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Gaglione, recordman di assenze parlamentari: "Dovrei andare solo per ratificare?"

BRINDISI - Niente di nuovo dal fronte parlamentare, nemmeno se il registro delle assenze-presenze di deputati e senatori nei palazzi capitolini porta la firma di OpenParlamento, il database online che fotografa le attività dei parlamentari in tempo reale, curato dalla associazione no profit Openpolis. Ancora una volta, il deputato latianese Antonio Gaglione fa incetta di primati, confermandosi in vetta alla lista dei parlamentari assenteisti. Una percentuale da capogiro: 91.24 per cento (6289 su 6893 votazioni) di assenze, e con presenze pari all’ 8.76 per cento (604 su 6893), con uno 0.00 per cento tondo tondo di missioni esterne.

BRINDISI - Niente di nuovo dal fronte parlamentare, nemmeno se il registro delle assenze-presenze di deputati e senatori nei palazzi capitolini porta la firma di OpenParlamento, il database online che fotografa le attività dei parlamentari in tempo reale, curato dalla associazione no profit Openpolis. Ancora una volta, il deputato e cardiologo latianese Antonio Gaglione fa incetta di primati, confermandosi in vetta alla lista dei parlamentari assenteisti. Una percentuale da capogiro:  91.24 per cento (6289 su 6893 votazioni) di assenze,  e con presenze pari all’ 8.76 per cento (604 su 6893), con uno 0.00 per cento tondo tondo di missioni esterne.

Magra figura per Brindisi e i brindisini che però, sempre secondo i dati pubblicati da OpenParlamento, dall’altra parte della barricata si rifanno col pidiellino Michele Saccomanno, uno dei senatori più presenti a palazzo Madama. Saccomanno, con l’ 87.12 (3632 su 4169 votazioni) per cento, contro una percentuale corrispondente di assenze decisamente esigua, lo 0.67 per cento (28 su 4169), e una quota di missioni del 12.21 , è seguito a poche lunghezze di distanza da Salvatore Tomaselli, del Pd, con l’80.59 per cento delle presenze (3360 su 4169), 19.31 per cento delle assenze (805 su 4169), e una partecipazione alle missioni pari allo 0.10 per cento (4 su 4169). Tomaselli insomma, si fregia di un piazzamento che surclassa persino il vice-capogruppo del Pd Nicola Latorre, che segue con il 78.70 per cento (3281 su 4169 votazioni) di presenze, contro il 21.30 per cento (888 su 4169) di assenze, con un totale di missioni pari a zero 0.00 per cento (0 su 4169).

Nel circolo dei virtuosi anche il senatore, sempre latianese, Giuseppe Caforio, eletto nelle fila di Italia dei valori. Caforio ha fatto registrare un 69.82 per cento di presenze (2911 su 4169), contro il 29.31 per cento di assenze (1222 su 4169) e uno 0.86 per cento di partecipazioni a missioni (36 su 4169). Penultimo l’ex lombardiano Luciano Sardelli, con il 61.67 per cento (4251 su 6893) di presenze e il 26 per cento (1792 su 6893) di assenze.

Il deputato sanvitese, prossimo al salto nelle fila dei berlusconiani doc, recupera con le missioni, pari al 12.33 per cento (850 su 6893). Identica compensazione per l’ultimo della lista, il piediellino Luigi Vitali con il 59.55 per cento (4105 su 6893) di presenze, e appena il 4.76 per cento (328 su 6893) di assenze. Il Gino nazionale recupera alla grande con le missioni (impossibili?) pari al 35.69 per cento (2460 su 6893).

La palma d’oro di deputato-fantasma, i numeri parlano chiaro, resta sempre la sua. Pole position indiscussa ormai da un pezzo, la stessa che guadagnò a Gaglione, eletto nelle fila del Partito democratico, le ire funeste dei vertici Pd. Com’è noto l’ennesima assenza si rivelò assai utile al Pdl per licenziare quel capolavoro di finanza creativa che è lo scudo fiscale.

Involontariamente, certo. Il divorzio si consumò sulle ceneri di quel non-voto, che determinò il transito del nostro nel Gruppo misto il 5 maggio scorso, limbo dei senza patria, soggiorno di passaggio in attesa di approdare a nuovi lidi. Il deputato in attesa di collocazione, Gaglione è recentemente finito oggetto – dicono – della presunta compravendita alla vigilia del voto di fiducia, contattato per volontà del premier Silvio Berlusconi in persona.

Il deputato latianese, incrollabile, non ha ceduto alle lusinghe, zittendo i rumors con un decisivo diniego a ingrossare le fila della diaspora. Almeno per il momento. Nel frattempo, in parlamento continua a non andarci. Perché? Semplice. “Io sono un uomo concreto, l’ho detto tante volte. Se devo andare in parlamento solo per ratificare provvedimenti legislativi del governo, preferisco non andarci. Proprio in questi giorni vengono resi noti i dati sulla inattività parlamentare, non si legifera più, questo è il vero cancro della nostra assise”. Secondo questa logica insomma, i colleghi brindisini che frequentano assiduamente i palazzi romani, sarebbero dei perdigiorno impenitenti.

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