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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Il segreto dell'Enel: un leader a partita

BRINDISI - Tutti in fila dietro la capolista. L’Enel Brindisi vince prepotentemente anche contro Cantù (75-74) e realizza uno stupefacente “filotto” di sei partite consecutive vinte, ben sette sulle otto disputate dall’inizio del Campionato.

BRINDISI - Tutti in fila dietro la capolista. L’Enel Brindisi vince prepotentemente anche contro Cantù (75-74) e realizza uno stupefacente “filotto” di sei partite consecutive vinte, ben sette sulle otto disputate dall’inizio del Campionato. Un “filotto” straordinario nel corso del quale ha battuto con autorevole successione squadre dal grande blasone come Milano, Varese e Cantù ed ha espugnato roccaforti del basket come Caserta e Venezia , candidandosi a squadra rivelazione ed indiscussa capolista del campionato nazionale di serie A con ben 14 punti già conquistati.

Un autentico miracolo se solo si considera che la squadra è stata completamente rinnovata e come tale avrebbe dovuto scontare un periodo di rodaggio in questa prima parte del campionato. Invece la squadra di coach Bucchi gioca un buon basket e dimostra di avere la propria forza proprio nella compattezza del gruppo interamente ricostituito, che fa della difesa e della straordinaria capacità di applicazione e di intensità di gioco le armi migliori per abbattere qualsiasi avversario. L’Enel Brindisi è una squadra che riesce a trovare nel corso della partita e in diversi momenti di difficoltà il leader di turno, una formazione in grado di reagire con grande carattere ed energia ad ogni difficoltà.

Contro Cantù, una della squadre più in forma del campionato, la squadra di coach Bucchi avrebbe potuto accusare il colpo inflitto dalla terna arbitrale Lamonica, Bettini e Caiazza che avevano spazzato via con un semplice fischio tutto il vantaggio di 14 punti (47-33) accumulato a costo di grandi sacrifici. Sul filo di sirena del secondo quarto i magnifici “Tre Re Magi” hanno regalato a Cantù un fallo di Campbell su Aradori dalla linea dei tre punti ed un tecnico per la successiva protesta del giocatore brindisino, che ha cambiato il risultato e portato la squadra di coach Sacripanti a -7 (47-40) .

Un episodio che avrebbe tagliato le gambe a qualsiasi squadra ma non ai giocatori brindisini che nel breve volgere di qualche minuto sono riusciti a reagire prepotentemente, riprendere in mano le redini del gioco e riportare il punteggio a +12. C’è poco da aggiungere. Questo è il vero segreto dell’attuale Enel Brindisi, che è la squadra di Dyson e James come di Formenti e di Zerini, di Campbell e Aminu, di Todic di Snear, di Lewis e di Bulleri. Non è un segreto, invece, la usuale arroganza con cui l’arbitro Lamonica continua a dirigere le partite della squadra brindisina.

Il signor Lamonica è quello del “tecnico” fischiato a Bucchi per aver messo mezzo piedi fuori dall’area tecnica, mentre Bettini è l’indimenticato protagonista di Varese quando convalidò un canestro di Childress a tempo visibilmente scaduto, determinando la sconfitta della squadra brindisina. Le offese collettive rivolte alla terna sono costate mille euro di ammenda alla società. Ma Lamonica, Bettini e Caiazza pretendevano anche i ringraziamenti e riconoscenza dai tifosi brindisini? Questa formidabile squadra, tuttavia, deve acquisire la consapevolezza di dover chiudere le partite, gestire i vantaggi conseguiti con più raziocinio per non mettere ripetutamente a rischio il risultato, così come accaduto contro Reggio Emilia, a Caserta e contro Cantù.

L’Enel Brindisi ha la più alta percentuale di tiro da 2 punti (58,4) in tutta la serie A, ed è paradossale, pertanto, l’ostinazione con cui la squadra tiri da 3 punti, affrettando anche le conclusioni, quando invece momenti della partita richiedono più riflessione per gestire al meglio il vantaggio conseguito (incredibile Todic con il suo 0/3 da 3 punti e le palle perse, con Aminu tenuto troppo tempo in panchina), magari limitando qualche americanata, forzando le conclusioni in hally-hoop in momenti inopportuni. Così la squadra a 7 secondi dalla fine si è trovata in parità (74-74) con Lewis in lunetta a realizzare 1/2 del vantaggio ed a rischio sconfitta quando sulla rimessa di Cantù il pallone è andato nel mani di Ragland.

Tutto il “gruppo” ha costruito un “ombrello” su Ragland fin quando il “gigante” James ne è uscito con nelle mani il pallone della vittoria. Coach Sacripanti (forse meglio chiamarlo “Sacripianti”, viste le ripetute lamentele indirizzate verso i “Tre Re Magi” nel corso della partita non sa cosa sia successo sotto quel canestro, ma ha visto una “manata” su Ragland e non si spiega i 9 punti realizzati nel secondo quarto. Spiegazione semplice. Sotto quel tabellone il pallone lo ha conquistato il giocatore più forte della squadra che avrebbe potuto vincere la partita con più largo margine. Cantù ha realizzato solo 9 punti nel secondo quarto semplicemente perché Brindisi ha dato lezione di difesa.

Il coach canturino,invece, non si è neppure chiesto il motivo per cui è rientrato in partita, dimenticando che i “tre Re Magi” gli hanno consegnato sette punti gratuiti proprio sotto la sua panchina. Più sportivi, perciò, i tifosi canturini presenti al PalaPentassuglia che alla fine della partita hanno applaudito le due squadre e rivolto un saluto ai tifosi brindisini, ricambiati con scroscianti applausi. E’ questo il tifo che fa bene allo sport.

 

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