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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

L'accordo economico non gli basta, e per mesi taglia le gomme agli imprenditori

BRINDISI – Una strage di pneumatici, passati a fil di coltello ripetute volte, per vendetta nei confronti della famiglia di imprenditori edili, quella di Giuseppe e Cosimo Roma, con i quali aveva instaurato un contenzioso. Gomme bucate a ripetizione, perché la rabbia era tanta che non gli bastava l’accordo transattivo firmato davanti al giudice. Ma alla fine, la notte del 24 febbraio 2010, l’operaio Antonio Casalino di 63 anni, era stato colto in flagranza di reato dal personale della Digos che monitorava via Delfino a Brindisi, il teatro delle incursioni, sia con una microcamera che con appostamenti. Adesso il pm Valeria Farina Valaori ha inviato a Casalino, sempre attraverso gli investigatori della Digos, l’avviso di fine indagini e l’interessato attraverso il suo difensore avrà 20 giorni per controdedurre, prima della eventuale richiesta di rinvio a giudizio. C’è da dire che nelle more Casalino ha dimostrato ampiamente l’intenzione di risarcire, manifestandola al pm.

BRINDISI – Una strage di pneumatici, passati a fil di coltello ripetute volte, per vendetta nei confronti della famiglia di imprenditori edili, quella di Giuseppe e Cosimo Roma, con i quali aveva instaurato un contenzioso. Gomme bucate a ripetizione, perché la rabbia era tanta che non gli bastava l’accordo transattivo firmato davanti al giudice. Ma alla fine, la notte del 24 febbraio 2010, l’operaio Antonio Casalino di 63 anni, era stato colto in flagranza di reato dal personale della Digos che monitorava via Delfino a Brindisi, il teatro delle incursioni, sia con una microcamera che con appostamenti. Adesso il pm Valeria Farina Valaori ha inviato a Casalino, sempre attraverso gli investigatori della Digos, l’avviso di fine indagini e l’interessato attraverso il suo difensore avrà 20 giorni per controdedurre, prima della eventuale richiesta di rinvio a giudizio. C’è da dire che nelle more Casalino ha dimostrato ampiamente l’intenzione di risarcire, manifestandola al pm.

Tutto comincia nel dicembre del 2007 con una controversia attorno ad una somma, circa 7500 euro, che l’operaio rivendicava nei confronti della Urbe Edilizia, impresa in cui c’entravano i due Roma e con la cui Casalino aveva cessato il rapporto di lavoro dipendente. Del resto fu proprio Cosimo Roma non solo a dare il via alle indagini con ripetute denunce per i danneggiamenti subiti, ma anche a chiarire il possibile movente dei fatti una volta che la polizia era riuscita a bloccare Casalino. Sino a quel momento la faccenda sembrava alquanto misteriosa oppure aperta a possibili scenari. Secondo l’accordo raggiunto, Casalino avrebbe ricevuto in varie tranche la somma concordata tra gli avvocati. Tuttavia il 24 dicembre 2009 qualcuno taglia un pneumatico all’Audi A2 di Rossella Brando, moglie di Giuseppe Roma, parcheggiata in via Carmine.

I danni cominciano a farsi più pesanti la notte del 28 dicembre 2009, quando in via Delfino vengono bucati i quattro pneumatici della BMW X5 di Cosimo Roma. E’ solo l’inizio. Il 5 gennaio 2010 il vendicatore passa nuovamente in via Carmine e stavolta taglia gli pneumatici anteriori all’Audi A2 della signora Brando. Il 27 gennaio 2010 tocca nuovamente al costoso Suv di Cosimo Roma: ma questa volta niente lame, bensì una ripassata della carrozzeria con olio per impianti frenanti. Per la Bmw X5 dell’imprenditore non c’è tregua, perché il 10 febbraio ancora il coltello in azione, ed ecco tutti e quattro gli pneumatici squarciati, come la prima volta. L’attentatore vuole dare una ripassata, la terza, anche all’Audi, e va nottetempo in via Delfino. In quella strada però ci sono altre auto dello stesso modello, appartenenti a persone che non c’entrano nulla nella faccenda, però a chi tocca tocca, ed ecco che viene danneggiata l’Audi A2 di Fortunato Martina.

Passa appena una settimana, e il 17 febbraio 2010 in via Delfino ci rimette le penne, anzi due gomme, anche l’Audi A2 di Alessandro Prudentino: non c’entra nulla ma la sua vettura assomiglia molto a quella di Rossella Brando. Tanto che il 24 febbraio Antonio Casalino la prende nuovamente di mira bucando con un lungo coltello un altro pneumatico. Ma stavolta è finita: tutta la scena viene ripresa da una microcamera della Digos, e gli investigatori del vicequestore Vincenzo Zingaro, appostati nei pressi, bloccano l’operaio. Il resto è storia già raccontata: a Casalino vengono prese le impronte digitali, e vengono svolti rilievi fotografici sugli abiti e sull’ombrello che l’uomo aveva con sé. Adesso la prospettiva di un processo per danneggiamenti continuati e aggravati e porto e detenzione illegale di coltello. Farsi giustizia da soli non conviene mai.

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