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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca San Vito dei Normanni

Tentato omicidio "targato" Scu, un caso che si incrocia con "The Wolf"

L'udienza del processo relativo a un episodio avvenuto a San Vito Dei Normanni il 17 giugno 2022: in aula un investigatore, il tenente dei carabinieri Alberto Bruno

BRINDISI - Il 17 giugno 2022 c'è stato un episodio, a San Vito Dei Normanni, che è suonato come un campanello d'allarme: il tentato omicidio di un uomo, un sorvegliato speciale. L'episodio si inserisce in un "disegno" più ampio, un affresco che i carabinieri della compagnia di San Vito Dei Normanni - coordinati dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Carmen Ruggiero - svelereanno pubblicamente il 20 luglio 2023, con l'esecuzione di oltre 20 ordinanze di custodia cautelare. E' l'operazione "The Wolf", che fa luce sulle presunte attività illecite del clan Lamendola - Cantanna, operante a San Vito e in comuni limitrofi. Colui che gli inquirenti ritengono il capo del sodalizio, Gianluca Lamendola (34 anni, nato a Mesagne, residente a Brindisi), è ancora irreperibile. Oggi (mercoledì 18 ottobre 2023), nell'aula "Metrangolo" del Tribunale di Brindisi, si è svolta un'udienza relativa al processo per il tentato omicidio. Gli odierni imputati sono stati rinviati a giudizio, dal gup di Lecce il 12 aprile 2023. Mentre, la prima udienza risale al 7 giugno.

I capi di imputazione

Gli imputati sono quattro e sono tutti di San Vito: Adriano De Iaco (33 anni), Giovanni Nigro (54 anni), Francesco Ciciriello (42 anni) e Roberto Calò (40 anni). I primi tre devono rispondere del reato di tentato omicidio, con l'aggravante del 416 bis. Tutti e quattro sono imputati per un secondo episodio, precedente e risalente al 29 maggio 2022: avrebbero inseguito lo stesso uomo parte offesa nel tentato omicidio per le vie della città, impugnando un bastone, per malmenarlo. Tre degli imputati, escluso Ciciriello, sono coinvolti nell'operazione "The Wolf". In aula era presente il pm della Dda, Carmen Ruggiero, oltre agli avvocati Andrea D'Agostino, Cinzia Cavallo e Giacomo Serio. Il giudice, Maurizio Saso (a latere: Leonardo Convertini e Ambrogio Colombo), ha dato il via all'udienza alle 13:15. Il punto focale è stata l'escussione di un teste importante: il tenente dei carabinieri Alberto Bruno, all'epoca comandante del Nor di San Vito, attualmente a capo del nucleo investigativo a Matera. 

La ricostruzione di "Lupo"

Il tenente Bruno conosce bene entrambe le indagini: l'operazione contro il clan è stata battezzata in "onore" del suo nome di battaglia ai tempi del Ros, ovvero "Lupo". In alcune intercettazioni gli indagati dicono di dover stare attenti a lui, appellandolo con il nome del predatore. Anche il presunto boss Lamendola lo teme. E con la sua deposizione il tenente Bruno oggi ha confermato l'importanza del tentato omicidio, commesso mentre le indagini che sfoceranno nell'operazione "The Wolf" sono in corso. Rispondendo alle domande del pm Ruggiero, il militare ha ricostruito la dinamica di quanto accaduto il 17 giugno 2022, intorno alle 20. Le due chiamate presso la sala operativa di una donna, che nel centro abitato avverte i carabinieri di una situazione particolare: alcuni uomini che tentano di introdursi in un'abitazione. I militari si recano sul posto, ma chi vi abita - un sorvegliato speciale - dice che non ci sono problemi. Poi, la seconda chiamata, sempre della donna: questa volta i problemi ci sono. Insieme al sorvegliato speciale c'è un'altra persona. Sono entrambi agitati. I carabinieri indagano e ricostruiscono quello che è accaduto: un tentato omicidio. 

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Le indagini sul tentato omicidio

La porta è sfondata, le due vittime sono riuscite a fuggire sul tetto e a nascondersi, grazie ad alcuni muretti, dagli aggressori. Vengono rinvenuti due bossoli e una cartuccia inesplosa. L'arma è una calibro 7,65. Quindi, sono due i colpi esplosi. Poi, l'arma si è inceppata. Ci sono delle telecamere di videosorveglianza e i carabinieri visionano le immagini, che inquadrano alcuni imputati. Ma, come detto, è in corso un'altra indagine: alcune persone sono intercettate. Le conversazioni porteranno gli investigatori sulla pista giusta. E spunta fuori il nome di Gianluca Lamendola (non coinvolto in questo processo per tentato omicidio). Anzi, De Iaco viene rintracciato, qualche giorno dopo, proprio nella masseria in uso ai Lamendola. Dopotutto, prosegue Bruno, il contesto è importante per comprendere questo singolo episodio. Il tenente spiega che in quei giorni un indagato nell'operazione "The Wolf" viene sorpreso in auto con 30 mila euro. Il dubbio è che servano per la futura latitanza di uno dei presunti autori del tentato omicidio.

Le domande degli avvocati

Come si inquadra questo tentato omicidio? Per Bruno è lineare: la vittima non si vuole "piegare" al potere di Gianluca Lamendola, che avrebbe spodestato Francesco Turrisi (47 anni, nato a Ostuni, residente a San Vito Dei Normanni e non coinvolto in questo processo) nelle dinamiche criminali. Anche la vittima appartiene a tale contesto: in un primo momento avrebbe fatto i nomi degli assalitori, ma poi si sarebbe rifiutato di verbalizzare. La parola è passata ai legali. L'avvocato Cavallo ha fatto una domanda sulla masseria. Bruno ha spiegato che lì era fisso il padre di Gianluca Lamendola, Cosimo (51 anni, nato a Latiano, residente a Brindisi, non coinvolto in questo processo). Il figlio faceva la spola con Brindisi. Poi, sempre rispondendo alle domande del legale, il tenente ha spiegato che la seconda persona presente in casa al momento dell'agguato era arrivata tra le due chiamate della vicina. L'avvocato Serio ha chiesto dei presunti rapporti tra Calò e Lamendola. La risposta: ci sono, ma non nell'immediatezza dell'episodio del 29 maggio. Infine, Bruno, rispondendo alle domande dell'avvocato D'Agostino, ha esposto le competenze dei carabinieri in merito ai rilievi effettuati dopo l'episodio. La prossima udienza sarà il 6 dicembre 2023.

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