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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Sorte provincia Brindisi: forti polemiche

BRINDISI - Sembra molto difficile recuperare gli errori compiuti negli ultimi due mesi. I sindaci del Brindisino sono divisi: la maggior parte della popolazione voleva passare alla provincia di Lecce, pertanto i Comuni che hanno ottenuto dal decreto governativo questo accorpamento hanno un'ottima ragione per non tornare indietro. Il sindaco di Brindisi, Cosimo Consales, lunedì proverà a convincere tutti a fare fronte unico per ottenere una revisione del decreto e convincere il governo a creare un'unica provincia da quelle di Lecce, Brindisi e Taranto, ma è già arrivato un no all'incontro dal sindaco di San Pietro Vernotico, Pasquale Rizzo, che accusa Pd, Udc, Noi Centro, Consales e Massimo Ferrarese di aver portato il Brindisino alla lacerazione insistendo sull'asse con Taranto e sulla teoria dei due capoluoghi per una sola provincia.

BRINDISI - Sembra molto difficile recuperare gli errori compiuti negli ultimi due mesi. I sindaci del Brindisino sono divisi: la maggior parte della popolazione voleva passare alla provincia di Lecce, pertanto i Comuni che hanno ottenuto dal decreto governativo questo accorpamento hanno un'ottima ragione per non tornare indietro. Il sindaco di Brindisi, Cosimo Consales, lunedì proverà a convincere tutti a fare fronte unico per ottenere una revisione del decreto e convincere il governo a creare un'unica provincia da quelle di Lecce, Brindisi e Taranto, ma è già arrivato un no all'incontro dal sindaco di San Pietro Vernotico, Pasquale Rizzo, che accusa Pd, Udc, Noi Centro, Consales e Massimo Ferrarese di aver portato il Brindisino alla lacerazione insistendo sull'asse con Taranto e sulla teoria dei due capoluoghi per una sola provincia.

Sostiene che ci sono ancora margini per modificare tutto e andare ad unica provincia tra le tre dell'area ionico-salentina anche il senatore Salvatore Tomaselli del Pd, chiamando all'impegno gli altri colleghi del territorio per il vicino esame parlamentare del decreto taglia-province, ma egli stesso si augura che Monti non ponga la fiducia sullo stesso. BrindisReport.it propone gli interventi odierni - nell'ordine - di Consales, Tomaselli e Rizzo che chiariscono come questa provincia (ex ormai, se il 6 novembre la Corte Costituzionale respingerà il ricorso contro il decreto presentato da otto Regioni) si sia davvero lacerata. Le responsabilità? Decidano gli elettori.

L'appello del sindaco Mimmo Consales

“Faccio appello al senso di responsabilità dei Sindaci dei Comuni della provincia di Brindisi affinché si metta in moto un meccanismo di reazione democratica rispetto a quell’assurda decisione che va sotto il nome di ‘riordino delle Province. Non contesto in alcun modo la decisione dei miei colleghi che hanno deciso di chiedere l’annessione a Lecce o a Bari – afferma Consales – ma è indubbio che si è trattato di una fuga in avanti che non ha eguali in nessuna parte d’Italia. Non è un caso che sono pressoché tutti brindisini gli unici Comuni che hanno cambiato Provincia già in sede di Decreto senza attendere la conversione in Legge attraverso il percorso parlamentare.

Ma siamo ancora in tempo per ricostruire un percorso condiviso. Per questo motivo ho organizzato l’incontro di lunedì. Si tratta di verificare, in sostanza, se siamo tutti d’accordo sulla necessità di spingere per la creazione di un’unica grande provincia che metta insieme tutta l’area jonico-salentina (e quindi le Province di Brindisi, Lecce e Taranto). Se la situazione rimanesse così come disegnata nel decreto le Province di Lecce e di Taranto-Brindisi sarebbero fortemente penalizzate in quanto meno forti rispetto all’area metropolitana di Bari ed alla grande provincia di Foggia. Ecco perché sarebbe opportuno che lunedì i Sindaci firmassero un documento da inviare al Ministro e da affidare ai parlamentari salentini al cui interno ribadire l’utilità di dar vita ad una provincia del Grande Salento.

E’ tardi? Non sono d’accordo, in quanto ciascun Comune d’Italia che si trova nelle condizioni previste per legge potrà anche adesso manifestare la volontà di cambiare provincia, così come si può spingere il Governo a modificare il contenuto del decreto sulla base di considerazioni logiche che peraltro vanno in direzione del contenimento della spesa pubblica. Il tutto senza contare che martedì prossimo si pronuncerà la Corte Costituzionale che potrebbe dichiarare il decreto anticostituzionale. In quel caso la palla passerebbe ai partiti e quindi al prossimo Governo. E sarà difficile, se non impossibile, che non si metta riparo a questo pastrocchio spacciato per riordino, magari azzerando tutte le Province e trasferendo i relativi poteri a Comuni e Regioni”.

