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Cronaca

Travolto e abbandonato moribondo

BRINDISI – Se la vittima fosse stato un uomo, all’investitore avrebbero contestato l’omicidio colposo e l’omissione di soccorso, ma almeno l’omissione di soccorso, che è prevista anche nel caso la vittima sia un animale, è l’accusa che va mossa contro la persona che martedì scorso ha travolto e ucciso un cucciolo di cane a Brindisi, nel quartiere Bozzano. Ad avvertire immediatamente la polizia e la Lepa, uno dei testimoni che ha assistito all’incidente. Veterinari non reperibili e il povero cagnolino non ce l’ha fatta.

BRINDISI Se la vittima fosse stato un uomo, all’investitore avrebbero contestato l’omicidio colposo e l’omissione di soccorso, ma almeno l’omissione di soccorso, che è prevista anche nel caso la vittima sia un animale, è l’accusa che va mossa contro la persona che martedì scorso ha travolto e ucciso un cucciolo di cane a Brindisi, nel quartiere Bozzano. Ad avvertire immediatamente la polizia e la Lepa, uno dei testimoni che ha assistito all’incidente. Veterinari non reperibili e il povero cagnolino non ce l’ha fatta.

Erano circa le 22 del 27 marzo quando una telefonata è arrivata sul cellulare di una volontaria della Lepa, Lega Protezione Animali: un cane è stato investito nel rione Bozzano a Largo Paesi d’Europa e l’investitore è fuggito senza soccorrerlo. La voce al telefono chiede aiuto perché non riesce a rintracciare un veterinario per cercare di salvare la piccola vita. La volontaria si precipita sul posto, lì trova già altre due colleghe pronte a trasportare il cagnolino dal dottor Consoli, unico medico veterinario disponibile. Arriva anche una volante della questura. Ma il cucciolo di colore bianco, una palletta di neve, non ce l’ha fatta ed è morto in macchina. Il veterinario non ha potuto far altro che constatarne il decesso causato dallo sfondamento del cranio e scoprire anche l’assenza del microchip.

A quanto appreso dai testimoni, l’investitore si è anche fermato, sceso dalla macchina ma non ha avuto coscienza per soccorrere il piccolo cucciolo ed è ripartito a tutta velocità, lasciandolo agonizzante, in una pozza di sangue, per terra. “Noi della Lepa – fanno sapere le volontarie – vogliamo giustizia. Non è il primo e non sarà l’ultimo a morire, purtroppo, così ma lo dobbiamo anche a tutte le centinaia di creature vittime anche loro della strada e dell’indifferenza della gente”.

La strage continua. Decine e decine di cani, gatti, volpi, ricci, ogni giorno agonizzano ai bordi delle strade dl Brindisino che tentavano di attraversare, trasformate in trappole mortali da uno spartitraffico insuperabile, dall’abbagliamento, dal terrore  del fragore dei motori. A volte l’impatto è inevitabile, a volte si potrebbe. Ma dietro il volante ci deve essere anche un cuore.

“La Asl purtroppo è arrivata tardi, dopo circa un’ora..il veterinario reperibile è dovuto venire da Latiano. A Brindisi  non c’è scampo, se un animale viene investito o sta male, soprattutto dopo una certa ora, non esiste un luogo di primo soccorso dove poterlo ricoverare. Gli stessi organi preposti – conclude un comunicato della Lepa -spesso brancolano nel nulla. Eppure Brindisi è piena di veterinari. E allora ti viene da pensare…Brindisi città d’Arte, città di Cultura, ma… distante milioni di anni luce da quelle città d’Italia, dove il rispetto per la vita, in qualsiasi forma si manifesti, rappresenta uno status , un obbligo morale.   Noi della Lepa chiediamo che sia fatta giustizia, noi, cittadini di Brindisi, lo dobbiamo a tutte quelle centinaia di creature che ogni giorno perdono la vita per colpa della nostra indifferenza e cattiveria”.

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