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Cronaca

Processo assenteisti Asl: "Dipendenti modello, pranzavano a lavoro con un panino"

Tutti sul posto di lavoro, anche durante la pausa pranzo, per mangiare un panino al volo e tornare diligentemente a fare il proprio dovere. Oggi sfilata di testimoni citati dalle difese.

BRINDISI - Tutti sul posto di lavoro, anche durante la pausa pranzo, per mangiare un panino al volo e tornare diligentemente a fare il proprio dovere. Nella peggiore delle ipotesi fuori per qualche minuto, ma solo per spostare l'auto al fine di decongestionare il parcheggio del distretto Asl di via Dalmazia. Per risultati in termini di produttività “ottimi” in ambulatori in cui le liste d’attesa "non sono affatto lunghe", come invece emerso dall’inchiesta dei carabinieri del Nas, coordinata dalla procura di Brindisi, su un lungo elenco di medici, infermieri e operatori col vizio – secondo l’accusa - della passeggiata facile.

Nell’udienza odierna del processo a carico di 50 persone hanno sfilato i testi citati da alcuni degli avvocati degli imputati (Ladislao Massari, Vincenzo Farina, Gianluca Palazzo, Raffaele Missere), per lo più infermieri, portinai, dirigenti di reparto, chiamati a rispondere a domande relative proprio alla “buona condotta” su cui le difese stanno puntando tutto per smontare le tesi accusatorie secondo cui negli anni 2009 e 2010 si sarebbe riscontrata una diffusa abitudine ad allontanarsi arbitrariamente dal posto di lavoro.

Cartellini non timbrati, dipendenti in entrata e uscita libera, persone che si recavano addirittura a fare la spesa o ad accompagnare i bimbi a scuola. L’accusa nel processo è sostenuta dal pm Milto Stefano De Nozza. Le indagini furono lunghe e articolate, non arrestarono neanche dinanzi a un ostacolo apparentemente insormontabile: il 13 agosto 2009 qualcuno scopre che negli ambienti del distretto vi sono occhi indiscreti. Da quel momento in poi non si poté più contare sulla tecnologia. Ma gli uomini del Nas andarono comunque avanti con attività investigativa tradizionale. Fino al blitz del novembre 2010, quando furono eseguite 26 ordinanze di custodia cautelare.

A quanto pare i dipendenti pubblici, facevano timbrare il cartellino a colleghi, agli addetti alle pulizie e anche a persone del tutto estranee alla struttura ospedaliera. In cinque hanno patteggiato, uscendo subito di scena, chi non lo ha fatto, ha invece scelto il giudizio ordinario.

Sono più di 500 i testi citati dalle difese. E già nella prima udienza del processo (a rischio prescrizione) il giudice monocratico Giuseppe Biondi aveva fatto intendere che volenti o nolenti i legali avrebbero dovuto sfoltirle. Ha chiarito anche oggi che non si potrà più tornare su questioni ormai già ampiamente analizzate, come la storia del “panino” a pranzo, a dimostrazione della presenza ininterrotta dei “camici” all’interno del distretto, oltre che della loro solerzia nell’occuparsi delle rispettive mansioni. La Asl è costituita parte civile, al fianco della Regione Puglia, con l'avvocato Rosario Almiento. Si torna in aula il 18 novembre prossimo per tornare ad ascoltare altri testimoni.  

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