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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Latiano

Incidente sul lavoro alle case popolari: a processo anche dirigente del Comune

I carabinieri e lo Spesal avevano scoperto l'accaduto, taciuto per giorni. I fatti risalgono al 2019, ora due procedimenti sono stati riuniti. Per la vittima oltre 200 giorni di prognosi

LATIANO - Il suo calvario cominciò quattro anni fa: era caduto da un'altezza di cinque metri l'11 marzo 2019. Per lui una prognosi di 239 giorni. Non solo, era in nero, quindi il caso venne fatto passare per incidente domestico, ma carabinieri e Spesal, nel giro di 13 giorni, appurarono un quadro diverso: il protagonista della vicenda stava lavorando presso un cantiere alle case popolari di Latiano, ma senza contratto. Adesso, davanti al Tribunale di Brindisi, otto imputati sono a processo per questo episodio. Tra questi, anche l'allora dirigente di un ufficio tecnico del Comune di Latiano, committente dei lavori. L'operaio oggi ha 45 anni. La caduta gli ha causato diversi danni fisici, adesso non può più lavorare. Eppure deve portare avanti una famiglia, con tre bambini. Il morale all'inizio era fiaccato dall'accaduto, ma poi l'uomo ha deciso di combattere, anche in nome della verità, affidandosi all'avvocato Antonio Sartorio.

I carabinieri e lo Spesal hanno ricostruito cosa accadde nel cantiere latianese l'11 marzo 2019: l'operaio cadde da un'impalcatura, da circa cinque metri d'altezza. Venne trasportato alla postazione del 118, poi il ricovero in ospedale e il calvario conseguente. All'inizio venne dichiarato che si trattava di un incidente domestico ma, come detto, carabinieri e Spesal indagarono. La magistratura si attivò, ne nacquero due differenti procedimenti. Nel primo è stato citato in giudizio anche il Comune di Latiano. Gli imputati sono tre. Nel secondo procedimento, gli imputati sono invece cinque. Il 28 marzo 2023, il Tribunale di Brindisi, giudice Leonardo Convertini, ha riunito i due procedimenti. 

Le accuse contestate agli imputati - il pm è Pierpaolo Montinaro della Procura di Brindisi - sono varie. Il committente dei lavori è il Comune di Latiano. C'è anche un subappalto. Tre amministratori della ditta che stava eseguendo i lavori devono rispondere del reato di lesioni gravi per colpa dovuta a negligenza e imprudenza e per l'inosservanza di norme che disciplinano la sicurezza sul lavoro. Per l'accusa, non avrebbero adottato misure appropriate affinché accedessero al luogo di lavoro solo lavoratori con adeguate istruzioni e specifico addestramento. In particolare, la vittima, mentre effettuava lavori di rivestimento murario, era priva dei mezzi di protezione individuale. Insomma, non ci sarebbero state condizioni di lavoro sicure.

Del reato di lesioni personali colpose devono inoltre rispondere anche l'allora dirigente del Comune di Latiano e l'allora coordinatore della sicurezza. Il primo, in particolare, avrebbe violato norme che prescrivono l'idoneità tecnico-professionale delle imprese affidatarie, di quelle esecutrici e dei lavoratori autonomi. Il secondo non avrebbe vigilato a dovere sulla sicurezza del cantiere. Poi, altri tre imputati avrebbero aiutato un amministratore della ditta a eludere le investigazioni di carabinieri e Spesal. Prosegue dunque il processo per ristabilire la verità giudiziaria su quanto accaduto e per accertare eventuali responsabilità.

Il collegio difensivo: avvocati Massimo Manfreda, Francesco Damasco, Claudio Cambieri, Umberto Bardicchia, Filomeno Montesardi, Claudio Ruggiero, Amerigo Fanelli.

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