L'impegno di Salvatore Tomaselli

"È davvero paradossale che il Governo, nell'emanare il Decreto Legge con cui si disegnano i confini delle nuove province italiane, sancisca che quella di Brindisi sia l'unica provincia che vede disgregarsi il proprio territorio e con esso la propria storia recente e un'intero sistema di relazioni istituzionali, produttive e sociali. È quanto si legge nel Decreto approvato nei giorni scorsi e nell'allegata tabella dedicata a soli undici comuni italiani, di cui dieci della provincia di Brindisi.

Non intendo, ovviamente, mettere in discussione la legittima scelta, rafforzata da espressioni degli organi amministrativi, dei vari comuni che nelle scorse settimane hanno indicato di voler aderire alla provincia di Lecce. Non mi arrendo, però, all'idea che la nostra provincia debba subire passivamente un vero e proprio processo di disgregazione.

Per questo ritengo assolutamente prioritario ricostituire l'unità di azione e di iniziativa dell'intera nostra provincia e di tutte le sue espressioni istituzionali, a cominciare dai comuni, per poter insieme condividere le scelte future. Ciò è ancora possibile!

La tempistica adottata dal Governo, infatti, prevede che il riordino si compia a partire dal 1 gennaio 2014 e consente, quindi, di poter tornare a discutere con maggiore serenità di un processo finora gestito in modo frettoloso, confuso ed eccessivamente burocratico, a partire proprio dalle norme volute dallo stesso Governo all'interno della cosiddetta "spending review".

Risulta, pertanto, particolarmente utile e decisivo l'incontro promosso per Lunedì prossimo dal Sindaco di Brindisi Mimmo Consales con tutti i Sindaci della provincia: mi auguro davvero che da tale incontro emerga la unanime volontà di ripristinare una coesione ed una unità di intenti tra tutti i Comuni, pur nelle diverse sensibilità, tale da poter davvero concorrere tutti insieme da protagonisti al nuovo assetto istituzionale del territorio di questa parte del paese.

Sono ovviamente totalmente a disposizione, così come immagino tutti i parlamentari brindisini, nel sostenere l'esito di tale discussione, che mi auguro positiva ed unitaria, nel corso dell'esame del Decreto Legge, nell'auspicio che il Governo non ricorra per l'ennesima volta alla scelta del voto di fiducia, penalizzando nuovamente l'autonomia del  Parlamento.

Il no del sindaco di S.Pietro Vernotico, Pasquale Rizzo

"La provincia di Brindisi è stata affossata dalle decisioni sbagliate dell’ex  Presidente Ferrarese e del Sindaco di Brindisi Consales che, invece di fare un mea culpa, sperano di recuperare una partita persa quando ormai siamo alla fine dei tempi supplementari, tornando a parlare di Grande Salento. Spiace dirlo, ma occorre nella vita avere il coraggio di chiamare le cose con il giusto nome al di là delle appartenenze politiche!

La possibilità di realizzare la provincia unica di Brindisi Lecce e Taranto era quella da me indicata sin dai primi mesi di settembre (deliberare tutti il transito nel territorio di Lecce) facendo ciò che oggi, come fatto postumo, tutti i Comuni stanno cercando di fare nel tentativo di rimediare ai danni causati dalla errata impostazione data da Ferrarese e Consales. E’ assurdo leggere che Comuni che hanno creato il “tappo” (non solo politico)  rispetto alle volontà di altri territori (interrompendo la necessaria contiguità territoriale al fine di poter decidere il transito verso altre Provincie) oggi affermano di voler transitare in Lecce; è assurdo leggere che chi ha chiamato San Pietro V.co, Cellino, Torchiarolo, San Pancrazio e San Donaci “traditori”, si sia reso conto che a tradire il territorio siano stati altri!

La precedente legge assumeva che nessuna Provincia avrebbe potuto recuperare i parametri mancanti (popolazione e territorio) grazie al transito in ingresso di nuovi Comuni; se tutti i Comuni del Brindisino avessero scelto Lecce, Taranto automaticamente sarebbe stata accorpata a Lecce e Brindisi creando così la Grande Provincia tanto voluta, sulla carta ma non nei fatti, da chi invece ha osteggiato tale risultato. Qualcuno oggi afferma di non voler andare con il cappello in mano a chiedere di far parte di Lecce; Brindisi oggi deve decidere se andare con il cappello in mano verso Taranto o Lecce grazie alla miope visione di chi ha deciso un percorso sbagliato. Il problema non è stato quello di aspettarsi da Lecce una apertura su qualcosa, ma di credere alla velleitaria possibilità del doppio capoluogo che contrastava con i principi della legge e che mai avrebbe potuto trovare giuridica consistenza.

