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Impresa clamorosa di Happy Casa che riesce a perdere anche a Pesaro

Brindisi in vantaggio alla Vitrifrigo Arena: e poi ci pensa coach Vitucci con delle scelte discutibili

BRINDISI - Come contro Brescia ed in altre precedenti partite (vedi Bologna contro la Virtus), Happy Casa è riuscita a bruciare vantaggi di 13/14 punti, anche a Pesaro si è ripetuto il “format-Vitucci”, quello che consiste nel cambio sistematico e fallimentare del “5 dentro 5 fuori”, uno schema che comporta il ritorno immediato in panchina del quintetto-base che ha assicurato il vantaggio per far posto alla sostituzione completa della squadra in campo. Happy Casa, infatti, aveva iniziato molto bene contro Pesaro schierando un quintetto iniziale composto da Clark, Harrison, Perkins, Adrian e Gaspardo e la partita sembrava avviarsi verso una favorevole gestione dei vantaggi conquistati, sulla base della buona prestazione collettiva e della pochezza della formazione di Pesaro. Poi ci ha pensato coach Vitucci a rompere gli equilibri della partita, con il suo "schema a perdere", più volte visto in questo campionato, attuato sempre con risultati negativi.

Il break che ti aspetti arriva puntuale: 12 a 0  

Il sistema negativo si è confermato anche a Pesaro, una formazione in piena lotta per evitare la retrocessione (ha vinto solo 8 partite e due vittorie delle quali le ha conquistate proprio grazie ad Happy Casa), che prevede come conseguenza immediata l’ormai consueto break da paura e la consegna dell’inerzia della partita regalata agli avversari. Questa volta Happy Casa ha assistito passivamente ad un spettacolare break di 12 a 0 che ha portato il risultato da +13 (15-28) ad 1 minuto dall’inizio del secondo quarto al 42-44 della chiusura del primo tempo di gioco.

Vitucci, Happy Casa Brindisi-2

E’ stato il break che ha rimesso in partita Pesaro, ha restituito consistenza fisica e mentale della squadra di Luca Banchi, trovatasi improvvisamente difronte a tanta grazia e ad un’autostrada per arrivare al canestro. Durante questo break la squadra è apparsa allo sbando, incapace di contenere gli attacchi della Vuelle Pesaro che, intanto, sembrava una formazione di Nba, subendo schiacciate a ripetizioni dallo scatenato Tyrique Jones, mentre dalla panchina Happy Casa non pervenivano segni di attività, aspettando un time out d’obbligo che, invece, non arrivava mai, per mettere ordine alla difesa e smorzare l’inerzia dei gassatissimi avversari.

C’era una volta il “Gruppo-Italia” 

Intanto si è perso il “gruppo-Italia” che orgogliosamente era stato riconfermato in blocco e che così bene aveva fatto nella fase iniziale del campionato. Giocatori come Mattia Udom e Raphael Gaspardo sono da tempo irriconoscibili, molto lontani dalla condizione fisica e mentale che li ha portati ad essere giocatori chiave della squadra e meritarsi la chiamata in Nazionale. A Pesaro coach Vitucci ha tenuto Mattia Udom in campo per 20 minuti ed il giocatore alla fine ha ottenuto una “valutazione Lega” pari a 0 ed un plus/minus di -20, con 4 punti realizzati (1/1 da 2 punti,0/3 da 3 punti e 2/2 ai liberi con 3 rimbalzi catturati); che dire, poi, di Gaspardo che realizza 1 punto in 21 minuti di presenza in campo, di Alessandro Zanelli poco determinato rispetto al solito e di Riccardo Visconti che entra in campo per 2 minuti e ritorna in panchina evidentemente sfiduciato dalla scarsa attenzione nei suoi confronti. 

Gaspardo, Happy Casa Brindisi-Brescia-2

Alessandro Gentile “play per caso”

Si pone anche il problema di Alessandro Gentile che, sia pure positivo con i suoi 10 punti realizzati in 19 minuti (5/8 da 2 e 0/1 da 3), non può proporsi nel portare palla come spiegano i precedenti e le 3 palle perse malamente a Pesaro, in momenti determinanti della partita. Coach Vitucci dalla panchina dovrebbe impartire ordini perentori per lasciare il compito ai play maker, anche se a giocatori professionisti e con notevole esperienze alle spalle, dovrebbe essere istintivo il rispetto dei ruoli e la conoscenza delle proprie capacità di interpretarli. Da Gentile si può e si deve pretendere di più ora che sta avendo più possibilità di allenarsi e di integrarsi nella squadra. 

Alessandro Gentile-8

Aspettando la regia di D’Angelo Harrison

Ora si spera che D’Angelo Harrison, una volta compresi i limiti della squadra, conferisca alla squadra l’impronta della sua leadership in campo per riportare più ordine nei ruoli, più carattere e determinazione, oltreché i punti ed il gioco che sono parte delle sue straordinarie capacità. Non basta, infine, il rendimento di Nick Perkins, la buona volontà di Lucio Redivo e qualche sporadica iniziativa di Wes Clark, se poi Nathan Adrian e Maxime De Zeeuw ancora non riescono ad entrare nei meccanismi difensivi e concedono troppo spazi agli avversari. La classifica resta tuttora aperta al raggiungimento degli obbiettivi della società e dei tifosi se solo la squadra riuscisse a ritrovare il carattere, la determinazione e la voglia di vincere indispensabili per risalire la zona play off.

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