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Cronaca

Fotovoltaico e Dia, nuovi sequestri

TORRE S.SUSANNA – Lo aveva detto, il procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi, quando il 21 marzo scorso il Noe sequestrò 5 campi fotovoltaici a San Donaci, contrada Ponticello, riconducibili alla Società agricola energetica europea con sedi a Roma e Messina: “Siamo solo all’inizio”. E infatti stamani a Torre S.Susanna, e in parte in agro di Erchie, i carabinieri hanno messo i sigilli ad altri due impianti di circa due ettari.

TORRE S.SUSANNA – Lo aveva detto, il procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi, quando il 21 marzo scorso il Noe sequestrò 5 campi fotovoltaici a San Donaci, contrada Ponticello, riconducibili alla Società agricola energetica europea con sedi a Roma e Messina: “Siamo solo all’inizio”. E infatti stamani a Torre S.Susanna, e in parte in agro di Erchie, i carabinieri hanno messo i sigilli ad altri due impianti di circa due ettari.

Si tratta di un decreto preventivo di urgenza emesso dal pm Milto De Nozza (che quindi dovrà essere convalidato dal giudice delle indagini preliminari) nei confronti degli impianti formalmente riconducibili alla FotonPuglia Srl e alla SolarPuglia Srl. Incaricati dell’operazione, i carabinieri della stazione di Torre S.Susanna. Gli impianti sono entrambi di potenza inferiore ad un megawatt, ed il loro valore stimato è di 5 milioni di euro. Il sito è in località Campicelli.

Le persone raggiunte da informazioni di garanzia sono sette, in parte le stesse dell’operazione del 21 marzo: A.D.M. 82enne di Torre S.Susanna, S.M. 51enne di Erchie, I.J.R.L. , 38enne da Roma, S.E. 42enne da Roma, A.P. 38enne da Barcellona Pozzo di Gotto (Me), N.C. 36enne da Milazzo e  S.B. 63enne da Terme Vigliatore (Me).  I nomi già noti sono quelli di  A.P., 38 anni, di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) e di S. B., 63 anni, Terme Vigliatore.

Nel caso di Torre S.Susanna, stessa procedura di artificioso frazionamento degli impianti, per aggirare gli obblighi della Autorizzazione unica regionale e del rilascio del permesso a costruire. Tutto fu imbastito, con intestazioni a società solo  formalmente distinte, per procedere invece con la sola Dia. Uno dei particolari che ha attirato l’attenzione dei militari, è stato il fatto che una parte di uno dei due impianti sconfinasse nell’agro di Erchie, senza che ciò trovasse corrispondenza nelle pratiche.

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