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Cronaca

Asl Brindisi: truffa, peculato e concussione al vaglio della Procura

Tre ipotesi di reato scoperte nel 2016, stando al piano anticorruzione dell'Azienda sanitaria: "Sistemi di controllo efficaci". Due inchieste a carico di dipendenti in pensione. Sollevati anche casi di conflitto di interessi, avviati 16 procedimenti disciplinari. "Ma scarsa tutela per chi segnala illeciti che scoraggia le segnalazioni"

BRINDISI – Nuovo zoom della Procura di Brindisi sull’Asl, tra uffici amministrativi e reparti ospedalieri, nel corso del 2016 con la contestazione di tre ipotesi di reato: truffa, peculato e concussione. Gli accertamenti sono pendenti, le indagini preliminari sono ancora in corso ed è la stessa Asl a darne notizia nel piano anticorruzione pubblicato di recente.

Gli uffici della procura e del gip a Brindisi

Le condotte ritenute potenzialmente rilevanti sul piano penale sono state rilevate nell’area dell’Attività libera professionale intramuraria (in sigla, Alpi) e in quella medico-ospedaliera. “Si sottolinea che si tratta di ipotesi di reato in quanto trattasi di situazioni contestate nel 2016 ma con ancora procedimenti penali in corso”. Non risultano, al momento, richieste di rinvio al giudizio del Tribunale.  “Poiché le ipotesi di reato sono state scoperte, vuol dire che i sistemi di controllo sono stati efficaci”, si legge nella relazione di accompagnamento al piano della Asl.

Nello stesso periodo di tempo sono stati evidenziati “tre casi di potenziale conflitto di interessi” con conseguente richiesta ai responsabili di rimozione. Ci sono state, inoltre, “16 segnalazioni ricevute da parte dell'Ufficio Procedimenti Disciplinari”, cinque dei quali sono stati definiti nel corso del 2016 con sanzioni disciplinari a carico dei dipendenti.

Tra le segnalazioni ricevute dallo stesso ufficio della Asl (Procedimenti Disciplinari), “due hanno dato luogo a procedimenti penali” e in tali casi le contestazioni sul piano disciplinare sono state congelate ossia sospese in attesa che arrivi a conclusione il processo. Due inchieste, sfociate in rinvii al giudizio del Tribunale sono stati invece avviati a carico di ex dipendenti attualmente in quiescenza.

Tenuto conto delle disposizioni di legge nazionale, la Asl ha individuato come aree a rischio di contaminazione di condotte illecite, innanzitutto quelle che si occupano di “autorizzazione o concessione; scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalità di selezione prescelta ai sensi del codice dei contratti pubblici; concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati”. A rischio di potenziali condotte corruttive o concussive sono state indicate le aree interne alla Asl deputate a “concorsi e prove selettive per l'assunzione del personale e progressioni di carriera, affidamento di lavori, servizi e forniture nonché all’affidamento di ogni altro tipo di commessa” così come i “processi finalizzati all’adozione di provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per questi ultimi”.

La Asl ha evidenziato una pecca nel sistema di controlli e prevenzione della corruzione, nel momento in cui ha osservato la tutela prevista per i dipendenti che fanno segnalazioni di illeciti alla Pubblica amministrazione di appartenenza. Debole la protezione, poco incisivo il sostegno in favore di chi si rivolge all’Azienda sanitaria chiedendo di approfondire situazioni e circostanze. “Questo è sicuramente un motivo per cui raramente pervengono segnalazioni”, si legge. Allo stesso tempo è stata sottolineata una “scarsa attitudine a denunciare tali vicende, dovuta alle caratteristiche di carattere culturale che vanno modificate con la formazione interna ma anche attraverso campagne generali di sensibilizzazione con altri partner istituzionali esterni all'Azienda”.

Non è tutto, a giudizio della Asl perché “non si è ancora raggiunta una soddisfacente presa di coscienza delle problematiche connesse con la corruzione  e delle relative responsabilità da parte di tutti i dipendenti.  Si aggiunge, presso alcuni dirigenti, una scarsa  fiducia nelle metodologie di prevenzione”. Per il futuro, quindi, l’impegno non potrà che essere rafforzato “attraverso ulteriori interventi formativi in una più generale strategia di carattere culturale all'interno dell'Azienda attuabile solo con il tempo e la costanza per far passare un'etica aziendale condivisa e foriera di buone prassi, in ogni singola attività quotidiana istituzionali e nei rapporti con i cittadini”.

Esiste un’altra problematica interna alla Asl di Brindisi sul piano della prevenzione della corruzione: “La mancanza di un ufficio organizzato e dotato di personale e strumentazione adeguata”. Questione ritenuta di “cruciale importanza” che “si inserisce nel contesto di una annosa crisi di risorse economiche  e della  riorganizzazione aziendale ancora in corso di attuazione”. Situazione che rallenta gli adempimenti degli obblighi di trasparenza: la Asl di Brindisi nel 2016 ritiene di essere stata accessibile on line agli utenti al 90 per cento. L’obiettivo per il 2017 è coprire la differenza.

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