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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Omicidi degli imprenditori Cairo e Spada: ex venditori porta a porta sfilano in aula

Ascoltate delle persone che avevano avuto rapporti commerciali con la società di Cosimo Morleo e Salvatore Cairo. Uno dei testi: "Non ho mai notato alcun contrasto fra i due"

BRINDISI – Avevano avuto rapporti di lavoro con Cosimo Morleo e Salvatore Cairo negli anni in cui battevano in lungo e in largo il Sud Italia, per vendere padelle e altri articoli casalinghi. Stamani (martedì 26 marzo) sono stati ascoltati alcuni ex venditori porta a porta, nel corso di una nuova udienza del processo sugli omicidi di Salvatore Cairo e Sergio Spada, i due imprenditori uccisi rispettivamente il 6 maggio 2000 e il 20 novembre 2001. I due unici imputati, i fratelli Cosimo ed Enrico Morleo, considerati rispettivamente il mandante e l’esecutore meteriale dei delitti, erano collegati in videoconferenza. 

I testi hanno sfilato davanti alla corte d’assise presieduta dal giudice Maurizio Saso (a latere Adriano Zullo), citati dall’avvocato Luca Leoci, che insieme alla collega Elvia Belmonte difende Cosimo Morleo. Enrico è difeso da Giacinto Epifani, oggi sostituito da Vito Epifani. I familiari delle vittime sono assistiti, come parti civili, dai legali Karin Pantaleo, Emanuela Sborgia, Maurizio Scardia, Oreste Nastari, Giuseppe Guastella. Secondo l’accusa sostenuta dal pm della Dda di Lecce, Milto Stefano De Nozza, Cairo e Spada furono uccisi perché rappresentavano degli scomodi concorrenti nel settore dei casalinghi, dove i Morleo puntavano al monopolio. Ai due fratelli viene contestato il reato di duplice omicidio pluriaggravato dalla premeditazione e dal metodo mafioso. 

Corte processo omicidi Cairo Spada

"Mai notato contrasti fra Morleo e Cairo"

Gran parte dell’udienza è stata dedicata all’esame del 56enne C.G., ex venditore porta a porta di biancheria che a cavallo fra il 1999 e il 2000 ha conosciuto Cosimo Morleo e Cairo, durante i suoi viaggi di lavoro in Sicilia. Il 56enne ha avuto rapporti commerciali con Cosimo Morleo, fornitore all’ingrosso di articoli casalinghi, fino ai primi anni '2000. Poi hanno continuato a coltivare un rapporto di amicizia. Il loro ultimo contatto telefonico risale al dicembre 2021. La conversazione fu intercettata dalla Squadra Mobile di Brindisi, che di concerto con la Dda di Lecce aveva già avviato le indagini nei confronti di Cosimo ed Enrico Morleo, a seguito delle rivelazioni sugli omicidi fatte nelle settimane precedenti dal collaboratore di giustizia Massimiliano Morleo, fratello degli imputati.

Nel corso di quella telefonata, Cosimo Morleo si sfogò contro il fratello: “Sta succedendo un casino - disse Cosimo, stando al racconto di C.G.  - perché Massimiliano sta collaborando con la giustizia e sta gettando fango su di me”.

Da sinistra, gli avvocato Belmonte, Leoci ed Epifani

Il teste ha riferito di non aver notato mai alcun contrasto fra Cairo e Cosimo Morleo. “Morleo  - riferisce C.G. - professionalmente non era preparato come Cairo: le dinamiche del lavoro le conosceva di più Cairo”. Il 56enne spiega di aver aiutato Cosimo Morleo dopo lo scioglimento dell’impresa fondata con Cairo, facendogli conoscere nuovi clienti. “Non ho mai percepito una lamentela - afferma C.G.- su Cairo”. A detta del teste, Cosimo Morleo non sapeva darsi una spiegazione (“non ne aveva idea”) della scomparsa dell’imprenditore, visto per l’ultima volta dalla moglie la mattina del 6 maggio 2000.

La telefonata sulla macchina di Cairo

La macchina di Cairo fu trovata carbonizzata la settimana successiva, nei pressi della superstrada che collega Brindisi a Lecce, al confine fra le due province.  Il teste C.G. ha riferito che Cosimo Morleo, suo amico da oltre 20 anni, si trovava insieme a lui in Sicilia, per motivi di lavoro, quando ha saputo del ritrovamento della vettura. “Qualcuno che lavorava da lui, non ricordo chi – spiega ancora il teste – lo ha chiamato per dire che avevano trovato la macchina di Salvatore”. Un altro ex venditore brindisino (G.I.) che si riforniva da Cosimo Morleo, ha detto di non aver mai avuto problemi e di non aver mai subito minacce da quest’ultimo. Analoghe considerazioni sono state fatte dall’ultimo teste ascoltato stamattina, Il 51enne L.B., che aveva accumulato un debito pari a circa 50mila euro con Cosimo Morleo, per della merce non pagata.

Il pm Milto Stefano De Nozza

Attesa per la perizia sui presunti resti di Cairo

Gli ultimi testi citati dall’avvocato Leoci saranno esaminati il prossimo 16 aprile, quando si svolgerà anche l’esame dei due periti (la genetista Giacoma Mongelli e il medico legale Liliana Innamorato) ai quali la corte ha affidato il compito di appurare se appartengono a Salvatore Cairo i frammenti di ossa che il 20 dicembre 2023 sono stati recuperati in un pozzo abbandonato nelle campagne di Brindisi. Stando a delle indiscrezioni trapelate nelle ultime settimane, sulle ossa sono stati riscontrati segni compatibili con quelli lasciati da una motosega a scoppio.

Questo riscontrerebbe le dichiarazioni rese in aula da Enrico Morleo, che ha confessato di aver fatto a pezzi, bruciato e occultato il cadavere dell’imprenditore, dopo averlo ritrovato nel deposito dell’azienda di famiglia, nella zona industriale di Brindisi. L'imputato però nega di averlo ucciso. Per quanto riguarda l’omicidio di Spada, freddato con un colpo di pistola dopo essere stato sequestrato mentre rientrava a casa e abbandonato privo di vita in un’area di servizio dismessa nei pressi del rione Sant’Elia, entrambi i fratelli professano la loro totale estraneità ai fatti. 

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