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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Ostuni

"Made in Carcere" per salvare il bianco

OSTUNI - Anche dalle carceri di Lecce e di Trani arriva ora l’apporto per “salvare il bianco” di Ostuni, un po’ sbiadito negli ultimi tempi, tornato a splendere grazie all’azione di qualche volontario, in campo anche le detenute che lavorano per “Officina creativa”.

OSTUNI - Anche dalle carceri di Lecce e di Trani arriva ora l’apporto per “salvare il bianco” di Ostuni, un po’ sbiadito negli ultimi tempi, tornato a splendere grazie all’azione di qualche volontario, alle iniziative del comitato appositamente sorto e anche per via dell’intervento del Comune sulla cinta muraria. In campo, infatti, anche le detenute che lavorano per “Officina creativa” una cooperativa non a scopo di lucro che ha inventato il marchio “Made in carcere”.

Con il coordinamento di Luciana Delle Donne, la fondatrice della coop, sono stati infatti creati braccialetti e t-shirt con la scritta “Salviamo il bianco” e griffati con il logo “Made in Carcere” che saranno in distribuzione nei luoghi clou della movida ostunese, presso la scalinata Antelmi, nel centro storico, e il Casbah Art Cafe a partire da questa sera alle 19.

Quanto ricavato servirà a creare un fondo – hanno spiegato oggi i componenti di un comitato sorto qualche mese fa proprio per le iniziative a tutela del colore tipico di Ostuni – per la difesa del bianco che identifica la città, per l’appunto la Città Bianca, in Italia e all’estero.

I braccialetti e le magliette sono quelle ormai conosciute in ogni dove. Il design è quello tipico di Officina Creativa. C’è in aggiunta il monito tutto rivolto alla Città Bianca perché non si disperda quella che è una antica tradizione che un tempo serviva a disinfettare e proteggersi dalle malattie, mentre oggi è diventata un carattere distintivo da conservare a tutti i costi non solo per la sua valenza storica, ma anche per l’importanza turistica che riveste.

Come ogni anno il sindaco Domenico Tanzarella ha emanato la consueta ordinanza che impone ai residenti nel centro storico di provvedere alla tinteggiatura. Vista la gravità della situazione che aveva ispirato tra l’altro una iniziativa dell’assessore al Turismo, Agostino Buongiorno, rivolta agli operatori cui si chiedeva di “adottare un vicolo” prima dell’estate 2013, sempre Tanzarella aveva diffidato coloro che possiedono abitazioni nei pressi della cinta muraria di provvedere alla ripitturazione delle pareti esterne con latte di calce. Altrimenti avrebbe agito il Comune in danno, con le debite sanzioni.

Va detto che la situazione non appare più così grigia e drammatica come qualche mese fa. E se ciò è accaduto è forse proprio grazie alla collaborazione di tutti, addetti ai lavori , volontari e “attivisti”. I componenti del comitato proseguono, vanno avanti, continuano a lottare a difesa del candore ostunese. Al loro fianco le donne detenute a Lecce e Trani che hanno dato il loro importante realizzando quelle piccole opere d’arte il cui acquisto servirà, come sempre, a contribuire a un’ottima causa.

 

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