A conti fatti cosa accade:

1)      grazie alla sbagliata scelta di Brindisi (Città e Provincia), il decreto Legge ha ormai istituito la nuova Provincia di Brindisi/Taranto che, quindi, rimarrà tale anche qualora altri Comuni decidano di andare verso Lecce, salvo a verificare che, con il predetto passaggio, Taranto non abbia più i numeri per restare provincia (non sarebbe stato quindi opportuno farlo prima?). Lecce era e resta provincia tanto che viene inserita nella lettera b) del comma 1 dell’articolo 2 della legge tra gli Enti che mantengono lo status e non variano nulla se non l’acquisizione di nuovi territori. Con Brindisi e Taranto in più probabilmente Lecce sarebbe stata inserita tra le nuove più grandi Provincie e, in virtù della norma, probabilmente i Comuni a maggioranza avrebbero poi deciso nome e capoluogo (in tal senso il Parlamento avrebbe giocato un ruolo decisivo e possibile senza incagli costituzionali);

2)      con provvedimento del Parlamento, se non vi è la volontà dei Comuni interessati (nessuno potrà obbligare Taranto ed i Comuni del Tarantino a creare la Grande Provincia, o sperare che deliberino in tal senso visto che è stata già istituita la Provincia di Taranto) giammai potrà imporsi la Provincia di Brindisi/Lecce e Taranto se non compromettendo costituzionalmente un percorso già irto e pieno di contraddizioni rispetto al dettato normativo;

3)      l’unico modo per dare dignità al territorio di Brindisi sarebbe stato quello di presentarsi compatto verso l’unica aggregazione chiesta dal territorio (Lecce), mettendo da parte promesse poi disattese (il doppio capoluogo o la sede decentrata vietata dal decreto) o velleità palesemente in contrasto con ciò che la legge prevedeva;

4)      il Pd, Noi Centro e la stessa UdC, costringendo alcuni Comuni a prendere posizioni ondivaghe e subordinate al Grande Salento, hanno creato le condizioni affinchè restino allo stato attuale fuori dal riordino importanti realtà territoriali (come Mesagne), che invece intendevano andare in direzione di Lecce. Oggi si deve sperare che in sede di conversione altri ritocchi debbano e possano essere effettuati. Se San Pietro V.co avesse accolto l’ordine del giorno proposto dalla opposizione (Pd in primis), non avremmo ottenuto il passaggio a Lecce richiesto a gran voce dai cittadini consultati con procedimento osteggiato dalle predette opposizioni;

5)      se il Presidente Ferrarese fosse rimasto al suo posto oggi avrebbe risparmiato egualmente i costi della giunta ed avrebbe amministrato insieme al suo staff ed a tre consiglieri Provinciali, come previsto dalla norma. Ha deciso invece di buttare via un anno (il 2013) di scelte politiche ed amministrative importanti, lasciandole in mano al Commissario, persona di spessore tecnico ed umano, ma sicuramente non organo politico scelto dai cittadini. Per un Sindaco sarebbe facile gettare le armi per i tagli del Governo, ma chi si candida e fa candidare altri alla guida di Istituzioni deve avere sempre il dovere di non abbandonare la nave fino al momento in cui può ancora guidarla con la maggioranza politica. Poche persone in una stanza hanno deciso le sorti della Provincia di Brindisi in barba a qualsivoglia percorso democratico e di rispetto per i cittadini che invece avevano chiesto ed ottenuto una guida politica (il Presidente Ferrarese) nuova che ha abbandonato il territorio e chi ha creduto in un percorso importante, riscontrando peraltro negli anni risultati di tutto rispetto. Nemo ad impossibilia tenetur: tradotto, nessuno può fare l’impossibile e se quindi Ferrarese era nella impossibilità di fare qualcosa per il territorio restando al suo posto, si presume che il Commissario avrà gli stessi problemi, con la differenza che il primo avrebbe potuto dare un taglio politico alle scelte.

6)      Come voteranno i parlamentari del Pd se l’assessore Pelillo esulta per la scelta Brindisi / Taranto ?

Per concludere la fine della Provincia di Brindisi ha sicuramente un timbro che proviene da Roma e precise responsabilità politiche che abbracciano tutti i partiti nessuno escluso, ma sono evidenti i comportamenti assunti da pochi che lo scrivente ritiene sbagliati ed in alcuni casi irresponsabili, sotto il profilo del rispetto del territorio.  San Pietro Vernotico è disponibile a fare tutto quanto necessario per consentire a Brindisi ed agli altri Comuni di rivedere gli errori del passato, ma non sarà presente alla riunione di lunedì perché ha già fatto le sue scelte, ed è a disposizione delle realtà territoriali che intendano aprire ogni nuovo discorso a livello Parlamentare che non metta in discussione le predette scelte.

Dopo che i “convocati” dal Sindaco di Brindisi e dal Presidente Ferrarese sceglieranno le strategie future, San Pietro V.co sarà al loro fianco per sposare le scelte e porre in essere ogni azione ritenuta utile per gli interessi di Brindisi e di tutti i Comuni della sua ex Provincia. Nessun contributo nuovo o differente possiamo dare rispetto a quanto precedentemente proposto e disatteso, per cui la nuova linea che sarà tracciata lunedì sarà seguita se compatibile con le aspettative del territorio che mi onoro di rappresentare".

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