SEATTLE – Uno dei settori più in crescita della Puglia, l’aerospazio, atterra a Seattle in questi giorni, per partecipare all’Aerospace & Defence Supplier Summit in programma da oggi fino al 14 marzo grazie al supporto operativo dello Sprint Puglia, lo sportello regionale per l’internazionalizzazione delle imprese.
BRINDISI - Settecentocinquantatre attività commerciali chiuse nel 2011; 1.967 posti di lavoro persi solo nell'ultimo anno; 1299 società in liquidazione o scioglimento; 18.661 disoccupati nella sola città di Brindisi. Sono i numeri tragici solo all'anno passato, e si leva il grido disperato dei commercianti per invertire una tendenza che potrebbe portare alla morte di un intero settore economico se non vengono posti urgentemente dei correttivi.
BRINDISI – Vogliono a tutti i costi cambiare questa città, in meglio naturalmente. Ed ecco che, dopo la costituzione avvenuta qualche mese addietro, il Partito delle Aziende scende nell'agone politico candidando il suo sindaco, Nando De Giosa, noto avvocato del Foro di Brindisi. Quello del Partito delle aziende è un progetto trasversale con simpatie per il centrodestra.
Arrestati a Brindisi gli amministratori di due Pmi del settore aeronautico, e disposti sequestri per 21 milioni di euro di valore, equivalente alla cifra che gli indagati in concorso avrebbero truffato allo stato nell'ambito di due contratti di programma, uno con i fondi del Por 2000-2006, l'altro con un Piano integrato d'area (Pia). Le due aziende operano nel campo dei velivoli senza pilota (Uav) e delle fibre preimpregnate in carbonio. C'era un giro di false fatturazioni, ed una triangolazione delle fatture degli ordinativi effettuati negli Usa, tra gli stessi Stati Uniti, Malta e Brindisi, dove alla fine i costi certificati dei macchinari arrivavano quadruplicati. I soldi, ovviamente, sono spariti quasi tutti.
CELLINO S. MARCO – I carabinieri ci contano: una volta arrestato Cosimo Mazzotta, ex capozona a Cellino S. Marco e dintorni per il clan Scu di Salvatore Buccarella, altri imprenditori potrebbero denunciare agli inquirenti circostanze analoghe a quelle che sono sfociate nel nuovo arresto del pregiudicato nelle prime ore del mattino di ieri. Mazzotta era da poco tornato in libertà dopo aver scontato 18 anni di carcere nell’ambito delle indagini che avevano sgretolato i nuclei originari della Sacra corona unita nel Brindisino negli anni Novanta.
VIBO VALENTIA - Ci sono anche quattro titolari di aziende brindisine di trasporto nell'inchiesta della guardia di finanza e della procura di Vibo Valentia che ha scoperto un'organizzazione dedita al trasporto ed allo smaltimento illecito di rifiuti industriali tossici e pericolosi che operava tra Calabria, Puglia e Sicilia. Nome in codice dell'operazione, “Poison” (veleno ndr). I fanghi provenivano da una “società nazionale leader nella produzione di energia elettrica” di cui gli investigatori per ora non indicano altro.
BARI - Tredici milioni di euro a favore delle imprese agricole pugliesi. Oggi la giunta regionale ha approvato il provvedimento attraverso il quale riconoscere, quale aiuto in regime "de minimis", un contributo sugli interessi passivi pagati dalle imprese agricole nel 2009, attraverso un importo di circa 13 milioni di euro interamente a carico del bilancio autonomo regionale. Quello di oggi è l’atto conclusivo del percorso intrapreso con la legge di bilancio della Regione Puglia del dicembre scorso (legge regionale 34/2009, art.8) e con la successiva condivisione con le associazioni di categoria dei criteri di ammissione al contributo e di erogazione.
MESAGNE – E’ probabilmente una banda specializzata del Foggiano quella che ha preso di mira negli ultimi giorni due aziende agroalimentari di Mesagne. La settimana passata (venerdì notte) la Viander Sud di contrada Galina, la notte scorsa la Ruggiero Industria Conserviera Snc, sempre in contrada Santa Rosa Galina. Due colpi da parecchie migliaia di euro ciascuno, accomunati da un elemento: le aziende non avevano un servizio di guardiania. Di certo, la Ruggiero Snc non aveva neppure un contratto con un istituto di vigilanza. Il sistema di videosorveglianza invece sì: è quello che ha permesso alla polizia di stabilire che i ladri erano almeno in sei ma tutti incappucciati.