Il collaboratore di giustizia in videoconferenza da una località segreta: “Pasimeni mio amico storico, ma ora basta con questa maledetta Scu, lo devo alla mia compagna; D'Amico ucciso per dare un messaggio a tutti i pentiti". E poi: "“Greco di Mesagne doveva essere gambizzato: ad agire furono Floriano e Benito di San Donaci”
MESAGNE – Francesco e Alessandro Campana, fratelli mesagnesi, sono stati iscritti nel registro degli indagati quali esecutori del tentativo di omicidio compiuto a Mesagne l’1 luglio scorso nei confronti di Vincenzo Greco, 35 anni, muratore nativo di San Donaci, residente a Mesagne. Sui Campana gravava il sospetto che fossero stati loro verso le 12,30 di quel giorno ad arrivare dinanzi all’abitazione di Greco, in via Virgilio, in sella ad una Yamaha di grossa cilindrata, di colore scuro, ed ha sparare su Greco che si era affacciato sull’uscio per vedere chi stava passando e ripassando a bordo della motocicletta. I poliziotti del Commissariato di Mesagne avevano acquisito diversi elementi sulla loro probabile responsabilità. Ma entrambi erano latitanti. Francesco perché condannato in via definitiva a diversi anni di carcere; Alessandro per sottrarsi alla sorveglianza speciale.
BRINDISI – Alessandro Campana resta in carcere. Il giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati ha convalidato l’arresto del trentacinquenne mesagnese, arrestato lunedì scorso per violazione degli obblighi della sorveglianza speciale, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Alberto Santacatterina. Il giudice ha ritenuto di dover emettere il provvedimento di custodia cautelare in carcere per via della pericolosità di Alessandro Campana e per l’aggravante di un eventuale appoggio esterno ad associazione mafiosa. Il difensore di Campana, avvocato Pasquale Annicchiarico, aveva chiesto la rimessione i libertà. Ora presenterà ricorso al tribunale del riesame.
MESAGNE – La maxi-moto sulla quale si trovavano i killer che spararono all’ora di pranzo dell’1 luglio scorso a Vincenzo Greco, è quella sequestrata dai poliziotti della Squadra mobile di Brindisi e del Commissario di Mesagne nella villetta dalle parti di Porto Cesareo nella quale è stato catturato Alessandro Campana, 35 anni, mesagnese, irreperibile dal maggio scorso. La moto, una Yamaha di colore scuro, è stata riconosciuta da Vincenzo Greco che i sicari avrebbero voluto morto. E invece, nonostante le due pallottole che lo raggiunsero alla spalla e all’addome, si salvò ed è diventato l’accusatore numero 1 di Alessandro Campana e del fratello maggiore Francesco, ricercato perché deve scontare sette anni di carcere per una sentenza passata in giudicato.
MESAGNE – Aveva fatto perdere le tracce dallo scorso maggio. Questa mattina i poliziotti della Sezione catturandi della Squadra mobile di Brindisi e del Commissariato di Mesagne lo hanno rintracciato e arrestato. Si tratta di Alessandro Campana, 35 anni, mesagnese, nome di spicco tra le nuove leve della Sacra corona unita, fratello di Francesco, rogoliano di ferro, ricercato perché deve scontare una condanna a sette anni di carcere. Per il momento Alessandro Campana è finito in manette per inosservanza agli obblighi della sorveglianza speciale alla quale era sottoposto dal 2009. Ma sul suo capo grava il sospetto di essere, con il fratello, l’autore del tentato omicidio, avvenuto verso le 13 dell’1 luglio scorso di Vincenzo Greco, 35 anni, nativo di San Donaci, residente a Mesagne.
MESAGNE – Francesco e Sandro Campana, fratelli mesagnesi, sono ricercati dalla polizia per il tentativo di omicidio di Vincenzo Greco, 35 anni, di San Donaci, residente a Mesagne, compiuto giovedì scorso. Stando alle indagini svolte dai poliziotti del commissariato locale, diretto dal vice questore Sabrina Manzone, i due mesagnesi avrebbero cercato di ammazzare Vincenzo Greco, muratore di 35 anni,per far capire al fratello minore del ferito, Leonardo di 31 anni, che non doveva intromettersi negli “affari” mesagnesi.