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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Francavilla Fontana

Omicidio di Paolo Stasi, in aula la ricostruzione del delitto "in tempo reale"

Il maggiore Rolando Giusti, all'epoca al comando del nucleo investigativo dei carabinieri di Brindisi, spiega attraverso le telecamere il percorso di chi ha sparato. Poi l'ascolto del papà e della sorella del ragazzo ucciso il 9 novembre 2022

BRINDISI - Tutto in sette minuti. L'omicidio di Paolo Stasi, ucciso sotto casa a Francavilla Fontana il 9 novembre 2022, si concentra nei pochi istanti che servono a sparare due colpi di arma da fuoco ma si esplicita in un lasso di tempo più ampio. Oggi (martedì 27 febbraio 2024) in aula è andata in scena una sorta di "telecronaca" di quei sette minuti, scandita dalla ricostruzione del maggiore Rolando Giusti, all'epoca del delitto comandante del nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Brindisi. Giusti attualmente dirige la compagnia di Potenza. Davanti alla corte d'assise del tribunale del capoluogo adriatico il militare, rispondendo alle domande del pm Giuseppe De Nozza e degli avvocati, ha ricostruito parte delle indagini. Rispetto alla prima udienza, quella del 16 gennaio scorso, si registrano due cambi. Il primo: il presidente è sempre Maurizio Saso, ma a latere c'è il giudice Adriano Zullo, al posto del collega Simone Orazio. Il secondo: l'imputato Cristian Candita (22enne di Francavilla Fontana), accusato di aver guidato l'auto con a bordo il presunto killer del ragazzo, ha scelto come nuovo difensore l'avvocato Maurizio Campanino, il legale di L.B. (era minorenne all'epoca dei fatti, dunque vengono riportate solo le iniziali).

Processo Stasi, corte

La questione dell'iPhone 13 di Candita

Un passo indietro: il 2 ottobre 2023 L.B. aveva ammesso agli inquirenti di aver sparato lui a Stasi, ma negando con forza la premeditazione. L'avvocato Campanino, all'epoca, aveva spiegato: "La sua è stata una reazione emotiva ad un'azione inaspettata". Oggi in aula era presente anche la mamma di Paolo Stasi, Annunziata D'Errico (54enne, difesa dall'avvocato Francesco Monopoli), imputata per reati in materia di droga. L'avvocato Michele Fino difende invece altri tre imputati, mentre il suo collega Domenico Attanasi rappresenta le parti civili. E' bene ricordare che l'imputazione principale riguarda l'omicidio, ma ci sono anche altri presunti reati in materia di droga. Il pm De Nozza, visto che si prospetta un dibattimento lungo e complesso (le intercettazioni sono tante), ha chiesto la sospensione dei termini della custodia per quanto riguarda l'omicidio volontario pluriaggravato in concorso. Arriverà il via libera della corte.

De Nozza processo Stasi-2

L'avvocato Fino ha chiesto invece la revoca di alcune misure (l'obbligo di firma) per due imputate. La corte deciderà successivamente. Una questione affrontata è anche quella dell'iPhone 13 di Cristian Candita. Gli inquirenti non sono riusciti a esaminarlo a causa dell'assenza di una chiave di sei cifre. Il ragazzo, seduto accanto al suo legale, ha spiegato di aver fornito la chiave al suo precedente difensore, che in quel momento non era in aula. Alla fine dell'udienza, l'avvocato Michele Fino smentirà categoricamente tale affermazione. Anzi, chiederà al pm di approfondire la dichiarazione di Candita, aggiungendo che lui stesso valuterà ogni ulteriore azione, "perché è una circostanza assolutamente falsa", ribadirà.

