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Venerdì, 26 Aprile 2024
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"D'Alema presidente? Intercettazioni su Fb"

“D’Alema capo dello Stato? Pubblico le intercettazioni del caso Antonveneta”. Non è la prima sortita shock di Clementina Forleo, magistrato francavillese in servizio a Milano. Ancora una volta fa discutere e lo fa attraverso la sua pagina personale suFacebook.

“D’Alema capo dello Stato? Pubblico le intercettazioni del caso Antonveneta”. Non è la prima sortita shock di Clementina Forleo, magistrato francavillese in servizio a Milano. Ancora una volta fa discutere e lo fa attraverso la sua pagina personale suFacebook. Il ‘post’ in questione rimbalza ora anche su Twitter dopo che lo ha rilanciato il giornale online ‘Linkiesta’.

La Forleo entra nel dibattito politico, ma stavolta, come invece fu per l’endorsement in favore di Grillo e del Movimento 5 stelle dello scorso autunno, lascia le opinioni in un cantuccio e passa alle vie di fatto con quella che senz’altro è una provocazione: “Promessa del tardo pomeriggio – scrive il magistrato – se eleggono D’Alema a capo dello Stato, ogni sera su questa bacheca una puntata sulle sue conversazioni intercettate e un solenne grazie alla Procura di Milano”.

Ebbene sì, il caso Antonveneta, incastonato nel curriculum del giudice Forleo, torna d’attualità come una specie di monito mentre a Roma si cerca di uscire dall’impasse cercando l’accordo sul nome del futuro presidente della Repubblica. Marini è out. Romano Prodi pure, il professore ha perfino ringraziato e ritirato la propria candidatura. Rodotà ancora in gioco, non senza tutte le difficoltà del caso.

Il leader Pd Pierluigi Bersani si è dimesso nella tarda serata di ieri, il partito è spaccato, si è parlato di traditori. In questo mare in tempesta è spuntato il nome del lìder Max, di Massimo D’Alema.

Il nome di D’Alema si fa avanti come ipotesi piddina per la corsa al Quirinale. Ha poche speranze di ricevere l’incoronazione come regalo per il suo compleanno (è nato il 20 aprile). Qualcuno dice che sia proprio lui il regista occulto del flop di Romano Prodi che non gli era andato affatto bene. Ad ogni modo il nome è in lizza.

Quanto alle esternazioni della Forleo la questione che si pone è di tutt’altro genere e rischia di alimentare la solita vecchia discussione sull’opportunità di alcune prese di posizione dei magistrati e sulle influenze in politica delle inchieste giudiziarie. L’inchiesta sulla scalata Antonveneta è datata. Fu avviata il 2 maggio 2007, con un fascicolo contro ignoti per aggiotaggio. Nel dicembre 2007, allora gip di Milano, Clementina Forleo, trasmise al Parlamento 68 telefonate sulle 73 che coinvolgevano esponenti politici, nell'ambito delle inchieste Antonveneta-Bnl-Rcs. E' partita così la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dei 6 politici intercettati che furono definiti dalla procura “complici di un disegno criminoso”.

C’erano D’Alema, Piero Fassino, Nicola Latorre, Giovanni Consorte, Stefano Ricucci. Il deposito delle intercettazioni fu definito allora, in seno ai Ds, una “operazione puramente scandalistica”. E come sempre, in questi casi, si parlò di giustizia a orologeria: “Vogliono colpire i Ds, puntando su personaggi del tutto estranei all’inchiesta”. Ora se ne riparla, a margine delle elezioni del capo dello Stato.

 

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