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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Doveva 115 mila euro alle banche, il Tribunale ridimensiona la cifra

L'uomo dovrà restituire 25 mila euro in rate mensili da 300 euro in sette anni: si era indebitato per problemi famigliari. E' stata applicata la cosiddetta legge "anti suicidi"

BRINDISI - Doveva 115 mila euro alle banche e alle finanziarie, un debito accumulato in anni a causa di problematiche famigliari. Adesso dovrà restituirne solo 25 mila, in rate mensili da 300 euro. Il Tribunale di Brindisi ha applicato la legge numero 3 del 2012, nota anche come "anti suicidi". Protagonista, un militare brindisino 43enne - assistito dall'avvocato Fernanda Martella e dalla commercialista Ilaria Romano - che si è indebitato negli anni anche e soprattutto per far fronte alle spese quotidiane.

Come accaduto in un altro caso (raccontato in questo articolo), il giudice - Stefano Sales del Tribunale di Brindisi - ha emesso il provvedimento di omologa. La storia del militare 43enne si dipana in un periodo storico segnato dalla pandemia, accompagnato da scenari di preoccupante recessione economica che ha fatto impennare il costo della vita. Una famiglia media monoreddito con uno o più figli a carico non riesce più a condurre agevolmente un'esistenza dignitosa. Se a questo si sommano ostacoli di natura personale, il risultato è una serie di debiti contratti a catena allo scopo di andare avanti per le spese quotidiane. Ed è così che in breve tempo la condizione economica familiare precipita, diventando sempre più compromessa. 

L'uomo si è affidato alla giustizia. E all'avvocata Martella e alla commercialista Romano. Così, lo scorso 15 novembre, si è visto abbattere dell'80 per cento la consistenza debitoria complessiva. Stando alla sentenza, il militare brindisino dovrà restituire solo 25 mila euro grazie a un piano che prevede il pagamento mensile di 300 euro in sette anni. Tale condizione lo rende finalmente libero di guardare al futuro con coraggio e fiducia.

Un passaggio importante del decreto di omologa segnala come, seppur superato dalla recente riforma, in questo caso la responsabilità del sovraindebitamento non debba ricadere sul consumatore: "La proposta (il piano del consumatore, ndr) appare meritevole di tutela in ragione delle apparenti cause non colpevoli dell'indebitamento personale, in cui è venuto a trovarsi il ricorrente. Cause riconducibili, secondo quanto rappresentato, da un progressivo indebitamento cagionato da valutazione inadeguata del merito creditizio e della correlata incapacità di restituzione del finanziato". 

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