"Difendiamo il mare": il tour di Greenpeace fa tappa a Brindisi
Venerdì 9 alle ore 18 sul lungomare di Brindisi, presso l’Approdo delle Indie in Viale Lenio Flacco, si terrà un incontro pubblico
Venerdì 9 alle ore 18 sul lungomare di Brindisi, presso l’Approdo delle Indie in Viale Lenio Flacco, si terrà un incontro pubblico
Gli attivisti di Greenpeace esprimono più di qualche dubbio riguardo alla rispondenza alla realtà dei dati Arpa sul rapporto di valutazione del danno sanitario della centrale Enel di Cerano.
Centinaia di brindisini si stanno recando verso il lungomare Regina Margherita per visitare la Rainbow Warrior, vascello di Greenpeace ormeggiato da venerdì mattina nei pressi della scalinata Virgilio, nell'ultima tappa del tour "Non è un paese per fossili". Fra i tanti visitatori odierni, non sono passati inosservati due esponenti del centrodestra
Farà tappa a Brindisi dal prossimo primo agosto la nuova nave di Greenpeace 'Rainbow Warrior" che sta compiendo un tour ambientalista nel Mediterraneo intitolato "Non è un Paese per fossili"
BRINDISI - Una protesta durata quasi due giorni, un’azione dimostrativa presso la centrale Enel di Cerano che oltre a provocare danni all’azienda, avrebbe anche avuto effetti meno salubri per l’atmosfera, per lo meno rispetto a quel che accade normalmente, quando si utilizza il carbone per alimentare l’impianto.
BRINDISI - In Consiglio sostegno blando agli attivisti Greenpeace, poi l'approvazione del piano del commercio e del bando start-up: locali comunali gratis per tre anni a nuove imprese avviate da under-35.
ROMA - "Enel riconosce il diritto di critica e anche di satira, ma si vede costretta a tutelare la propria reputazione di fronte a un’assurda accusa di strage premeditata e continuata per il rispetto dovuto alle oltre 75 mila persone che lavorano in Enel"
BRINDISI - Alcuni si arrampicarono sulla ciminiera della centrale Enel di Cerano, altri invece occuparono il nastro trasportatore che, si disse, fu poi messo in funzione dagli addetti. Era una protesta che Greenpeace aveva organizzato, con il solito metodo del “blitz”.
BRINDISI – Su istanza della difesa di parte dei manager Enel, in difficoltà per giungere nella prima mattinata da Roma, l’udienza odierna di apertura del processo per la dispersione delle polveri di carbone dal deposito scoperto della centrale di Cerano, nato da una indagine della Digos e della procura di Brindisi, con decine di parti lese che chiederanno di essere ammesse come parti civili, è stata spostata alla tarda mattinata. Le parti saranno chiamate dal giudice monocratico Cacucci non prima delle 12, ma si prevede anche ad ora più tarda a causa delle decine di processi a ruolo stamani.
BRINDISI – Finirà ancora una volta a denunce e querele lo scontro tra Greenpeace ed Enel sulle emissioni delle centrali a carbone del maggiore gruppo energetico italiano ed uno dei maggiori d’Europa, e ancora una volta l’epicentro è Cerano. Stamani gli attivisti di Greenpeace hanno agito in un area non Enel nei pressi della termoelettrica “Federico II”, quindi fuori portata da denunce legate all’intrusione in aree private Enel, e hanno tratteggiato una grande sagoma raffigurante un cadavere al suolo (come le tracce di gesso lasciate dalla polizia scientifica sulle scene del delitto) con l’accompagnamento di striscioni con la scritta “Enel Killer”.
Oggi gli attivisti di Greenpeace sono entrati in azione presso la centrale Federico II di Brindisi, disegnando nei campi circostanti l'impianto un'enorme sagoma di circa 80 metri raffigurante un cadavere riverso al suolo con la scritta "Enel Killer". Con questa spettacolare iniziativa l'associazione ambientalista intende indirizzare all'assemblea degli azionisti dell'Enel -- che si riunisce a Roma oggi pomeriggio -- i contenuti di una sua ricerca, anticipati ieri, in cui si evidenziano i danni alla salute e gli impatti economici dell'uso del carbone da parte di Enel.
ROMA – In azione gli attivisti del Reparto Investigazioni Climatiche di Greenpeace, questa mattina, davanti la sede dell’Enel a Roma. La denuncia? Gli impatti ambientali, climatici e sanitari dell’energia prodotta dall’azienda utilizzando il carbone. Solo la centrale di Brindisi Enel scarica sulla collettività – afferma Greenpeace - danni ambientali e sanitari per 700 milioni di euro e ne intasca una cifra simile in profitti extra. Ma Enel decide questa volta di incontrare gli esponenti dell’organizzazione ambientalista.
BRINDISI – Ancora una volta Greenpeace all’attacco della centrale a carbone di Enel Cerano, indicata per il quarto anno consecutivo impianto con le maggiori emissioni di anidride carbonica in Italia (il riferimento è il 2009). Enel non ha tardato a rispondere, e sulla questione è intervenuto anche il presidente della Provincia, Massimo Ferrarese. Ecco i tre comunicati e, in calce, la classifica di Greenpeace da scaricare.
No al nucleare, a Bari la Rainbow Warrior