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Cronaca

Ecco i testi, il bomber non ci sarà

BRINDISI - Stavolta non ci sarà. Giovanni Vantaggiato non parteciperà alla terza udienza del processo per strage che si sta celebrando davanti alla Corte d’Assise di Brindisi. “E’ fuori di testa” spiega il suo avvocato, Franco Orlando che aggiunge “Gli ho sconsigliato di partecipare”. Si punta tutto insomma sulla presunta precarietà dello stato di salute mentale del 69enne di Copertino, in carcere dalla notte fra il 6 e il 7 giugno scorsi per l’attentato del 19 maggio davanti alla Morvillo Falcone e dal luglio scorso anche per la bomba fatta esplodere a Torre Santa Susanna il 24 febbraio 2008 per uccidere il suo ex socio in affari Cosimo Parato.

BRINDISI - Stavolta non ci sarà. Giovanni Vantaggiato non parteciperà alla terza udienza del processo per strage che si sta celebrando davanti alla Corte d’Assise di Brindisi. “E’ fuori di testa” spiega il suo avvocato, Franco Orlando che aggiunge “Gli ho sconsigliato di partecipare”. Si punta tutto insomma sulla presunta precarietà dello stato di salute mentale del 69enne di Copertino, in carcere dalla notte fra il 6 e il 7 giugno scorsi per l’attentato del 19 maggio davanti alla Morvillo Falcone e dal luglio scorso anche per la bomba fatta esplodere a Torre Santa Susanna il 24 febbraio 2008 per uccidere il suo ex socio in affari Cosimo Parato.

E’ una chiara strategia difensiva? Potrebbe essere così, considerato inoltre che la corte, riguardo alla richiesta di perizia per valutare l’imputabilità di ‘Vanni il bombarolo’ abbia rinviato ogni decisione (rigettando al momento) all’acquisizione delle trascrizioni delle intercettazioni effettuate in carcere dopo l’arresto. Si tratta di colloqui tra Vantaggiato la moglie Pina e le sorelle Maria e Lucia nel corso dei quali si farebbe chiaramente cenno a una strategia per uscire di galera e simulare follia, oltre che una perdita di peso tale da ottenere la certificazione dell’incompatibilità con i regime carcerario.

Quanto alle condizioni fisiche, spiega Orlando, il 69enne che si porta sulle spalle l’accusa orribile di aver ucciso Melissa Bassi, 16 anni, ferito nove persone tra studenti e passanti, e di aver posto a rischio la vita di numerosi innocenti, tutti ragazzi che frequentavano l’istituto professionale per i servizi sociali di via Galanti, a pochi passi dal tribunale, Vantaggiato ha rimesso su qualche chilo e sta meglio. Di nuovo in carne, quindi, segno questo dell’instabilità psichica affermata: “Anche i piani in carcere dimostrano che non ragiona” sostiene il legale, con il conforto dei consulenti di parte ai quali potrebbe essere chiesto, a breve, di stilare una nuova consulenza.

Il 31 gennaio, intanto, si ritorna nell’aula Metrangolo per ascoltare una ventina fra i 69 testi citati dall’accusa sostenuta dal procuratore capo della Dda Cataldo Motta e dal suo sostituto Guglielmo Cataldi. Esame e controesame in un’udienza che si prevede parecchio lunga. Saranno ascoltati:: Gianluca Altavilla, uno dei testimoni chiave che nella notte tra il 18 e il 19 maggio rincasava e disse di aver visto un uomo che trascinava un cassonetto nei pressi della scuola; Francesco Calavita, collaboratore scolastico della scuola Morvillo Falcone; Marcello Caniglia, custode della scuola; Maristella Contestabile, studentessa che si trovava davanti ai cancelli al momento dell’esplosione.

Poi Daniele D’Alessio, operaio Monteco, ditta di raccolta dei rifiuti urbani di Brindisi; Francesco Forleo; Antonio Marrazza, altro dipendente della ditta Monteco; Domenico Muoio, abitante nei pressi della scuola; Cosimo Nardelli, collaboratore scolastico; Oronzo Perrone, operaio Monteco; Teodoro Simmini, figlio del titolare del chiosco dei panini nei pressi della scuola Morvillo; Carmine Taurino, operaio Monteco; Rosa Vitale, centralinista della Morvillo Falcone; Federica Calabretti, passeggera di un pullman che sostò poco prima dell’attentato in quei paraggi e poi due dei feriti, Andrea Calò e Azzurra Camarda.

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