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Pd, vento della scissione: la geografia di chi resta e chi saluta

Dice addio il consigliere regionale Romano: primo ad aderire al movimento dei Democratici e Progressisti. Fedeli a Renzi, Bruno e Mariano. Con Emiliano resistono Vizzino, Antonica, Elefante e Matarrelli. Tomaselli vicino ad Orlando. Congresso cittadino il 12 marzo

BRINDISI – Il vento della scissione interna al Pd dalla capitale arriva nel Brindisino, passando dal corridoio barese, dove si registrerebbe il primo addio di “peso” al partito perché Pino Romano, ritenuto colonna portante in Consiglio regionale, avrebbe detto basta. Fine della sua storia politico-amministrativa come tesserato del Partito democratico per il quale è stato anche assessore, per aderire al movimento dei Democratici e Progressisti.

Pino Romano-2Non una fine inaspettata, se è vero quel che si sostiene sull’asse Bari-San Pietro Vernotico, il suo comune di residenza. Si dice che l’insofferenza di Romano alla leadership di Matteo Renzi fosse nota, così come palese sarebbe stata la non totale empatia con Michele Emiliano diventato a tutti gli effetti lo sfidante diretto dell’ex premier alla guida del Pd. Con il ministro della Giustizia Andrea Orlando nel ruolo del terzo incomodo.

Il consigliere regionale, la sua scelta l’ha fatta assieme al collega Ernesto Abaterusso pedalando in tandem per portare nella sede dell’assemblea barese il movimento tenuto a battesimo da Roberto Speranza, Enrico Rossi e Arturo Scotto. Per fare gruppo è necessaria una terza adesione. Non è chiaro cosa sceglierà Fabiano Amati, ex assessore, di Fasano. Pare difficile che possa arrivare dal mesagnese Mauro Vizzino, eletto nella lista di Emiliano il quale, a sua volta, continua a incassare il consenso dell’onorevole Antonio Matarrelli, ex Sel. Non è mistero per nessuno che Matarrelli lo abbia sostenuto in occasione delle primarie e poi delle regionali.

A Brindisi alla testa della novità c’è Carmine Dipietrangelo, attorno al quale stanno maturando diverse adesioni: Claudio Consales e Cristiano D’Errico per il capoluogo, ma ce ne sono diverse in arrivo da Mesagne, San Vito dei Normanni e Ostuni. Nella Città Bianca, il senatore Salvatore Tomaselli rappresenterebbe la corrente del Pd riconducibile al ministro Orlando. La geografia, di conseguenza, a breve è destinata a cambiare ma i sostenitori dell’”articolo 1 del movimento Democratici e Progressisti” sostengono che non si tratta di conquiste di bandierine sul territorio, rivendicando invece il contenuto. Non posizionamento, quindi, ma progetto in evoluzione per costruire.

Maurizio Bruno e Michele EMiliano-2Il cantiere però deve fare i conti con i fedelissimi di Renzi, Emiliano e Orlando. In testa c’è Maurizio Bruno, renziano autentico, attuale presidente della Provincia, vincitore alle elezioni per il consiglio, dopo aver imbastito il listone trasversale con Forza Italia contro i centristi di Terra di Brindisi. Bruno è anche sindaco di Francavilla a cui non dispiacerebbe l’idea di iniziare la corsa in direzione del Parlamento. Con Renzi, resta anche l’onorevole Elisa Mariano, arrivata alla Camera da San Pietro. Indiscrezioni sostengono che con l’ex presidente del Consiglio dei Ministri ci sia anche Giovanni Carbonella, ex deputato della Margherita, rimasto dietro le quinte ma pur sempre attivo.

Con Emiliano, invece, c’è Antonio Elefante, attuale consigliere comunale a Brindisi, ex segretario cittadino del Partito le cui dimissioni hanno portato al commissariamento affidato a Sandra Antonica. Il Pd brindisino aspetta il congresso per guardare al futuro: si vota il 12 marzo, salvo cambiamenti dell’ultima ora. E si sta lavorando sul candidato unico, con consensi da indirizzare sul nome di Damiano Sciarra. Intanto è stato avviato il procedimento per l’espulsione dal Pd di Damiano Flores, il consigliere comunale eletto nel partito e risultato peraltro il più suffragato, autore del salvataggio della sindaca Angela Carluccio e della sua Amministrazione centrista nella seduta del 6 febbraio scorso.

In quella sede dichiarò di sostenere il progetto Carluccio, rimasto orfano dei Coerenti di Pasquale Luperti e Marika Rollo, primi firmatari della mozione di sfiducia che proprio grazie a Flores non è andata in porto. E aggiunse di aderire ai Democratici e socialisti, riconoscendosi come renziano, accanto a Salvatore Brigante, Luciano Loiacono, Luigi Sergi, Maurizio Colella e Umberto Ribezzi. A questo punto è probabile che il gruppo rientri nel Pd, quello di Renzi appunto, contro Emiliano che il caso Brindisi pare lo stia seguendo sia pure in silenzio. Non ha dimenticato, il governatore, la precedente Amministrazione, quella guidata da Mimmo Consales, né come sia finita, né tanto meno chi l’abbia sostenuta. Neppure quali sono le inchieste condotte dalla Procura e chi siano gli indagati.

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