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Cronaca

Notte al freddo sulla torre di Cerano: "Non ci muoviamo da qui"

Prosegue la protesta dei quattro lavoratori ex Wcs che ieri hanno occupato una piattaforma della centrale Enel di Cerano. Vano il tentativo di mediazione effettuato nella tarda serata dal questore e dal prefetto. Alle 10 in programma un incontro fra il segretario della Uilm e i responsabili della ditta Sra

BRINDISI – Hanno trascorso una notte al freddo, riparandosi con tende e coperte termiche, i quattro lavoratori ex Wcs che all’alba di ieri (11 maggio) hanno occupato la piattaforma di una torre del Gruppo Uno della centrale Enel Federico II di Cerano, a circa 80 metri d'altezza. Intorno alle 23,30 c’è stato un tentativo di mediazione da parte del prefetto di Brindisi, Annunziato Vardé, e del questore, Maurizio Masciopinto, che accompagnati dal segretario territoriale della Uilm, Alfio Zaurito, sono saliti in cima alla torre per invitare i manifestanti a scendere. Ma gli operai sono stati risoluti.

“Non ci muoveremo di qui – dichiara l’rsu Giovanni Alfarano, contattato stamani da BrindisiReport – fino a quando non verranno accolte le nostre richieste”. I lavoratori chiedono che la ditta subentrata alla Wcs nell’appalto dei lavaggi idrodinamici, la Sea di Trepuzzi (Lecce), mantenga inalterati i livelli retributivi, garantendo i diritti acquisiti con il precedente datore di lavoro, fra cui gli scatti di anzianità e i livelli contrattuali.

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La bozza di contratto presentata dall’azienda, invece, prevedeva una riduzione dello stipendio mensile quantificata in circa 250 euro dai lavoratori. Sono 10 le unità coinvolte nella vertenza (originariamente erano in 20, ma la restante metà dei colleghi è rimasta alle dipendenza della Wcs, in appalti esterni alla centrale Enel). I protagonisti della clamorosa iniziativa di protesta, giunta al culmine di una serie di presidi allestiti all’esterno dello stabilimento, al cui interno sono entrati per quattro giorni soli alcuni dipendenti diretti dell’Enel, sono esposti fin dalle prime luci di oggi a uno scirocco fortissimo, con raffiche dai 34 ai 49 nodi (in mare è in corso una burrasca forza 8).

L’unica persona alla quale è data la possibilità di accedere alla piattaforma occupata è il sindacalista Alfio Zaurito, che stamani ha portato ai lavoratori, tutti padri di famiglia, dei caffè caldi, dopo che ieri li ha rifocillati con panini e bevande. Intorno alle ore 10, lo stesso Zaurito dovrebbe incontrare dei responsabili della Sea, nella speranza che si giunga alla sottoscrizione dell’agognato accordo sindacali. “Perché finché non c’è il verbale – ribadisce Alfarano – noi da qui non ci muoviamo. E’ in gioco la nostra vita”.

Va ricordato che gli ex Sea non sono gli unici lavoratori dell’indotto coinvolti in travagliati cambi di appalto alla Federico II. Estremamente delicata, infatti, è la situazione dei 32 lavoratori della ditta Cannone, rimasti a casa dopo che alla ditta brindisina è subentrata un’altra azienda nel settore della movimentazione del carbone. Sono numerosi, dunque, i nodi da sciogliere, all’ombra dei gruppi della centrale di Cerano, anche oggi presidiata dai poliziotti della questura di Brindisi. Sul posto, ininterrottamente da ieri, anche una squadra di vigili del fuoco. 

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