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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Enrico Morleo: "Feci a pezzi il corpo di Salvatore Cairo ma non l’ho ucciso io"

Colpo di scena durante l'udienza sugli omicidi degli imprenditori Salvatore Cairo e Sergio Spada, avvenuti oltre 20 anni fa. Imputati i fratelli Cosimo ed Enrico Morleo. Il primi si dichiara totalmente estraneo a entrambi i delitti

BRINDISI – C’è stato un colpo di scena nel corso dell’udienza sugli omicidi degli imprenditori Sergio Spada e Salvatore Cairo che si è celebrata ieri (martedì 12 dicembre) presso la corte d’assise del tribunale di Brindisi. Il 57enne Enrico Morleo, imputato insieme al fratello 58enne Cosimo Morleo, ha ammesso di aver fatto a pezzi il cadavere di Salvatore Cairo, ma di non essere stato lui ad ucciderlo. L’uomo ha inoltre dato la propria disponibilità a condurre il pm sul luogo in cui 23 anni fa furono nascosti i resti di Cairo, dove si troverebbero anche parti della motosega utilizzata per smembrare il corpo. Il sopralluogo è previsto per il prossimo 20 dicembre. Si tratterà di una vera e propria udienza cui parteciperanno anche gli avvocati degli imputati (Giacinto Epifani per Enrico Morleo e Luca Leoci per Cosimo Morleo) e dei familiari delle vittime costituitisi parte civile, rappresentati dai legali Giuseppe Guastella, Oreste Nastari, Vincenzo Farina, Scardia, Sborgia. I due fratelli sono accusati di duplice omicidio pluriaggravato dalla premeditazione e dal metodo mafioso. Enrico sarebbe stato l’esecutore materiale dei due crimini, mentre Cosimo avrebbe ricoperto il ruolo di mandante. 

L'omicidio di Cairo

L’omicidio di Salvatore Cairo risalirebbe al 6 maggio 2000. Stando all’ipotesi accusatoria, l’imprenditore, attivo nel settore dei casalinghi, fu ucciso a coltellate da Enrico Morleo all’interno della sede de “Il Fuocolare”, nei pressi della zona industriale di Brindisi, una ditta di fatto riconducibile a Cosimo Morleo situata nel medesimo piazzale in cui operava anche la Mc Europe, altra azienda di fatto riconducibile a Cosimo Morleo. Dopo l’omicidio, fu fatto a pezzi con una motosega e bruciato in un bidone di acciaio. I resti e la cenere furono occultati in un luogo finora sconosciuto. 

Cosimo Morleo respinge le accuse

Enrico Morleo ha sollevato Cosimo da ogni responsabilità, sostenendo che il fratello non ha mai saputo nulla di quanto accaduto quella mattina nella sua azienda. Nella giornata di ieri è stato ascoltato anche lo stesso Cosimo, il quale ha ribadito la sua totale estraneità a entrambi gli omicidi. Il 58enne ha anche respinto il movente di tipo economico, riconducibile alla presunta volontà di liberarsi di due concorrenti nel settore degli articoli per la casa. A tal proposito ha rimarcato di aver chiuso quell’attività quattro anni dopo l'omicidio di Cairo, per dedicarsi ad altro. 

L'omicidio di Sergio Spada

Enrico Morleo è considerato l’esecutore materiale anche dell'omicidio di Sergio Spada, ucciso il 19 novembre 2001. Il cadavere dell’imprenditore fu abbandonato in un’area di servizio dismessa sulla circonvallazione di Brindisi, all’altezza del rione Sant’Elia, dove fu ritrovato la mattina del 20 novembre. La sera del 19 novembre, stando all’accusa, Enrico Morleo si sarebbe appostato nei pressi dell’abitazione di Spada al rione Casale e minacciandolo con una pistola si sarebbe introdotto all’interno del veicolo condotto dal 46enne, fermo davanti al cancello elettrico, in procinto di aprirsi. Poi l’esecuzione con un colpo di pistola alla nuca. 

La svolta dopo 20 anni

Le nebbie sui due delitti si sono diradate dopo più di venti anni grazie alle indagini condotte dai poliziotti della Squadra Mobile di Brindisi, sotto la regia del pm della Dda di Lecce, Milto Stefano De Nozza. I due fratelli sono stati condotti in carcere il 3 marzo 2022 tramite un provvedimento di fermo. Pochi giorni dopo fu emessa a loro carico un’ordinanza di custodia cautelare. 

Il collaboratore di giustizia e il testimone oculare

Il movente dei due omicidi è stato individuato dalla Dda “in ragioni di carattere lato sensu commerciale: eliminando entrambi gli imprenditori – si legge nel provvedimento di fermo – il fratello Cosimo avrebbe operato nella distribuzione degli articoli per la casa in regime di monopolio”. Tale contesto si era già delineato all’epoca dei fatti, ma senza un solido quadro probatorio. La svolta è arrivata 22 anni dopo, grazie alle rivelazioni di Massimiliano Morleo, fratello di Cosimo ed Enrico, che da circa due anni ha avviato il suo percorso di collaborazione con la giustizia. Dalle dichiarazioni di Morleo sono scaturite nuove indagini in cui hanno giocato un ruolo decisivo la testimonianza di un uomo che ha assistito alla distruzione del cadavere di Cairo e le intercettazioni cui è stato sottoposto Enrico Morleo.

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