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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Teste di coniglio ed estorsioni a S.Pietro: alla sbarra "i nipotini di Totò Riina"

S.PIETRO VERNOTICO - Un numero esorbitante di atti intimidatori e di presunte vittime degli stessi, fra cui due teste di coniglio mozzate indirizzate all'ex sindaco di San Pietro Vernotico Giampietro Rollo e al consigliere comunale Sergio Palma, e un numero inversamente proporzionale di parti civili. Tre soltanto: lo stesso ex sindaco, il Comune e l'associazione antiracket hanno deciso di avere un ruolo ieri nella prima udienza a carico dei presunti “nipotini di Totò Riina”, gli affiliati di ultima generazione alla quarta mafia salentina, la Scu.

S.PIETRO VERNOTICO - Un numero esorbitante di atti intimidatori e di presunte vittime degli stessi, fra cui due teste di coniglio mozzate indirizzate all'ex sindaco di San Pietro Vernotico Giampietro Rollo e al consigliere comunale Sergio Palma, e un numero inversamente proporzionale di parti civili. Tre soltanto: lo stesso ex sindaco, il Comune e l'associazione antiracket hanno deciso di avere un ruolo ieri nella prima udienza a carico dei presunti “nipotini di Totò Riina”, gli affiliati di ultima generazione alla quarta mafia salentina, la Scu.

Dopo il rinvio a giudizio decretato dal gup del tribunale di Lecce Antonio Del Coco, su richiesta dei pm Milto De Nozza e Alberto Santacatterina, affronteranno il dibattimento Fabrizio Annis, 29enne, detto “Spennato” o “Iddru”; Adriano Chetta, 28 anni; Andrea De Luca, 32 anni; Crocefisso Geusa, 21 anni, esecutore materiale degli attentati che hanno terrorizzato la piccola cittadina sampietrana (diecimila abitanti) negli ultimi anni; il fratello Fabio Geusa, 25 anni; Cosimo Damiano Laporta, 25 anni (prosciolto però dall’accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio); Matteo Marangio, 20 anni; Antonio Martella, 22 anni; Riccardo Paladini, 24 anni; Michele Turco, 30 anni; e Roberto Trenta, anche lui trentenne.

Sono tre invece gli imputati che hannno chiesto invece di essere giudicati con rito abbreviato, si tratta di Alessandro Blasi, 29 anni, Mario Miglietta, 33 anni, e Davide Tafuro, 22 anni, il giovanissimo collaboratore di giustizia che ha svelato le trame della presunta associazione. Il giudizio a loro carico avrebbe dovuto essere formulato nella stessa giornata di ieri, ma l'udienza è slittata a fine novembre per motivi di natura tecnica.

La costituzione di parte civile in qualità di rappresentante pro tempore del Comune, del sindaco di San Pietro Vernotico Pasquale Rizzo, era stata già annunciata da tempo. Superando, in nome della legalità, barriere legate agli schieramenti, il primo cittadino d'accordo con il resto dell'amministrazione, ha voluto che l'ente fosse rappresentato in sede istituzionale.

Lo stesso per il predecessore Giampietro Rollo, ma nei panni di privato cittadino, in quanto destinatario di due teste di coniglio mozzate insieme al consigliere comunale Sergio Palma, che però ha fatto una scelta differente. Idem per l’associazione antiracket, rappresentata dagli avvocati Salvatore Ugo Catamo e Guido Massari.

Nelle fila opposte, il collegio difensivo dei giovani imputati, gli avvocati Gianvito Lillo, Ladislao Massari, Massimo Manfreda, Angela Epifani, Fabio Di Bello, Pasquale Annicchiarico. Fra i difensori, malgrado accese polemiche per presunta incompatibilità “etica” anche il sindaco di Cellino San Marco Francesco Cascione, ma nei panni di avvocato. Non c'erano invece il resto delle parti offese che pure avevano confermato in sede di indagini, d'essere state vittime delle angherie del gruppo.

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