugliesi con più di 12 mila abitanti in maniera tale da alleggerire l’impatto sociale ed organizzativo. Questi in sintesi i criteri di definizione del Piano di emergenza della Regione Puglia relativo all’accoglienza degli immigrati, che sarà presentato lunedì, alla luce della riunione della cabina di regia che si è svolta a Palazzo Chigi, e a seguito della quale è stato siglato l’accordo con le Regioni.

La predisposizione delle linee – guida da seguire è stata stabilita nel corso di un incontro operativo convocato dall’assessore regionale alla Protezione civile,Fabiano Amati, tra tutti i soggetti interessati, con gli assessori regionali alle Politiche di inclusione dei migranti e ai Servizi sociali, Nicola Fratoianni ed Elena Gentile, funzionari dei relativi assessorati e rappresentanti della direzione regionale della Caritas. Fratoianni ha riepilogato i termini dell’accordo siglato con il governo nazionale, sottolineando l’avvenuto  passaggio del coordinamento dell’emergenza dal Viminale al Dipartimento di Protezione civile, nonché la decisione di applicare l’articolo 20 del testo sull’immigrazione ed il modello di distribuzione degli arrivi “a basso impatto”, con la conseguente destinazione in Puglia di 3.500 immigrati, che arriveranno a scaglioni sulla base del totale degli arrivi a livello nazionale.

L’assessore Gentile si è impegnata ed eseguire una puntuale ricognizione sulle strutture alternative di accoglienza regionali, che potrebbero essere utili per ospitare anche interi nuclei familiari, oltre la disponibilità -già verificata- di 130 posti per minori non accompagnati. “Siamo nelle condizioni di poter dire che la Puglia – ha dichiarato l’assessore Amati – può reperire con semplicità strutture idonee all’accoglienza degli immigrati. Stiamo definendo un Piano di accoglienza e d’emergenza che prevede la distribuzione degli arrivi nei comuni con più di 12.000 abitanti, fermo restando che proposte spontanee di disponibilità provenienti da realtà con un numero inferiore di abitanti saranno prese in considerazione. Il costo orientativo totale  è di  30 milioni euro per un periodo di sei mesi e  sarà completamente a carico del Governo nazionale, che sta per prevederlo nel fondo di Protezione civile”.

“ Invieremo immediatamente- ha continuato Amati- una lettera a tutti sindaci dei comuni interessati per chiedere, nel giro di 24 ore, quali e quante siano le strutture eventualmente disponibili, da sottoporre a tutte le verifiche da parte del Genio civile regionale. Fermo restando che la nostra priorità è quella di non smantellare i Piani comunali di Protezione civile, non utilizzando quindi palestre e scuole solitamente individuati da questi ultimi come luoghi di prima accoglienza, ci siamo anche rivolti alla Caritas, che ha eseguito una prima verifica dei centri di accoglienza disponibili, e valuteremo la disponibilità di alberghi e ostelli al momento sottoutilizzati. Riteniamo che il principio di distribuzione diffusa su tutto il territorio nazionale sia positivo da un lato per garantire i termini di una giusta accoglienza e dall’altro per scatenare una gara di solidarietà tipicamente pugliese, che scatta quando si evita l’aggressione alla sicurezza e alla tranquillità dei cittadini”.

Intanto sulla situazione nel territorio che ospita la tendopoli di Manduria è nuovamente intervenuto il presidente della Provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese, il quale tra l’altro risiede ad Oria, dove si trovano anche le aziende di famiglia, proprio a breve distanza dal campo allestito per concentrarvi gli immigrati tunisini, annunciando che chiederà per la città federiciana lo stato di emergenza perché è questo il centro urbano che assorbe quasi tutta la pressione umana della tendopoli, anche se la stessa ricade in territorio di Manduria. Ferrarese vuole incontrare il sottosegretario Alfredo Mantovano appena rientrato nelle proprie funzioni, per affrontare il problema, avanzare la richiesta di risarcimenti e rinnovare anche quella della chiusura dello stesso campo, struttura inaccettabile sotto il profilo umanitario. Ma tutto sul piano logistico, come è evidente, ora dovrà essere affrontato con la Regione Puglia. Manduria va verso la chiusura (continua lo smontaggio delle tende), e parallelamente dovrà partire invece il piano di accoglienza di sei mesi annunciato da Amati.

Tuttavia sul piano esclusivo dell'ordine pubblico, il sottosegretario è ovviamente ancora competente ed ha convocato l'ennesimo vertice (a Brindisi se ne è tenuto uno un giorno fa): "Facendo seguito all'invito rivoltomi dal presidente della Provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese, ho chiesto - ha fatto sapere Mantovano in serata - ai prefetti di Brindisi e di Taranto di convocare a Oria, lunedì mattina, un Comitato interprovinciale Brindisi-Taranto, alla presenza dei presidenti delle due province e del sindaco di Manduria nonchè del commissario prefettizio di Oria".

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