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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Carovigno

Accusati di essersi finti finanzieri via telefono per vendere una rivista: assolti

La sentenza del Tribunale di Brindisi riguarda due milanesi che dovevano rispondere del reato di sostituzione di persona in concorso

BRINDISI - Su di loro pendeva l'accusa di aver "impersonato" via telefono dei finanzieri per vendere un abbonamento a una rivista della Guardia di Finanza: entrambi sono stati assolti "per non aver commesso il fatto". Imputati nel processo il titolare di una società con sede a Milano e il suo dipendente, assistito dall'avvocato Francesco Monopoli. La sentenza di assoluzione del got (giudice ordinario di tribunale) Monica Pizza è stata pronunciata venerdì 5 maggio 2023 presso il Tribunale di Brindisi. I fatti risalgono al dicembre 2016. La prima udienza del processo si è svolta nell'aprile 2019. Il pm aveva chiesto una condanna pari a quattro mesi per entrambi gli imputati.

Le indagini sono state condotte dai militari della Guardia di Finanza di Ostuni e coordinate dall'allora sostituto presso la Procura di Brindisi Simona Rizzo. Di seguito, i fatti come ricostruiti in fase di indagine. Al telefono cellulare in uso a un'agenzia immobiliare sita a Carovigno giunge una chiamata. Una dipendente dell'agenzia risponde e poi passa il telefono alla titolare. Dall'altro capo del filo c'è un militare della Guardia di Finanza. O almeno, l'interlocutore si presenta come tale, spiega la signora. Propone alla stessa un abbonamento al periodico "Rivista della Guardia di Finanza".

La consegna deve avvenire per posta, pagamento - il costo è di 130 euro - in contrassegno. La signora accetta, c'è anche un'altra telefonata, da un altro numero, per concordare la consegna. Ma per la titolare dell'agenzia immobiliare qualcosa non quadra. Al momento della consegna, infatti, rifiuta. E decide di approfondire la questione con i militari della Guardia di Finanza. Gli investigatori ritengono di aver individuato nel titolare di una società con sede a Milano e nel suo dipendente gli autori dell'accaduto. I due vengono quindi rinviati a giudizio per il reato di sostituzione di persona. Ma alla fine del processo, sono stati assolti dalle accuse.

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