BARI - Il presidente della giunta, Nichi Vendola, e l'assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Giovanni Giannini, intervengano per rimuovere tutti gli ostacoli che, oramai da troppo tempo, impediscono il rilancio del porto di Brindisi.
BRINDISI - Si consumano, inutili, i riti della politica attorno al progetto del nuovo palasport. Sembra giudicare così la chiamata di ben due commissioni consiliari "sul posto" il capogruppo del Pdl, Mauro D’Attis, riferendosi alla convocazione congiunta prevista per le ore 11 del 28 dicembre e a firma del presidente del consiglio comunale, Luciano Loicono. A che serve tutto ciò se ci sono già tutte le decisioni necessarie e persino gli strumenti urbanistici? Ecco l'intervento di D'Attis.
BRINDISI – La rappresentazione imbastita su Cittadella della Ricerca dalla giunta provinciale di Massimo Ferrarese ha un copione dal finale amaro, almeno stando agli ampi stralci fatti anticipare su alcuni giornali: la messa in liquidazione. I presupposti finanziari e tecnici di ciò li valuterà nella loro reale sostanza – si spera – la commissione d’inchiesta varata ieri su richiesta dell’opposizione di centrodestra. Lo scenario è obiettivamente preoccupante: intanto perché questa amministrazione presentatasi ai cittadini e agli elettori come un laboratorio di alto profilo manageriale, se la situazione di Cittadella al momento del cambio alla guida della Provincia fosse stata davvero grave, avrebbe dovuto mettere in atto una terapia per salvare e rilanciare uno dei comprensori-chiave della ricerca scientifica e della diffusione di innovazione presente in Puglia, invece di annunciarne la chiusura dopo due anni e mezzo.
BRINDISI – L’amministrazione provinciale diffonde nella prima serata un breve comunicato sull’esito della seduta odierna del consiglio, e come al solito l’immagine che se ne ricava è quella di una vittoria totale del presidente Massimo Ferrarese: 22 voti a favore e 6 astenuti (l’opposizione di centrodestra), alla proposta di trasformare la società di gestione di Cittadella della Ricerca da consortile per azioni, Scpa, a Srl, con accompagnamento di pesanti sospetti lanciati dallo stesso Ferrarese sull’operato dell’ex direttore generale, Angelo Colucci circa il presunto camuffamento del dissesto finanziario che lo stesso Ferrarese avrebbe individuato nei conti. Il comunicato non dice però che c’è stato uno strappo, e di non poco conto: quello del capogruppo del Pd, Damiano Franco.