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Cronaca

Ecco il conto presentato al killer

BRINDISI - Il canovaccio è stato rispettato. E’ andata proprio come doveva andare, senza nulla togliere ma soprattutto senza nulla aggiungere. Vantaggiato resterà in carcere per tutta la vita.

BRINDISI - Il canovaccio è stato rispettato. E’ andata proprio come doveva andare, senza nulla togliere ma soprattutto senza nulla aggiungere. Giovanni Vantaggiato resterà in carcere per tutta la vita, in isolamento per diciotto mesi, i suoi beni sono stati confiscati e l’importo complessivo, 2 milioni di euro, è stato ripartito come provvisionale per le parti civili. Sono 800 mila euro per i coniugi Massimo e Rita Bassi, i genitori di Melissa. Poi ancora 200 mila euro per le cinque ragazze che riportarono ferite più gravi. Centomila per Anna Canoci, e poi il Comune, la Provincia, i ministeri, la Regione e via dicendo.

Per la Corte d’Assise di Brindisi che ha ‘condannato Vantaggiato per tutti i reati ascrittigli” quello del 19 maggio 2012 fu un attentato terroristico. Del resto l’aggravante era contestata nei capi di imputazione relativi alla strage, contestata tra l’altro con un concorso con ignoti, un 110, che è rimasto lì, sospeso, aggrappato ai fogli con l’intestazione della Dda di Lecce, che chiese il giudizio del bombarolo, con la convinzione che potessero esservi dei complici. Mandanti? Persone che lo avrebbero aiutato a trasportare il bidone con le tre bombole all’intero? Il dibattimento è chiuso. Non lo sapremo mai.

Vantaggiato non c’era. E’ nella cella che aveva sperato di lasciare, dimagrendo 17 chili in pochi mesi, facendosi passare per un pazzo, per un malato, riducendosi “come uno di quelli dei lager”. Per lui i giudici togati (Domenico Cucchiara, presidente e Francesco Aliffi relatore) e i giudici popolari hanno deciso il carcere a vita, con isolamento diurno per 18 mesi, l’interdizione legale durante la pena, il decadimento dalla potestà genitoriale e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Le provvisionali sono state ripartite.

I genitori di Melissa hanno commentato. Per Rita Muri è stata la prima volta: “Ho visto mia figlia uscire quel giorno, mi ha dato un bacio come sempre, mi ha parlato del compito in classe. Poi ha detto, torno all’una e mezza”. Melissa non è tornata. Mamma Rita ha ringraziato tutti, i pm che hanno sostenuto l’accusa, Cataldo Motta e Guglielmo Cataldi, ma anche i due che indagarono sin dal principio, Milto De Nozza e il procuratore capo di Brindisi, Marco Dinapoli. Grazie a tutti quelli che hanno lavorato. A quelli che le hanno scritto lettere che ha letto tutte, dalla prima all’ultima.

La risposta alla domanda posta da Raffaele Missere, l’avvocato di Cosimo Parato, la prima vittima della furia omicida di Vantaggiato che chiedeva, nella sua discussione “quanti altri Vantaggiato ci sono in giro” non è stata data. Ma, probabilmente, poco importa. Quello che importava era l’ergastolo. E la contestazione dell’aggravante della finalità terroristica che serve alle vittime per accedere a un fondo di solidarietà il cui denaro andrà restituito se non vi sarà conferma in tutti e tre i gradi di giudizio.

Fu un attentato terroristico? Le motivazioni spiegheranno il perché della decisione della Corte, faranno comprendere anche ai profani cosa ci fu di eversivo nel piano di Vantaggiato. Se davvero un’ipotesi terroristica può essere supportata dalla quantità di notizie passate nelle tv nazionali ed estere. Per la paura, terrore. Seppur privo di ideologia ispiratrice. Le sentenze dei giudici non si commentano. Mai. Si applicano, si rispettano, si osservano. Ma non si commentano. Anche quando la tesi che si è supportata nei tredici mesi trascorsi, nei sei mesi di processo, non è esattamente quella che ha prevalso.

Le lacune che restano, quelle però, vanno messe in evidenza, anche dopo l’emozione per la “giustizia fatta”, come dicono Selena e Azzurra. La sensazione, confermata da tutti gli avvocati nelle proprie arringhe e perfino dai pm Motta e Cataldi, che Vantaggiato non abbia detto tutta la verità. Che abbia mentito. E se ha mentito, ciò significa che non sarà appurato mai se davvero l’obiettivo era indeterminato o se forse c’era qualcuno in particolare che il bombarolo voleva colpire. Perché la scuola? E’ il dubbio insoluto. Perché quella scuola e non l’altra, il classico, che dista dal tribunale tanto quanto la Morvillo Falcone?

Niente da fare. Vantaggiato è colpevole di tutto quello che lui si è voluto attribuire. Porta sulle spalle il peso di auto-accuse che lo tratteggiano come un mostro, un uomo capace di premere un telecomando e disintegrare vite umane. Sepolte le forniture di carburante e le truffe, o meglio rimandate ad altro processo.

Quanto alla guerra fra procure, perché guerra c’è stata e nessuno lo neghi, diversamente non si sarebbe finiti davanti al gip di Potenza e al Csm, vince in primo grado la Dda di Lecce e la sua visione dei fatti impacchettata subito dopo l’attentato, prima dell’arresto dell’imprenditore di Copertino, prima che si parlasse di vendette personali, di volontà di uccidere, di atto dimostrativo, di uomo che ce l’aveva con il mondo.

O meglio prima che la figura di ‘uomo che ce l’aveva con il mondo’ sulla quale Dinapoli e De Nozza avevano già detto qualcosa in tempi non sospetti (fiuto o premonizione?) venisse alla luce, in forma di ritratto ufficiale dello stragista. Soccombe la procura di Brindisi e la partita è momentaneamente chiusa.

I commenti sulla sentenza sono gaudenti. Azzurra e Selena rivolgono un pensiero a Melissa. Sabrina farà gli esami e ha il cuore pieno di ansia, ma ‘vuole tornare a sentirsi una studentessa normale’. Franco Orlando, il difensore di Vantaggiato, pensa al ricorso in Appello, in cui ribadirà le richieste di perizia psichiatrica per l’imputabilità e per la capacità di stare a processo, e punterà ancora sull’esclusione dell’aggravante.

Il procuratore della Dda Cataldo Motta è sicuro che “l’impostazione accusatoria reggerà anche in Appello e sarà una strada in discesa”. Andrà così? E la Cassazione? La seconda sezione, nel settembre 2012, non ritenne che la banda che aveva progettato gli attentati a Libero e al giuslavorista e senatore Pietro Ichino, non era una associazione con finalità di terrorismo. E chissà se al terzo grado di giudizio Vantaggiato ci arriverà da terrorista. Per adesso lo è, nero, rosso, bianco o verde, questo non si sa. Solo o in compagnia neppure: “Arrecò grave danno al Paese” e tanto basti.

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