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Al "Santa Maria" la buona Sanità

BARI - Al "Santa Maria” di Bari, per la prima volta in Italia, è stata impiantata, su due pazienti di 82 e 81 anni con gravi forme di stenosi aortica, una valvola transcatetere di seconda generazione per via trans-apicale. In gergo si chiama "Tavi”, ed evita l'intervento a cuore aperto.

BARI - Presso il dipartimento cardiovascolare dell’Ospedale convenzionato “Santa Maria” di Bari si pratica da anni l'impianto della valvola aortica percutanea (Tavi). Con l'arrivo nell'autunno 2012 del nuovo primario, il dottor Mauro Cassese, e del suo staff di cardiochirurghi, questa "eccellenza" della clinica barese ha compiuto un ulteriore salto di qualità, affiancandosi alla già ampia esperienza del dottor Gaetano Contegiacomo, direttore della cardiologia interventistica.

Ieri, per la prima volta in Italia, è stata infatti impiantata, su due pazienti di 82 e 81 anni con gravi forme di stenosi aortica, una valvola transcatetere di seconda generazione per via trans-apicale. Questa innovativa protesi (denominata Engager), dopo anni di sperimentazioni in Europa, ha recentemente ottenuto la certificazione CE, dopo aver condotto uno studio sperimentale in Germania durato tre mesi. L'intervento di oggi rappresentava pertanto la prima "uscita" ufficiale di questo nuovo impianto valvolare.

La Tavi è un’alternativa più sicura e meno invasiva al tradizionale intervento chirurgico a cuore aperto, effettuato tramite sternotomia (ovvero l’apertura del torace), arresto dell’attività cardiaca e circolazione extracorporea. In parole semplici, l'intervento consente di accedere al cuore attraverso una piccola incisione intercostale che, attraverso il ventricolo sinistro, conduce direttamente all’interno della valvola cardiaca degenerata, dove la protesi viene impiantata. La valvola è composta di tessuto naturale ottenuto dal cuore di un bovino. I lembi che controllano il flusso sanguigno della valvola cardiaca sono fissati ad una struttura flessibile ed autoespandibile per il necessario supporto.

Finora questa tecnica era riservata esclusivamente ai pazienti inoperabili a causa dell'età o della gravità del quadro clinico. La Tavi di seconda generazione ha due caratteristiche tecniche che consentono di ampliare enormemente la platea dei potenziali beneficiari di questa tecnica: 1) la percezione tattile del chirurgo nell'ancorare la valvola è molto superiore rispetto alla Tavi di prima generazione (non dimentichiamo che si tratta di un intervento video assistito in cui il chirurgo opera attraverso sofisticate strumentazioni, senza mettere fisicamente le mani nel petto del paziente); 2) si riduce sostanzialmente l'incidenza dei leak periprotesici, una delle complicanze più diffuse.

Il successo dell'operazione offre concrete speranze di guarigione alle migliaia di persone che soffrono di stenosi aortica severa.

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