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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Mesagne in piazza per le sue ragazze

MESAGNE – “Gli uomini passano, le idee restano”. Non potevano mancare le parole di due dei simboli alla lotta contro la criminalità, alla mafia, all’illegalità, Falcone e Borsellino, nella Giornata della Legalità a Mesagne. Il corteo dei ragazzi mesagnesi e non, è partito dal palazzo di città, fino a convergere in piazza Orsini. Una marcia per ricordare Melissa Bassi, la 16enne uccisa nell’attentato del 19 maggio scorso e per rivendicare la cultura della legalità. Erano presenti 13 Gonfaloni di città italiane insieme ad alcuni sindaci, tra cui, Carolina Girasole (di Isola Capo Rizzuto), istituzioni militari e civili, e il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.

MESAGNE“Gli uomini passano, le idee restano”. Non potevano mancare le parole di due dei simboli alla lotta contro la criminalità, alla mafia, all’illegalità, Falcone e Borsellino, nella Giornata della Legalità a Mesagne. Il corteo dei ragazzi mesagnesi e non, è partito dal palazzo di città, fino a convergere in piazza Orsini. Una marcia per ricordare Melissa Bassi, la 16enne uccisa nell’attentato del 19 maggio scorso e per rivendicare la cultura della legalità. Erano presenti 13 Gonfaloni di città italiane insieme ad alcuni sindaci, tra cui, Carolina Girasole (di Isola Capo Rizzuto), istituzioni militari e civili, e il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.

Una marcia che ha attraversato la città di Mesagne al grido di “Giustizia per Melissa” e per dire “ No alla violenza” e ancora “Vergognatevi”. Dai bambini più piccini, delle scuole elementari di Mesagne, sino ai più grandi, che raggruppavano gli istituti di scuole medie e superiori mesagnesi e di Brindisi. Bisogna decidere da che parte stare.

“Questa giornata – parla dal palco, Fernando Orsini, presidente del consiglio comunale di Mesagne – era nata con un altro spirito ed invece ci tocca condividerla con la tragedia nel cuore, con la mancanza e la morte di una nostra figlia, come Melissa. Il mio, nostro, ringraziamento più grande, va a papà Massimo, che ha voluto fortemente essere presente e a mamma Rita, che si trova ancora in ospedale. Mesagne è una città che non si piegherà mai davanti alla criminalità”.

Diversi gli interventi durante la manifestazione di piazza Orsini, ad iniziare dal sindaco Franco Scoditti: “Dobbiamo, tutti, tenere alta la guardia contro la criminalità. Mesagne è una comunità che ha lottato e si è divisa dalla mafia. Noi siamo vittime e non carnefici, come invece ci hanno etichettato alcuni giornalisti. Siete voi giovani, la nostra realtà. La vostra risposta a questa tragedia, attraverso la voce, è la realtà più vera. La nostra responsabilità – ha continuato – è commemorare i giovani che sono caduti per la democrazia. Abbiamo il dovere di alimentare la speranza dei ragazzi. E voi, ragazzi, dovete sempre ribellarvi alle ingiustizie”.

Un confronto continuativo, dev’essere, quello fra giovani e politici. Un confronto che non deve finire nel momento in cui i riflettori, su questa tragedia, si spegneranno. Il silenzio non può far tacere il coraggio e la voglia di cambiamento. Subito dopo, ci sono stati due interventi, di un’amica di Melissa, che con lei ha condiviso il banco di scuola alle medie, Sofia Molfetta, e un’altra ragazza, Dalila De Netto: “Ho due genitori di Mesagne, ed io sono mesagnese, orgogliosa di esserlo. Da quel maledetto sabato, ho ascoltato che la mia città è una città mafiosa. Io invece, dico che non è così. Dobbiamo, ora più che mai, rimboccarci le maniche e lavorare affinché questa bellissima città non venga distrutta dalla mafia. Ai politici, invece, dico di ascoltarci, di rivolgere a noi la loro attenzione perché noi siamo pronti a combattere ma dovete essere voi a darci la possibilità. Non costringeteci ad emigrare via da questa meravigliosa terra”.

Una piazza, quella di stamane, fatta di centinaia di giovani e studenti, colori ed emozioni che viaggiavano sulla stessa strada. Tutti hanno un unico obiettivo: quello di non rivivere il 19 maggio 2012, e che nessuno di loro possa passare quello che stanno attraversando le ragazze ferite così come i loro genitori e che nessuno possa pagare con la propria vita – così come è successo a Melissa Bassi – un “male” che vuole ancora una volta rendersi proprietario di uno Stato.

“Stiamo ricevendo notizie drammatiche – ha detto sul palco il presidente Nichi Vendola – in queste ore, siamo vicini anche alla popolazione dell’Emilia Romagna, dove continua a tremare la terra. Sono delle vite spezzate, come Melissa, delle perdite inequivocabili. Non esiste legalità se non c’è la solidarietà, e anche in questo caso, dobbiamo sentirci vicini alle persone che a mille chilometri di distanza da noi stanno soffrendo. La cosa importante è saper custodire le vite e le cose, perché la mafia, la criminalità colpisce ciò che è bello. Le grandi mafie guardarono alla Puglia, sin dagli anni 70 (il boss Cutolo) quando volevano operare un’opera di colonizzazione criminale”.

“Questa città, Mesagne, è stata marchiata dal sangue, dall’omertà che non dimenticherà mai, ma Mesagne –ha detto ancora Vendola - ha già pagato tutto questo, con i nomi di Rogoli, Screti e voi non dovete avere paura a pronunciare questi nomi. Solo la verità ci tiene liberi dal peccato (il presidente riprende un passo della Bibbia). Mesagne non è la città della mafia ma diventerà la città dell’antimafia. Se ci sono le bombe è perché c’è qualcuno che organizza questi vili gesti e qualcun altro che glielo permette”.

Concetti che tutti conoscono e che forse a volte, si fa finta di non conoscere. Una comunità che rimane impaurita e scossa ma non bisogna nascondersi o rinchiudersi, solo mettendoci la faccia e non rimanere in silenzio, che si può combattere una realtà che vuole impaurire e che vuole impadronirsi anche dei giovani, di chi ha nelle mani il futuro. La rete scolastica, è la trincea della legalità, della cittadinanza attiva. I giovani sono la realtà che fa paura, perché i giovani non rimarranno più in silenzio.

E da Pisa arriva un nuovo bollettino medico sulle condizioni di Veronica Capodieci, che a 15 anni  a lottare per la vita: «Ha superato bene il secondo intervento chirurgico» Veronica Capodieci, la studentessa ricoverata al Centro ustioni del Cisanello. L'intervento, dice la direzione sanitaria dell’Azienda universitaria ospedaliera, è stato effettuato questa mattina dall'equipe guidata da Antonio Di Lonardo e «rientra nel delicato programma di pulitura e ricostruzione della cute, che prevederà un'altra tappa in sala operatoria la prossima settimana. Nel frattempo le condizioni cliniche generali della ragazza sono stabili e costantemente monitorate nella terapia intensiva del Centro ustioni».

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