Il maggiore Rolando Giusti

La chiamata "coperta" sul cellulare di Paolo Stasi

Il maggiore Giusti, letta la dichiarazione di rito, ha risposto alle domande del pm De Nozza e degli avvocati. La sua ricostruzione è "puntuale" nel vero senso della parola, in quanto ricostruisce le indagini e i movimenti della Fiat Grande Punto che sarebbe stata guidata quella sera da Cristian Candita. Grazie all'ausilio di una presentazione in PowerPoint, ha spiegato prima le intercettazioni - telefoniche, ambientali e telematiche - svolte dai suoi uomini, coadiuvati dai colleghi della compagnia di Francavilla Fontana. Innanzitutto, dei due colpi da arma da fuoco ricevuti da Paolo Stasi, il primo è stato quello mortale. Poi, nell'immediatezza l'iPhone di Paolo è stato "illuminante". Compare la presenza di L.B. nella vita del ragazzo. Alle 17:29 di quel 9 novembre 2022 il cellulare di Paolo riceve una chiamata da un numero "coperto". I tabulati sveleranno in seguito che quel numero è memorizzato nella rubrica di Stasi come "L.B. 2" (il nome è per esteso). Anche le celle dei vari cellulari confermano la teoria investigativa, ha spiegato Giusti. Anzi, il cellulare di L.B. pochi minuti prima ha chiamato - sempre "coperto" - il cellulare di Cristian Candita. Per Giusti questo è un aspetto importante, "perché, come vedremo, i due erano insieme".

Processo omicidio Stasi

Il delitto scandito attraverso le immagini delle telecamere

Una volta chiarito il posizionamento delle varie telecamere presenti in zona, le cui registrazioni sono state estrapolate e analizzate, il maggiore Giusti ha "scandito" tempi e movimenti nella ricostruzione del delitto. Ore 17:26, una telecamera inquadra una Fiat Grande Punto nera (che si appurerà essere in uso a Cristian Candita) parcheggiare nei pressi di una fontanella in via San Biagio. La casa di Paolo Stasi - in via Occhi Bianchi - è a poche centinaia di metri. Dal lato del guidatore c'è un soggetto, che sarà identificato in Cristian Candita. Sul sedile posteriore si evince, grazie al display luminoso di un cellulare, la presenza di un'altra persona, identificata in L.B. Dettaglio: i vetri laterali e posteriori del mezzo sono oscurati. Ore 17:28: la stessa auto viene parcheggiata in via della Conciliazione, sempre più vicina alla casa della famiglia Stasi. Rimarrà ferma per tre minuti, un tempo - spiega il maggiore Giusti - compatibile con la realizzazione del delitto. Ancora un altro cambio di telecamera, quella su via Di Vagno angolo via Occhi Bianchi. Un soggetto attraversa la strada. Ha il cappuccio calato in testa, abbigliamento scuro e scarpe bianche. Ancora un'altra telecamera inquadra lo stesso soggetto in via Occhi Bianchi, si vede la luce del display del cellulare. Sono le 17:31, pochi istanti prima dell'omicidio. Ore 17:32, la telecamera di via Di Vagno riprende lo stesso soggetto, quello col cappuccio, che corre in direzione della Grande Punto.

Deposizione Giuseppe Stasi

Il delitto dal punto di vista di papà Stasi

Sempre il maggiore Giusti ha ricordato di quello che gli investigatori ritengono un "sopralluogo", in precedenza alla consumazione del delitto, da parte di Cristian Candita e L.B. L'avvocato Campanino ha chiesto ulteriori chiarimenti al militare, valutando la possibilità che Candita ed L.B. fossero in "un punto geografico differente" durante quegli istanti. Il maggiore è stato fermo sull'ipotesi investigativa. Rispondendo alla domanda del presidente Maurizio Saso, l'ufficiale ha spiegato come si è arrivato ad associare il numero "coperto" al cellulare in uso a L.B.

Poi è stato il turno di Giuseppe Stasi, il papà di Paolo, che ha ricostruito le dinamiche famigliari recenti e i rapporti tra lui e il figlio. Ha ricostruito, dal suo punto di vista, cosa è accaduto quel pomeriggio. Ricorda di aver sentito due colpi, "ho pensato ai petardi", e di essere accorso nelle scale, trovando il ragazzo con gli occhi aperti mentre si accasciava sul portone. Ha poi chiamato la moglie e il 118, chiedendo alla prima di portare su una busta che non aveva mai notato. La busta sarà aperta insieme a un carabiniere: conteneva circa 3 grammi di marijuana, dei bilancini di precisione e materiale da confezionamento. Sempre il padre, ha spiegato di aver visto più volte L.B. a casa, ma di non conoscere Cristian Candita. L'udienza è terminata dopo un breve ascolto della figlia (e sorella di Paolo) Vanessa. La prossima è stata fissata per il 9 aprile.

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