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Sabato, 27 Aprile 2024
Ambiente

"Illegittimo il commissariamento delle Regioni anti-nucleari"

BARI - La Corte Costituzionale, ha annunciato oggi una nota della presidenza della Regione Puglia, ha bocciato la legge 102/09 che permetteva il ritorno all’energia nucleare in Italia (sentenza numero 215 del 9 giugno 2010, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale venerdì scorso). “Questa legge – ha commentato il presidente Nichi Vendola – era stata fortemente voluta dal presidente del Consiglio e dall’ex ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola. Era considerata uno dei fiori all’occhiello del governo nazionale. La Corte Costituzionale fa giustizia cassandola, restituendo agli enti locali, ed in particolar modo alle regioni, la facoltà di appoggiare o rigettare integralmente le scelte operative e territoriali dell'esecutivo nazionale in materia di energia nucleare”.

BARI - La Corte Costituzionale, ha annunciato oggi una nota della presidenza della Regione Puglia,  ha bocciato la legge 102/09 che permetteva il ritorno all’energia nucleare in Italia (sentenza numero 215 del 9 giugno 2010, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale venerdì scorso). “Questa legge – ha commentato il presidente Nichi Vendola – era stata fortemente voluta dal presidente del Consiglio e dall’ex ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola. Era considerata uno dei fiori all’occhiello del governo nazionale. La Corte Costituzionale fa giustizia cassandola, restituendo agli enti locali, ed in particolar modo alle regioni, la facoltà di appoggiare o rigettare integralmente le scelte operative e territoriali dell'esecutivo nazionale in materia di energia nucleare”.

Finisce anche ogni possibilità di commissariamento, ha dichiarato Vendola, “essendo stata dichiarata illegittima ogni urgenza in materia. Numerosi erano stati i ricorsi presentati, anche dalla Regione Puglia.  Ma avevamo anche ricordato al governo che sarebbe stato possibile costruire centrali nucleari in regioni come la Puglia soltanto facendo ricorso ai carri armati. La Consulta – ha proseguito Vendola – ha restituito dignità al rapporto tra Stato e Regioni, reso impraticabile dall’arroganza del governo nazionale che voleva – in sintonia con non meglio precisati interessi privati anche stranieri – trasferire in Italia tecnologie vecchie e pericolose e costosissime sotto ogni punto di vista e soprattutto per la gestione futura di scorie e siti contaminate. Rimarremo vigili – ha concluso il governatore Vendola – perché ci aspettiamo altre sorprese. Molti sono gli interessi in gioco: noi tuteleremo solo il nostro territorio e i nostri cittadini”.

Ma secondo Stefano Saglia, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico con delega  all’energia, “la sentenza della Consulta fa riferimento al decreto legge 78 del luglio 2009 che non riguarda assolutamente le norme sull'energia nucleare”.  Sempre secondo Saglia, il pronunciamento della Corte Costituzionale invece  “riguarda semplicemente la possibilità da parte dello Stato di nominare commissari per sbloccare le procedure sulle infrastrutture. Vendola fa solo propaganda - continua Saglia - perché le norme emanate dal Governo per il rilancio del nucleare comprendono l'intesa con le Regioni e, quindi, sono rispettose della Carta Costituzionale».

“La Corte costituzionale ha interrotto bruscamente la corsa all'atomo del Governo italiano. Ha insistito invece la vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Loredana Capone, anche dopo la dichiarazione del sottosegretario Stefano Saglia a proposito della dichiarazione di illegittimità l'illegittimità dell'art.4 del decreto 78 del 2009. «Per questa sentenza sulla quale i media hanno taciuto – ha detto la Capone - la Puglia esulta. È una soddisfazione di grande portata perché ribadisce la sovranità delle Regioni su tematiche come l'energia abolendo la possibilità del commissariamento. Ma soprattutto questa sentenza libera la Puglia dallo spettro del nucleare”

“ Come ho più volte ricordato, la nostra Regione – ha sottolineato Loredana Capone - secondo la mappa stilata nel 1979 dal Comitato nazionale per l'energia nucleare, era la prima in Italia per località considerate compatibili con un reattore. Ne erano state individuate addirittura otto, dal Gargano al Salento. Adesso la Puglia non ha più nulla da temere. Nessuno può più contestare la vocazione assoluta del nostro territorio per le energie rinnovabili. Una vocazione che rivendichiamo da mesi, con forza direttamente proporzionale alla corsa di Berlusconi in direzione del nucleare».

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